Plebiscito sullo scioglimento del Landtag prussiano: differenze tra le versioni

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Il governo auspicava il fallimento del plebiscito per mancato raggiungimento del quorum del 50% degli aventi diritto, cosicché rivolse loro appelli a non andare a votare. Il 4 agosto il cancelliere del Reich [[Heinrich Brüning]], in procinto di partire per una visita di Stato a Roma insieme al ministro degli esteri [[Julius Curtius]], pronunciò a Berlino un discorso trasmesso via radio in cui dichiarò che «come cittadino» non si sarebbe recato alle urne in occasione del plebiscito<ref>{{cita|Rassegna stampa|p. 1799}}.</ref>. Il ministro Curtius apparteneva al Partito Popolare, che si era invece schierato a favore del plebiscito<ref group="N" name="Curtius">Secondo quanto riferito da {{cita|Binchy 1931}}, Curtius e pochi altri popolari, allineati alla posizione del governo, si opposero fortemente alla decisione del loro partito di sostenere il plebiscito.</ref>, a riprova dell'eterogeneità politica del governo della Repubblica.
 
IlIn 6forza del "secondo decreto presidenziale per contrastare gli eccessi politici" del 17 luglio 1931<ref>{{cita web|http://www.documentarchiv.de/wr/1931/politische-ausschreitungen_reichspraesident-vo02.html|Zweite Verordnung des Reichspräsidenten zur Bekämpfung politischer Ausschreitungen. Vom 17. Juli 1931.|30 giugno 2020|lingua=de}}</ref>, il 7 agosto il governo prussiano siordinò rivolsea alla{{formatnum:2500}} popolazionetestate, condi questequalunque paroleorientamento politico e quale che fosse la loro posizione in merito al plebiscito, la pubblicazione di un proprio comunicato che invitava a disertare le urne la domenica seguente<ref name="Fulda 179">{{cita|Fulda 2009|p. 179}}.</ref>. Il comunicato, firmato da tutti i ministri del governo prussiano, tra l'altro recitava: {{citazione|Agli elettori ed elettrici di Pussia! I partiti di destra, Stahlhlem e comunisti – nemici inconciliabili uniti in un connubio innaturale – chiamano al plebiscito per lo scioglimento del Landtag prussiano. Partiti i cui fanatici accoliti ogni giorno si affrontano in agguati e sanguinosi combattimenti, si trovano improvvisamente insieme. Con la stessa arma, la scheda “sì” per il plebiscito, ambedue le parti vogliono raggiungere obiettivi comprensibilmente opposti: gli uni una Prussia sovietica e bolscevica ad imitazione dei metodi russi, gli altri la vecchia Prussia nemica del popolo, dalla legge elettorale a tre classi, o un regime fascista e violento. E tuttavia una cosa hanno effetivamente in comune gli estremisti di destra e di sinistra che qui si lanciano all’assalto del Landtag prussiano [...]: nazionalsocialisti e comunisti vogliono il caos, vogliono il rovesciamento dell’esistente, [vogliono] l’ultimo grande baluardo, la cittadella della democrazia e della repubblica in Germania: [vogliono] conquistare la Prussia. [...] ChiIl vuolefallimento unadel Prussiareferendum sovieticarende opossibile unaun Prussiaproseguimento fascista,della vada al plebiscitotranquilla e voticostante “sì”.<ref>{{cita|Heimann 2011|p. 321}}.</ref>}} Il forzapolitica del "secondogoverno decretotesa presidenzialeal permantenimento contrastaredell'ordine glie eccessiquale politici"prezioso delsostegno 17al luglioReich 1931<ref>{{citain web|http://www.documentarchiv.de/wr/1931/politische-ausschreitungen_reichspraesident-vo02.html|Zweitetutte Verordnungle destrattative Reichspräsidentencon zur Bekämpfung politischer Ausschreitungen. Vom 17. Juli 1931.|30 giugno 2020|lingua=de}}</ref>l'estero, ilche 7 agosto il governo ordinòservono a {{formatnum:2500}}consolidare testate,la difiducia qualunquenella orientamento politicoGermania e qualealla chericostruzione fossedella lasua loroeconomia posizione[...] inChi meritovuole aluna plebiscito,Prussia lasovietica pubblicazioneo diuna unPrussia propriofascista, comunicatovada cheal invitavaplebiscito ae «disertarevoti le urne» la domenica seguente“sì”.<ref name="Fulda 179">{{cita|FuldaHeimann 20092011|p. 179321}}.</ref>. Il comunicato, firmato dal capo del governo Otto Braun e dal capo della polizia [[Albert Grzesinski]], tra l'altro recitava:<br>
Chi, al contrario, è a favore alla trasformazione sociale e democratica della repubblica tedesca e dello Stato libero di Prussia,<br>
 
chi vuole aiutare il governo prussiano a condurci, con dura e tenace lotta, di nuovo in avanti, fuori dalla terribile miseria della crisi economica e della disoccupazione,<br>
{{citazione|i radicali di destra e di sinistra mirano a stabilire il caos, rovesciando l'ultimo baluardo della cittadella della repubblica della democrazia tedesca, cioè la Prussia. [...] il fallimento del "referendum" significa la continuazione stabile e tranquilla della vita della Prussia, il mantenimento dell'ordine, valido appoggio alla politica del Reich, e a tutte le trattative con l'estero, il consolidamento nella fiducia nella Germania, per la ricostruzione della sua economia<ref>{{cita|Rassegna stampa|pp. 1800-1}}.</ref>.}}
chi vuole dimostrare ragionevolezza, assennatezza e profondo, ardente amore per il popolo e per la patria proprio in questi tempi difficilissimi,
segua la parola d'ordine:<br>
tenevi lontani dal plebiscito!<br>
non prendete parte al plebiscito!}}
 
[[File:Die Rote Fahne - 7. August 1931.jpg|miniatura|''Die Rote Fahne'' del 7 agosto 1931 ottempera all'obbligo di pubblicare il comunicato del governo prussiano che invitava all'astensione, facendolo seguire da una protesta per la violata libertà di stampa e attorniandolo da inviti a partecipare al "plebiscito rosso" in testa e in calce alla pagina]]