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Tra il 1590 e il 1592, a Creto di [[Pieve di Bono-Prezzo]], alla fiera di Santa Giustina di bestiame e prodotti caseari, la più grande delle Giudicarie, "forestieri" della Val Vestino operano sul mercato secondo quanto riportato dal registro del dazio vescovile<ref>Archivio del Principato vescovile di Trento, sezione latina, SLC08N042_01.</ref>. Infine nel 1678, da Magasa, una certa famiglia Andreis emigra nel villaggio di Mignone di Costa di Gargnano; i suoi componenti erano soprannominati Magasì e Tadena. Nei secoli successivi i 140 discendenti Andreis risulteranno quasi tutti emigrati a Desenzano, Lumezzane, Tignale, Botticino, Milano e nella Svizzera.
 
==I danni dell'alluvione del 1850 in Val Vestino==
Il 27 maggio prima e il 18 giugno poi furono giornate di piogge torrenziali e insistenti in tutta Italia. Tutti i torrenti uscirono dall’alveo, invasero campi e strade, rovinarono case e stalle, ma fu in agosto che una forte perturbazione atmosferica si abbatté nuovamente sul nord Italia causando danni ulteriori in Friuli, in Alto Adige e in Lombardia.
"La terribile alluvione qui avvenuta nell’agosto pp. atterrò i vari ponti in legno sul [[torrente Toscolano]] del comune di [[Turano (Valvestino)|Turano]], ponti questi che non solo mantengono la comunicazione di questo Comune con gli altri paesi della Valle di Vestino, ma eziandio colla Riviera limitrofa di [[Salò]], con cui questi abitanti praticano il loro commercio, e da cui ritraggono i generi di prima necessità, ed altri occorribili ai comodi e bisogni della vita.
 
Pella mancanza adunque di questi ponti al minimo ingrossare delle acque di quel fiume rimane interrotta la detta comunicazione con notabile pregiudizio di questi abitanti".
La sera del 14 agosto 1850 un violento nubifragio colpì anche la [[Valle Trompia]]; le piogge, copiose e ininterrotte, caddero per l’intera notte facendo tracimare in più punti il Mella e i torrenti affluenti. Gli attuali comuni di Tavernole, Marcheno, Gardone, Sarezzo e Collebeato furono allagati, danneggiati, travolti; pure altri centri subirono vittime e danni consistenti. A Gardone 14 officine armiere furono spazzate via dalla furia delle acque, compromettendo seriamente l’economia locale. A Sarezzo il torrente Redocla, che percorre una breve ma irta valle laterale, cancellò un vigneto presso la chiesa parrocchiale e, interrandosi, riportò alla luce arche di pietre e ossa.
 
Anche la [[Val Vestino]] fu duramente percossa in special modo nella comunicazione stradale con la Riviera di Salò. "La terribile alluvione qui avvenuta nell’agosto pp. atterrò i vari ponti in legno sul [[torrente Toscolano]] del comune di [[Turano (Valvestino)|Turano]], ponti questi che non solo mantengono la comunicazione di questo Comune con gli altri paesi della Valle di Vestino, ma eziandio colla Riviera limitrofa di [[Salò]], con cui questi abitanti praticano il loro commercio, e da cui ritraggono i generi di prima necessità, ed altri occorribili ai comodi e bisogni della vita. Pella mancanza adunque di questi ponti al minimo ingrossare delle acque di quel fiume rimane interrotta la detta comunicazione con notabile pregiudizio di questi abitanti".
 
Il Podestà di Magasa [[Giuliano Venturini]] così chiede, con questa lettera 21 ottobre 1850, al Capitano Distrettuale di Tione di intervenire al più presto. Ma il Capocomune di Turano rispondeva però il 21 novembre che non era tenuto alla concorrenza nella ricostruzione dei ponti sul Toscolano perchè nessun atto antico lo prevedeva anzi, precisava che "da uno statuto di valle si raccoglie il seguente tenore che non poco giova a spalleggiare la ragione di questo comune nel particolare di cui trattasi ed eccone i senso: Tutte le Terre di questa Valle di Vestino sono tenute, ed obbligate ad accomodare, e mantenere le strade, ed i ponti sopra i fiumi, ognuna cioè quelle o quelli che si ritrovano nel proprio tenere dalla cima al fondo di essa Valle, a spese, e danni particolari delle terre dove occorreranno acconciarsi, e mantenersi dette strade e ponti".