Volto Santo di Manoppello: differenze tra le versioni

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Un racconto, in parte leggendario, di padre Donato di Bomba, la ''Relatione Historica'', confermato da un atto notarile del 1646, per la donazione del Velo ai [[Ordine dei frati minori cappuccini|padri cappuccini]] da parte del dottor Antonio de Fabritiis, narra che il Velo nel 1506 fu lasciato in dono da uno sconosciuto al dottor Giacomo Antonio Leonelli, e che la sua famiglia lo conservò fintanto che Marzia Leonelli lo vendette a Donato Antonio de Fabritiis. Il nuovo proprietario pensò subito a dare una sistemazione più conveniente al Velo, ridotto ormai in cattive condizioni, pregò perciò il padre Clemente da Castelvecchio di affidare all'arte di frate Remigio da Rapino la sistemazione del Velo. Esso lavorò la cornice di noce e preparò i due vetri che ancora oggi racchiudono l'immagine. Padre Clemente avrebbe però eliminato, intorno al Volto, tutto il resto della tela che aveva la proporzione di una tovaglia, che avrebbe potuto costituire un indizio per stabilire la località di origine. Una volta risolto il problema della conservazione, De Fabritiis si recò dai padri cappuccini nel 1638 che inserirono la reliquia nella loro chiesa. Nel 1703 la festa della Trasfigurazione del Signore incominciava ad essere la festa propria del Volto Santo.
 
[[File:Padre Virgilio (a sinistra) con Papa Benedetto XVI (a destra).jpg|sinistra|miniatura|[[Felice Virgilio di Virgilio|Padre Virgilio]] che incontra [[Papa Benedetto XVI]] in occasione della sua visita al Volto Santo di [[Manoppello]]]]
È tuttora conservata nel paese abruzzese, nell'omonimo Santuario.