Plebiscito sullo scioglimento del Landtag prussiano: differenze tra le versioni
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Nei primi anni trenta la forte instabilità politica che caratterizzava la [[Repubblica di Weimar|Repubblica]] si aggravò, a causa della crescente pressione di forze non costituzionali della destra nazionalista e della sinistra marxista rivoluzionaria.
Nel 1930 il presidente del Reich [[Paul von Hindenburg]] fece uso dei larghi poteri conferitigli dalla [[Costituzione di Weimar]] per porre fine alla grande coalizione guidata dal cancelliere socialdemocratico [[Hermann Müller]]. La Costituzione infatti prevedeva per il presidente del Reich la facoltà di emettere decreti d'emergenza con forza di legge, scavalcando così il
Hindenburg impose quindi un [[governo di minoranza]] sostenuto da una coalizione composta da partiti borghesi di centro. I partiti rappresentati nell'esecutivo da almeno un ministro erano: [[Partito di Centro Tedesco]] (PZD o Centro), [[Partito Democratico Tedesco|Partito dello Stato Tedesco]] (DStP), [[Partito Popolare Tedesco (1918)|Partito Popolare Tedesco]] (DVP), [[Servizio Popolare Cristiano-Sociale]] (CSVD) e [[Partito Popolare Conservatore (Germania)|Partito Popolare Conservatore]] (KVP). La carica di [[cancelliere del Reich]] era ricoperta dal centrista [[Heinrich Brüning]]<ref group="N">Gli ultimi quattro governi della Repubblica di Weimar ([[governo Brüning I|Brüning I]] e [[governo Brüning II|II]], [[governo Papen|Papen]] e [[governo Schleicher|Schleicher]]) furono formati e gestiti con queste modalità dal presidente Hindenburg, tant'è che nella storiografia si parla di "governi del presidente" (''Präsidialkabinett'') e quest'ultimo periodo della storia repubblicana (1930-1932), immediatamente precedente all'avvento del nazionalsocialismo, viene talvolta definito "dittatura presidenziale" (''Präsidialdiktatur'').</ref>.
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