Seconda guerra boera: differenze tra le versioni

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Nonostante l'ottimismo diffuso tra i dirigenti politico-militari britannici, l'alto commissario Alfred Milner non mancava di preoccupazioni riguardo alla sicurezza immediata del Natal e delle posizioni di frontiera della colonia del Capo. Nella prima settimana di ottobre la città di Mafeking era difesa solo da seicento soldati rodhesiani al comando del colonnello [[Robert Baden-Powell]], mentre a Kimberley si trovavano, al comando del tenente colonnello [[Robert Kekewith]], parte di un battaglione britannico e alcune migliaia di volontari locali. La colonia dopo l'arrivo dei rinforzi aveva a disposizione cinque battaglioni di fanteria che avevano occupato il ponte ferroviario sul fiume Orange e i centri di comunicazione di [[Stormberg]], [[De Aar]] e [[Naauwpoort]]. In Natal invece il generale George White aveva ora a disposizione una forza campale di 13.000 soldati di cui 4.000 uomini, al comando del generale Penn Symons, erano schierati in posizione pericolosamente avanzata a Dundee<ref>{{Cita|Pakenham|pp. 137 e 150-151}}.</ref>.
[[File:George Stewart White-001.jpg|thumb|left|upright=0.6|Il generale [[George Stuart White]], comandante della forza campale del Natal all'inizio della guerra.]]
Le repubbliche boere avevano concentrato la maggior parte delle loro forze in Natal; 15.000 miliziani del Transvaal e 6.000 dello stato d'Orange iniziarono il 12 ottobre l'invasione divisi in quattro raggruppamenti al comando del generale Joubert e del generale [[Martinus Prinsloo]]; i boeri, estremamente mobili grazie ai loro cavalli, poterono sorprendere rapidamente le posizioni britanniche e minacciare inizialmente le comunicazioni della guarnigione di Dundee. Il generale Symons cercò di contrattaccare e ottenne un successo tattico locale [[battaglia di Talana Hill|conquistando il colle Talana]] il 20 ottobre ma rimase ucciso durante la battaglia e il suo successore, generale [[James Yules]], temendo di essere accerchiato a Dundee dalle colonne convergenti boere, iniziò il 22 ottobre una disastrosa ritirata verso [[Ladysmith]] dove si trovavano le forze principali del generale White<ref>{{Cita|Pakenham|pp. 159-166 e 178-179}}.</ref>. Quest'ultimo il 21 ottobre aveva inviato una parte delle sue forze verso nord-est per appoggiare il generale Yule e per riconoscere le posizioni raggiunte dai boeri. Le truppe britanniche del generale [[Ian StandishHamilton Monteith Hamilton(generale)|Ian Hamilton]] e del generale [[John French]] ottennero un brillante successo nella [[battaglia di Elandslaagte]] ma dal punto di vista strategico la vittoria non cambiò la situazione ed i ''commando'' boeri continuarono ad avanzare a semicerchio da ovest, da nord e dal nord-est verso Ladysmith dove il 26 ottobre arrivarono gli esausti soldati del generale Yule in ritirata da Dundee<ref>{{Cita|Pakenham|pp. 159-166 e 167-185}}.</ref>.
 
Il generale White aveva concentrato le sue forze a Ladysmith ma mancava di informazioni precise sulla posizione delle colonne boere; infine il 30 ottobre decise di sferrare un attacco per bloccare l'avanzata nemica. La [[battaglia di Ladysmith]] terminò con un disastro per i britannici; nel cosiddetto "lunedì funesto" (''Mournful Monday'') le brigate del generale White furono sorprese e respinte dentro la città mentre la colonna secondaria del tenente colonnello Carleton fu costretta alla resa a Nicholson's Nek<ref>{{Cita|Pakenham|pp. 186-192}}.</ref>. Il comandante delle forze del Natal, molto demoralizzato, ripiegò con tutte le sue truppe a Ladysmith dove i britannici, nove battaglioni, quattro reggimenti di cavalleria e sei batterie di cannoni<ref>J.Lee, ''A soldier's life'', p. 52.</ref>, furono assediati dai boeri del generale Joubert a partire dal 2 novembre 1899<ref>{{Cita|Pakenham|p. 193}}.</ref>.