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Al-Mina (in arabo: الميناء, "il porto") è il nome moderno dato da Leonard Woolley a un antico porto commerciale sulla costa mediterranea della Grande Siria settentrionale, in prossimità dell'estuario dell'Oronte, vicino a Samandağ, nella Provincia di Hatay in Turchia.

Storia

Il sito fu scoperto nel 1936 da Leonard Woolley, che lo considerò una precoce colonia commerciale greca, fondata poco prima dell'800 a.C., in diretta competizione con i fenici nel sud. Woolley riteneva che la copiosa presenza di ceramica greca rinvenuta nel sito indicasse un legame con la produzione euboica, mentre la ceramica siriana e fenicia di uso quotidiano riflettesse la mescolanza culturale tipica di un emporio. Deluso del mancato ritrovamento di un porto dell'Età del Bronzo, Wooley si spostò preso sul sito più antico e più urbano di Alalakh.

I ciritici di Woolley lo accusano di aver trascurato la ceramica d'uso, più grezza e priva di decorazioni, e di non aver dimostrato la dimensione rispettiva delle popolazioni di greci, siriani e fenici.[1] La controversia, se AL-Mina debba essere considerato come un sito originariamente siriano, con un architettura e una ceramica siriane e un presenza greca, oppure una colonia greca dell'Età del Ferro, non è ancora risolta.[2]

Al-Mina è stata spesso negletta nelle mappe.[3] Studi recenti[Quali?] hanno ritenuto Al-Mina di fondamentale importanza nella comprensione del ruolo dei greci nella Vicino Oriente antico agli albori del periodo orientalizzante della storia culturale greca.

Woolley identificò Al-Mina con il Posideion di Erodoto, ma più di recenti gli studiosi hanno posto Posideion presso Ras al-Bassit.[4] Robin Lane Fox[5] ha proposto che il nome greco del luogo fosse Potamoi Karon, un toponimo menzionato in Diodoro Siculo[6], quando descrive i saccheggi compiuti da Tolomeo Sotere sulla costa sira nel 312 a.C.; egli nota l'inusuale ordine delle parole e lo collegga suggestivamente a karu, "porto commericale", termine tratto da un'iscrizione di Tiglath-Pileser III, che significherebbe "Fiume (o fiumi) della stazione commerciale".[7] Woolley, su altre basi, datò l'abbandono finale del sito di Al-Mina alla fine del quarto secolo a.C:, forse in segutio ai danni dovuti alla ricostruzione del porto di Seleucia di Pieria, poco più a nord. Lane Fox avanzò invece che la distruzione del porto sia dovuta allo stesse devastazioni di Tolomeo del 312.

Note

  1. ^ Lehmann (2005)
  2. ^ R. Kearsley, "Greeks Overseas in the 8th Century B.C.: Euboeans, Al Mina and Assyrian Imperialism,"; J. Boardman, "The Excavated History of Al Mina," in Ancient Greeks West and East, ed. G. Tsetskhladze (Leiden, Boston, 1999); Waldbaum (1997)
  3. ^ Such as Eric M. Meyers (ed.), The Oxford Encyclopaedia of Archaeology in the Near East 1997, which barely makes passing reference
  4. ^ Waldbaum (1997), Lane Fox (2008) sottolineano la frequenza del toponimo Posideion in zone costiere.
  5. ^ Lane Fox, Travelling Heroes in the Epic Age of Homer 2008:97ff
  6. ^ D. S., 19.79.6
  7. ^ Lane Fox propone come parallelo il greco Koile Syria, che A. Schalit (1954) e M. Sartre (1988) hanno correttamente identificato come la resa dell'aramaico kul, "tutto, intero" (Lane Fox 2008: nota al capitolo 7, p. 378f).

Bibliografia