Pittura napoletana: differenze tra le versioni

Esaurisce completamente il suo corso verso il [[1860]], lasciando brillare altre personalità slegate da questa corrente quali tra tutti [[Domenico Morelli (pittore)|Domenico Morelli]], che operò completamente nell'[[Accademia di belle arti di Napoli|Accademia di Belle Arti]] (come studente, docente, direttore e presidente) e la cui arte fonde [[verismo]] a tardo-romanticismo a modelli neoseicenteschi; tra gli altri, da citare [[Pasquale Di Criscito]], allievo del Morelli, di cui è possibile ammirare il sipario di scena del [[Teatro Bellini di Napoli|teatro Bellini]] e soprattutto il soffitto del [[Teatro Verdi (Salerno)|teatro Giuseppe Verdi]] di [[Salerno]]. Importante fu anche [[Giacomo Di Chirico]], di origini [[Basilicata|lucane]], le cui opere, inizialmente ritraenti soggetti storici, divennero poi rappresentazioni folkloristiche della sua regione, che riscossero un grande successo all'estero (in particolare in [[Francia]]). Tra i suoi meriti, Di Chirico ricevette la croce di “[[Ordine della Corona d'Italia|Cavaliere d'Italia]]” dal re [[Vittorio Emanuele II]].<ref>[[Enrico Castelnuovo]], ''La Pittura in Italia: l'Ottocento, Volume 2'', Electa, 1991, p. 805</ref>

 

La pittura napoletana di questo periodo riprende le esperienze dalla [[Scuola di Posillipo]], dell'[[Impressionismo]] e del [[Post-impressionismo]] francese, con artisti molto valenti fra cui si ricordano: [[Carlo Brancaccio]], [[Vincenzo Caprile]], [[Giuseppe Carelli (pittore)|Giuseppe Carelli]], [[Clementina Carrelli]], [[Angela Carugati]], [[Giuseppe Casciaro]], [[Arnaldo De Lisio]], [[Vincenzo Gemito]], [[Vincenzo Irolli]], [[Antonio Mancini (pittore)|Antonio Mancini]], [[Vincenzo Migliaro]], [[Salvatore Petruolo]], [[Salvatore Postiglione]], [[Attilio Pratella]], [[Raffaele Ragione]], [[Oscar Ricciardi]], [[Rubens Santoro]], [[Pietro Scoppetta]], [[Raffaele Tafuri]], [[Amelia Tessitore Gelanzè]], [[Vincenzo Volpe (pittore)|Vincenzo Volpe]], etc.