Impero romano: differenze tra le versioni

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L'Impero rinnovato in tal modo, non più tardo-romano ma greco-bizantino, riuscì a mantenere i territori residui (Anatolia, Tracia, isole del Mediterraneo, enclave nei Balcani e in Italia), per lo più di cultura greca, con piccole e relative perdite territoriali, e con [[Costante II]] ([[641]]-[[668]]), nipote di Eraclio, si tentò persino di recuperare l'Italia, strappandola ai Longobardi; l'impresa era tuttavia anacronistica e, per la strenua resistenza degli assediati Longobardi di Benevento, la campagna fallì (663). Costante II fu l'ultimo imperatore «romano» a visitare Roma (663); successivamente si stabilì a Siracusa, dove pose la propria residenza imperiale; morì nel 668, in una congiura, e la residenza imperiale venne di nuovo spostata a Costantinopoli.
 
Con l'ascesa della [[dinastia Isauriana]] ([[717]]) l'Impero si ellenizzò ulteriormente, e gradualmente tutti i titoli latini scomparvero dalle monete. Nel corso dell'[[VIII secolo]], la controversia iconoclastica (distruzione delle immagini sacre, ritenute idolatre) e le minacce dei Longobardi e dei Franchi contribuirono a separare l'Italia e la città di Roma dall'Impero romano d'Oriente, e nel 751 l'intero centro Italia (tranne il ducato romano) cadde in mano longobarda; il Papapapa, non potendo più contare sui Bizantini, chiese aiuto ai Franchi che scesero in Italia e annientarono il regno longobardo, cedendo poi il Centro Italia ai Papipapi invece di restituirlo ai Bizantini (756); Roma, l'antica capitale, andò di nuovo perduta finendo in mano papale. Fu a questo punto che i Papipapi smisero di riconoscere come "Romani" gli Imperatori di Bisanzio definendoli da ora in poi "Greci" e conferendo il titolo di "Imperatore romano" a [[Carlo Magno]] e ai suoi successori.<ref>Cfr. ad esempio N. Bergamo, ''Costantino V imperatore di Bisanzio'', p. 96: «I rapporti tra Impero e pontefice divennero molto tesi, e nel 756 la rottura fu definitiva. Le cancellerie pontificie continuarono per qualche tempo ancora ad utilizzare le date dell'Impero, ma la situazione si deteriorò sempre più col passare degli anni. Dalle fonti, quelli che fino a poco tempo prima erano i Romani e coloro che guidavano la ''res pubblica romanorum'', ora diventano ''graeci''.»</ref> Da quel momento in poi vi sarebbero stati due Imperi aufodefinitesi "romani", cioè l'Impero greco in Oriente e il [[Sacro Romano Impero]] in Occidente.
 
Bisanzio conobbe un periodo di rinascita sotto la dinastia dei Macedoni, nel corso della quale l'Impero riconquistò a spese di Arabi e Bulgari Cipro, parte della Siria e della Palestina, parti di Armenia e Mesopotamia, e tutti i Balcani; con la morte di [[Basilio II Bulgaroctono|Basilio II]] (noto come lo sterminatore di Bulgari, perché fu l'artefice della distruzione dell'[[Impero bulgaro]]) nel 1025 tuttavia iniziò un nuovo declino per Bisanzio dovuto soprattutto dalla disgregazione del sistema dei ''temi'', causata dall'espandersi dei latifondi: con la scomparsa dei soldati-contadini (stratioti), sostituiti da truppe mercenarie, l'Impero si indebolì militarmente,<ref>Georg Ostrogorsky, ''Storia dell'Impero bizantino'', pag. 294-310</ref> e di questo ne approfittarono nuovi temibili nemici, come Normanni e Selgiuchidi, che inflissero un duro colpo all'Impero.
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Escludendo questi tre ultimi Stati che sostenevano di essere successori dell'Impero, e dando per vera la data tradizionale della [[fondazione di Roma]], lo Stato romano durò dal [[753 a.C.]] al [[1453]], per un totale di 2.206 anni.
 
Va detto, infine, che anche l'[[Storia dell'Italia fascista|Italia fascista]] di [[Mussolini]] pretese di essere l'erede diretta dell'Impero Romano. Infatti il [[duce]] sognava di fare dell'Italia una [[grande potenza|potenza mondiale]] e alla [[Guerra d'Etiopia#La proclamazione dell'Impero|proclamazione dell'Impero di Etiopia]] annunciò «dopo quindici secoli la riapparizione dell'Impero sui colli fatali di Roma».<ref>[[s:Italia - 9 maggio 1936, Discorso di proclamazione dell'Impero|Discorso di proclamazione dell'Impero]]</ref>
 
== Note ==