Papa Gregorio VII: differenze tra le versioni
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== Biografia ==
=== Formazione e carriera ecclesiastica ===
Pochi e insicuri sono i dati sulle origini e sulla condizione sociale
In giovane, Ildebrando, età venne inviato a studiare a [[Roma]], dove un suo zio era [[abate]] del monastero di santa Maria sull'[[Aventino]]. Tra i suoi maestri sembra vi fosse Giovanni Graziano, che divenne poi [[papa Gregorio VI]]. Di certo vi è che quando l'imperatore [[Enrico III il Nero|Enrico III]] depose Gregorio VI e lo esiliò in [[Germania]] (1047), Ildebrando lo seguì. Come egli stesso ammise in seguito, si recò oltre le [[Alpi]] controvoglia, ma la sua permanenza in Germania fu di grande valore formativo e risultò importante per la sua successiva attività ecclesiale. A [[Colonia (Germania)|Colonia]] e, dopo la morte di Gregorio VI, nell'[[abbazia di Cluny]] fu in grado di continuare gli studi. In questo periodo entrò in contatto con i circoli più vivi della riforma ecclesiastica. Fra gli altri, conobbe Brunone di Toul, che divenne poco dopo [[Papa Leone IX|Leone IX]]. Su sua richiesta Ildebrando tornò a Roma dove cominciò una rapida carriera ecclesiastica, venendo nominato [[diacono|suddiacono]] della Sede apostolica. Operò come [[legato papale]] in [[Francia]], dove dovette gestire il caso di [[Berengario di Tours]], le cui dichiarazioni dell'[[Eucaristia]] avevano provocato una controversia. Alla morte di Leone IX (1054) si recò alla corte imperiale tedesca per condurre i negoziati per la successione, stante il ''[[Privilegium Othonis]]''. L'imperatore si pronunciò in favore di Gebhard dei Conti di Calw, che fu eletto con il nome di [[papa Vittore II]] (1054-1057). Il nuovo pontefice confermò Ildebrando come legato in Francia. Quando nel 1057 venne eletto papa [[Papa Stefano IX|Federico dei duchi di Lorena]] (Stefano IX) senza previa consultazione della corte imperiale tedesca, Ildebrando e il vescovo [[Papa Alessandro II|Anselmo di Lucca]] vennero inviati in Germania per assicurargli un tardivo riconoscimento. Essi riuscirono a ottenere il consenso dell'[[Agnese di Poitou|imperatrice Agnese]]. Stefano IX, comunque, morì prima del ritorno di Ildebrando e, con la frettolosa elezione di [[Antipapa Benedetto X|Giovanni Mincio]] (Benedetto X), vescovo di [[sede suburbicaria di Velletri-Segni|Velletri]], l'aristocrazia romana fece un ultimo tentativo per recuperare l'influenza perduta sulla nomina alla sede papale, eventualità pericolosa per la Chiesa, che rischiava di ritornare soggetta al predominio dei patrizi romani. Il superamento della crisi fu essenzialmente opera di Ildebrando. Contro Benedetto X egli appoggiò un Papa rivale, nella persona di [[Papa Niccolò II|Niccolò II]], che alla fine prevalse. All'influenza di Ildebrando si devono attribuire due importanti indirizzi politici, che caratterizzarono il pontificato di Niccolò II e guidarono l'operato della Santa Sede nel corso dei decenni successivi: il riavvicinamento con i [[Normanni]] nell'Italia meridionale, e l'alleanza con il movimento pauperistico, e di conseguenza anti-germanico, dei [[Patarini]] nell'Italia settentrionale.
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