Aconitum napellus: differenze tra le versioni

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La pronuncia di questo nome dovrebbe essere (sulle orme di quella latina) {{IPA|/ako'nito/}}, ma si trova spesso adoperata la pronuncia "alla greca" {{IPA|/a'kɔnito/}} (confronta, per esempio, [[D'Annunzio]], ''Undulna'' (vv.125-128): «''Azzurre son l'ombre sul mare/come sparti fiori d'acònito./Il lor tremolio fa tremare/l'Infinito al mio sguardo attonito''»).
 
La pericolosità della pianta era ben presente agli antichi se ancora Plinio la cita come "arsenico vegetale". Si racconta anche che nell'[[isola di Ceo]], gli anziani ormai inutili venivano soppressi con tale veleno. Nel [[Medioevo]] l'aconito venne chiamato con diversi nomi: ''Cappuccio di monaco'' o ''Elmo di Giove'' o ''Elmo blu'', sempre in riferimento alla sommità del fiore. Nel '500 era conosciuto per la sua presunta efficacia contro la puntura di scorpione ("''Herbal or General History of Plants"'' - Londra 1597).
 
Il nome della specie (''napellus'') deriva dal [[Lingua latina|latino]] per ''rapa'' in riferimento alla particolare forma del [[rizoma]].