Merobaude (console 377): differenze tra le versioni

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Merobaude servì sotto l'imperatore [[Giuliano (imperatore romano)|Giuliano]] (361-363); si occupò del trasferimento del suo corpo.
 
Fu nominato ''[[magister militum]]'' dall'imperatore [[Valentiniano I]], probabilmente nel [[375]] e partecipò alle [[Campagne suebo-sarmatiche di Valentiniano I|campagne militari]] di quell'anno nel territorio dei [[Quadi]].<ref>[[Ammiano Marcellino]], ''Storie'', XXX, 5-6.</ref>. In quello stesso anno Valentiniano I morì, lasciando sul trono d'Occidente il giovane figlio sedicenne [[Graziano]], mentre in Oriente regnava suo fratello [[Valente (imperatore)|Valente]].
 
L'esercito romano, condotto in campagna militare da Valentiniano sulle rive del Danubio, non gradiva l'assenza di un imperatore al suo comando (Graziano, nominato co-imperatore dal padre, era a [[Treviri]]), e stava per nominare imperatore [[Sebastiano (generale romano)|Sebastiano]], un avversario di Merobaude. Merobaude, allora, colse l'occasione per proclamare imperatore il figlio minore di Valentiniano, [[Valentiniano II]], che sebbene avesse appena quattro o cinque anni, era stato portato dal padre nella campagna militare insieme alla madre [[Giustina (imperatrice)|Giustina]]. La scelta, sebbene altamente inusuale perché avvenuta per mano di un generale, fu comunque accettata sia da Graziano che da Valente, in quanto rafforzava il dominio della [[dinastia valentiniana]].<ref name="oflynn3">{{cita|O'Flynn|p. 3}}.</ref>.
 
La giovanissima età di Valentiniano II significò, però, che il vero potere era nelle mani di Merobaude stesso, il quale riuscì anche ad assicurarsi il sostegno di Graziano; una prima influenza si può riscontrare nella condanna a morte del potente generale [[Flavio Teodosio|Teodosio]], padre del futuro imperatore [[Teodosio I]] e nemico di Merobaude, che avvenne l'anno seguente.<ref>{{cita|O'Flynn|p. 2}}.</ref>.
 
Merobaude esercitò il [[console (storia romana)|consolato]] due volte, nel [[377]], con Graziano, e nel [[383]], con [[Flavio Saturnino]]: questo onore testimonia l'importanza di Merobaude, in quanto, sin dall'epoca di [[Costantino I]], i consolati multipli erano riservati ai membri della casa imperiale (è possibile anche che Merobaude fosse stato insignito del consolato per la terza volta nel 388, ma che si fosse poi suicidato).<ref>{{cita|O'Flynn|pp. 2-3}}.</ref>. Durante il processo al corrotto governatore [[Civiltà romana|romano]], probabilmente lo sostenne: Romano venne assolto.
 
Nel [[378]] disobbedì all'imperatore, non inviando tutte le truppe a sua disposizione in aiuto dell'imperatore d'Oriente [[Flavio Valente]] (che sarebbe poi morto nella [[battaglia di Adrianopoli (378)|battaglia di Adrianopoli]]) per difendere la frontiera gallica dall'invasione degli [[Alemanni|Alamanni]], rivali dei Franchi.
 
Nel [[383]] [[Magno Massimo]], un generale romano di origine spagnola ma di stanza in Britannia, si ribellò proclamandosi imperatore e attraversò [[la Manica]] giungendo in Gallia. A causa dello scarso controllo esercitato da Graziano sulle sue truppe, Massimo riuscì a conquistare la Gallia, sconfiggendo Graziano a [[Parigi]]. Secondo lo storico [[Prospero Tirone]] la sconfitta, che portò poi alla morte di Graziano, fu causata dal tradimento di Merobaude. Gli storici moderni, però, non concordano, ritenendo improbabile che Merobaude, che in quell'anno era console e che godeva di grande influenza presso Graziano e Valentiniano, decidesse di passare dalla parte di un imperatore molto amato dalle truppe e difficilmente controllabile.<ref name="oflynn3" />.
 
Quel che appare probabile è che Merobaude si sia reso conto che l'esercito di Graziano, che stava confrontando le truppe di Massimo a Parigi, fosse intenzionato a disertare e passare dalla parte di Massimo, che godeva di grande popolarità tra i soldati; Merobaude avrebbe tentato di passare dalla parte dell'usurpatore solo all'ultimo, quando si rese conto dell'inevitabile.<ref name="oflynn3-4">{{cita|O'Flynn|pp. 3-4}}.</ref>.
 
Nel 388, anno della morte di Massimo, Merobaude si suicidò. In un [[panegirico]] composto dal poeta [[Latino Pacato Drepanio|Pacato]] in onore di [[Teodosio I]], vincitore su Massimo, Merobaude è dipinto come amato da Graziano e costretto a suicidarsi: nessuna menzione è fatta del tradimento riferito da Procopio.<ref name="oflynn3" />. Egli lasciò un figlio dallo stesso nome, [[Merobaude (poeta)|Merobaude]]<ref name=":12">{{Cita libro|autore=[[Karl Ferdinand Werner]]|traduttore=Stefania Pico e Sabrina Santamato|titolo=Nascita della nobiltà. Lo sviluppo delle élite politiche in Europa|collana=Biblioteca di cultura storica|anno=2000|editore=[[Giulio Einaudi editore]]|città=[[Torino]]|p=182|ISBN=88-06-15288-2}}</ref>.
 
== Note ==