Museo archeologico regionale Antonino Salinas: differenze tra le versioni

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Ma è sotto la quarantennale direzione di [[Antonino Salinas]] (1873-1914) che il museo crebbe in maniera consistente attraverso ricerche archeologiche condotte nell’isola, come a [[Mozia]], [[Tindari]] e [[Selinunte]], portando nel museo i reperti rinvenuti come quattro metope arcaiche, con un'opera di recupero delle opere d'arte tra le macerie dopo il [[terremoto di Messina del 1908]], e grazie ad acquisti di opere e materiali salvati alla dispersione.
 
Durante la [[seconda guerra mondiale]] l'allora direttrice del museo, [[Jole Bovio Marconi]], si occupò di rispostare tutto il materiale custodito all'interno del museo presso il monastero di San Martino delle Scale per preservare la collezione dalle distruzioni dei [[bombardamenti]] [[Alleati della seconda guerra mondiale|alleati]]. Nel 1949 Bovio Marconi si occupò della del riallestimento museale; la struttura era stata pesantemente danneggiata il progetto di recupero architettonico fu curato dall'architetto [[Guglielmo De Angelis d'Ossat]].
 
Nel periodo successivo alla seconda guerra mondiale numerosi scavi condotti nella Sicilia occidentale hanno apportato un ulteriore arricchimento del museo colmando la narrazione storica dell'isola, che in questa maniera percorre interamente l'arco di tempo che va dalla preistoria al medioevo. Fino al 1954 custodiva anche la collezione d'arte, quell'anno trasferita a [[palazzo Abatellis]], divenuto dal 1977 Galleria Regionale della Sicilia.