Chiese ed ex conventi di Ortona: differenze tra le versioni

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*Chiesa longobarda di San Martino ed abbazia (contrada San Martino-Alboreto): rimangono pochi resti di mura nei pressi della forra (detta durante la seconda guerra mondiale "La Gola" dai militari tedeschi) che divide San Martino da Villa Caldari, di cui sono riconoscibili certamente le parti dell'abside posteriore semicircolare. Non si hanno molti documenti sull'abbazia. Documenti della biblioteca civica e dell'archivio comunale riguardano l'anno 1817, in cui si dichiara di aver scelto la chiesa di San Martino come luogo igienico dove seppellire i defunti. Le fonti più antiche invece risalgono alle ''Rivelazioni'' di [[Santa Brigida di Svezia]], quando venne in pellegrinaggio a Ortona per le reliquie di San Tommaso, visitando anche le chiese di San Martino e di San Marco, nella contrada San Donato.<br/>Le ricognizioni archeologiche hanno evidenziato come l'abside della chiesa in origine non era rivolto a occidente, e sono state avanzate ipotesi sulla fondazione del cenobio in epoca longobarda per la presenza del toponimo "san Martino" su carte topografiche risalenti al IX secolo. I muri della chiesa sono in ''opus mixtum'', pietra, mattoni e ciottoli di fiume, e si suppone che la chiesa nel XIX secolo, benché il monastero fosse giù scomparso, era ancora in piedi, per poi venire abbandonata.
*Cappella di San Biagio: si trovava sul Corso Vittorio Emanuele, all'incrocio con Via Sapienza. Fu realizzata nel XVIII secolo, come dimostra lo stile della facciata in fotografie storiche, prima delle distruzioni del 1943. La chiesa aveva una facciata in stile classicheggiante, con portale inquadrato da due paraste giganti a colonna, con capitello ionico, e sopra la trabeazione, si innalzava l'architrave a timpano triangolare. L'interno era a navata unica, con stucchi e pennacchi barocchi.
*Chiesa di San Giuseppe: si trovava sul Corso Vittorio Emanuele in direzione della piazza Municipio, ancora oggi è visibile dall'ingresso da Porta Caldari per alcune effigi sul muro, una bifora e il portale. Fu realizzata nel XVII secolo dalla Confraternita di San Giuseppe della Buona Morte, col compito di dare assistenza agli ammalati e seppellire i defunti senza dote. Fu celebrata in una poesie dialettale di Luigi Dommarco.
*Chiesa dell'Annunziata - Corso Vittorio Emanuele, è riconoscibile dalle finestre, sconsacrata.
*Chiesa di San Gaetano - scomparsa, si trovava sul Corso Vittorio Emanuele all'incrocio con via dei Giardini.
*Chiesa di San Bartolomeo - distrutta negli anni '60 per realizzare un negozio, posta tra via del Giglio e Corso Vittorio Emanuele. Dalle foto appare molto semplice, piccola, a navata unica, dall'aspetto rettangolare, senza particolari decorazioni all'esterno, se non il portale col finestrone
 
== Note ==