Ecateo di Mileto: differenze tra le versioni

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Figlio di Egesandro, aristocratico, Ecateo si vantava, secondo quanto racconta [[Erodoto]]<ref>''[[Storie (Erodoto)|Storie]]'', II, 143.</ref>, di avere avuto, nella propria genealogia, un dio per antenato della sedicesima generazione: i sacerdoti egiziani del dio [[Amon]] gli mostrarono nel tempio ben 345 statue di sacerdoti della stessa stirpe e il più antico di essi era ancora un uomo. Il senso dell'episodio sembra essere che egli cominciasse a considerare razionalmente i miti e a basarsi sui fatti per valutare le tradizioni.
 
Sempre Erodoto<ref>''Storie'', V, 36.</ref> racconta che Ecateo occupò una posizione di rilievo nella rivolta delle città ioniche contro i persiani ([[499 a.C.|499 a.C.]] – [[493 a.C.|493 a.C.]]). Tentò infatti invano di dissuadere i suoi concittadini dall'entrare in guerra contro i Persiani e, quando ormai la sconfitta era vicina, consigliò di costruire una flotta utilizzando il tesoro del tempio dei Branchidi per poter combattere con successo. Fu poi tra gli ambasciatori che, una volta sedata la rivolta, trattarono la pace col satrapo [[Artaferne]]. Anche solo grazie a questi pochi aneddoti si può dimostrare la sua spregiudicatezza e la sua noncuranza per ciò che allora era considerato sacro e inviolabile.
 
== Opere ==