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L'astrologia, nel suo senso più ampio, è la ricerca di un significato delle vicende umane e terrene restituito dal cielo; si cerca tramite essa di capire il comportamento umano in generale, ma anche nel suo specifico, attraverso l'influenza su di questo da parte dei pianeti e di altri corpi celesti. Si è sostenuto che sia sorta come materia di studio non appena gli esseri umani iniziarono a fare dei tentativi coscienti di misurare, registrare e prevedere i cambiamenti stagionali riferendoli ai cicli astronomici<ref>{{Cita|Campion 1|pp. 1-3}}.</ref>.
[[File:Venus_Tablet_of_Ammisaduqa.jpg|miniatura|La tavoletta di Venere di Ammi-Saduqa]]
La prova iniziale di tali pratiche appare come marcature su ossa e disegnatadisegni sulle pareti delle caverne, il che dimostra che i cicli delle [[fasi lunari]] venivano annotati fin dal 23-25 mila a.C.; il primo passo verso una registrazione dell'influenza della [[luna]] sul corso delle [[maree]] e sui fiumi, oltre che verso l'organizzazione di un calendario comune<ref>{{Cita|Marshack|p. 81ff}}.</ref>. Con la comparsa dell'[[agricoltura]], durante la cosiddetta [[rivoluzione neolitica]], nuove esigenze si sono via via manifestate, mentre aumentava nel contempo la conoscenza riguardante le [[costellazioni]] le cui apparizioni nel cielo con il passare delle stagioni permettevano di fare certi collegamenti: il sorgere di un particolare gruppo di [[stelle]] era ad esempio indice dell'avvicinarsi delle inondazioni annuali o di una variazione delle attività stagionali<ref>[[Esiodo]], (VIII secolo a.C. circa). Il poema di Esiodo intitolato ''[[Le opere e i giorni]]'' dimostra come la [[levata eliaca]] e l'impostazione delle costellazioni sono stati utilizzati come guida calendariale nel campo agricolo, da cui sono statistate elaborate previsioni astrologiche quotidiane, ad esempio: "Cinquanta giorni, tra il solstizio e la fine dell’estate, stagione spossante, è per i mortali il tempo adatto per navigare: né la nave spezzerai né uomini ti farà perire il mare", ''Le Opere e i Giorni'', vv. 663-666, in Esiodo, ''Tutte le opere e i frammenti con la prima traduzione degli scolii'' , Milano, Bompiani, 2009, p. 223.</ref>.
 
A partire dal III millennio a.C., con la diffusione della [[civiltà]], si era altresì sviluppata anche una sofisticata consapevolezza dei cicli terrestri e si ritiene che gli uomini abbiano consapevolmente orientato i propri edifici templari con il preciso intento di creare un allineamento con i moti eliaci delle stelle<ref>{{Cita|Kelley-Milone|p. 268}}.</ref>. Vi sono prove sparse che suggeriscono il fatto che i più antichi riferimenti astrologici conosciuti sono copie di testi realizzati durante questo periodo; due di essi, tratti dalla [[Tavoletta di Venere di Ammi-Saduqa]] (compilata a [[Babilonia]] attorno al 1700 a.C.) sono considerati come esseressere stati prodotti durante il regno di [[Sargon di Akkad]] (2334-2279 a.C.)<ref>Due testi che si riferiscono ai "presagi di Sargon" sono riportati in Ernst F. Weidner, “Historisches Material in der babylonischen Omen- Literatur”, in ''Mitteilungen der Altorientalischen Gesellschaft'', 4 (1928–29) pp. 226–240 ed. Bruno Meissner, (Leipzig, 1928-9), v. 231 e 236.</ref>.
 
Un altro, con un uso precoce dell'astrologia elettiva, viene attribuita al regno del sovrano del popolo dei [[Sumeri]] [[Gudea]] di [[Lagash]] (circa 2144-2124 a.C.). Una sezione di tal documento illustra di come gli déidèi abbiano rivelato a lui solo in sogno la disposizione - e quindi il momento più favorevole - delle costellazioni adatta per la costruzione di un tempio<ref>Tratto dal rotolo A del sovrano Gudea di Lagash, I 17 – VI 13. O. Kaiser, ''Texte aus der Umwelt des Alten Testaments'', Bd. 2, 1-3. Gütersloh, 1986-1991. Citato anche in A. Falkenstein, ‘Wahrsagung in der sumerischen Überlieferung’, ''La divination en Mésopotamie ancienne et dans les régions voisines''. Parigi, Press Universitaires de France, 1966, pp. 45-68</ref>.
 
Tuttavia sussistono dubbi sulla questione se queste indicazioni fossero state effettivamente registrate nel momento, o più semplicemente attribuite ad antichi sovrani dai posteri. La più antica testimonianza indiscussa dell'uso dell'astrologia come un sistema integrato di conoscenza è quindi attribuita alle annotazioni che emergono da quella definita col nome di [[età neo-sumerica]] (1950-1651 a.C.).