Manuel García (padre): differenze tra le versioni

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== Biografia ==
===Gli inizi in Spagna===
García fu uno dei protagonisti della scena lirica europea dell'inizio del [[XIX secolo]].
Nacque a [[Siviglia]] nel 1775 e fu battezzato, nella chiesa di Santa Maria Maddalena, con il nome di Manuel del Pópulo Vicente Rodríguez. Sulle vicende relative all'acquisizione del suo cognome definitivo di García esistono versioni differenti: secondo una tradizione storica, sarebbe rimasto orfano di padre a pochi mesi e avrebbe acquisito il cognome del secondo marito della madre;<ref name="Caruselli">Caruselli, II, p. 506.</ref> secondo ricerche più recenti, "García" sarebbe stato in effetti il secondo cognome del nonno paterno, Diego Rodríguez-García, deceduto verso il 1760, e sarebbe stato ripristinato per il piccolo in onore dell'antenato.<ref name="Grove">Radomski, ''Grove'', II, pp. 345-347.</ref> Come che sia, sono destituite di fondamento le leggende circa una sua infanzia tribolata, da orfano o figlio illegittimo, e tutto lascia pensare invece ad una normale vita di famiglia a Siviglia, fino ad almeno quattordici anni d'età, quando il suo nome scompare dagli elenchi censuari della parrocchia di Santa Maria Maddalena.<ref name="Grove"/> Ed a Siviglia, il piccolo iniziò, per così dire, la sua carriera canora entrando a far parte a sei anni del coro della cattedrale, dove acquisì i primi rudimenti dell'insegnamento della musica e del canto, ad opera di Antonio Ripa e di Juan Almarcha.<ref name="Caruselli"/> L'inizio di una carriera vera e propria si ebbe invece, intorno al 1792, a [[Cadice]], come autore ed esecutore di ''[[tonadilla]]s'', sorta di operine tipiche spagnole che ricordavano gli [[intermezzo|intermezzi]] italiani di inizio secolo. A Cadice García concluse anche il suo primo matrimonio, con la cantante Manuela Morales (1776-1836).<ref name="Grove"/> Il debutto nell'opera maggiore si ebbe invece a [[Madrid]] nel 1799 come ''Lindoro'' nella ''[[Nina, o sia La pazza per amore|Nina]]'' di [[Giovanni Paisiello|Paisiello]].<ref name="Caruselli"/> Dopo una breve parentesi di inizio secolo a [[Malaga]], García tornò a Madrid assumendo anche il suo primo incarico di tipo [[Impresario teatrale|impresariale]]<ref>L'incarico era peraltro condiviso con l'attore di prosa Isidoro Maiquez, famoso per la sua interpretazione di Otello.</ref> presso il Teatro ''[[Coliseo de los Caños del Peral]]'', incarico che si affiancava ovviamente a quello di primo tenore. Per questo teatro García continuò anche la sua attività di compositore, e qui, nel 1805, videro la luce il suo monodramma comico, ''El poeta calculista'', e l<nowiki>'</nowiki>''opereta'', ''El cautiverio aparente'', che riscossero un clamoroso e duraturo successo. L'aria "Yo que soy contrabandista", proveniente dal primo, divenne popolare in Europa e servì trent'anno dopo a [[Franz Liszt|Liszt]] come spunto per il suo ''Rondeau fantastique'' (S.252).<ref name="Grove"/>
===La grande carriera europea===
 
[[File:Manuel Garcia as Otello in Paris from Gallica.jpg|thumb|left|<div align="center">García nei panni del protagonista<br />nell'''[[Otello (Rossini)|Otello]]'' di [[Gioachino Rossini|Rossini]]</div>]]Dopo essere stato nominato "compositore del ''Teatro del Príncipe''",<ref>In seguito ''Teatro Español''.</ref> a Madrid, senza peraltro riuscire ad assumere materialmente la carica,<ref name="Grove"/> nel 1807 si trasferì a Parigi<ref>Insieme alla cantante Joaquina Sitchez, alias "la Briones", che si era esibita con lui e la moglie durante il soggiorno madrileno e che aveva alla fine preso il posto di quest'ultima, dandogli anche, nel 1805, un primo figlio, [[Manuel García (figlio)|Manuel]].</ref> per esibirsi nel ''[[Théâtre des Italiens]]'', dove debuttò nel 1808 con il ruolo di ''Gualtiero'' nella ''Griselda'' di [[Ferdinando Paër|Paër]].<ref>Il ''Théâtre des Italiens'' si era allora trasferito al ''[[Teatro dell'Odeon|Théâtre de l'Odéon]]'', peraltro a sua volta ridenominato ''Théâtre de l'Impératrice''.</ref>
[[File:Manuel Garcia as Otello in Paris from Gallica.jpg|thumb|left|<div align="center">García nei panni del protagonista<br />nell'''[[Otello (Rossini)|Otello]]'' di [[Gioachino Rossini|Rossini]]</div>]]
====Italia====
Seguì quindi un nuovo trasferimento, nel 1812, a [[Napoli]], dove era stato scritturato da [[Domenico Barbaja|Barbaja]] per i ''Teatri Reali'', e dove sarebbe restato fino al 1816: in questo periodo, dopo aver usufruito dei fondamentali insegnamenti del vecchio tenore e ora maestro di canto [[Giovanni Ansani]], la cui scuola risaliva forse addirittura a [[Niccolò Porpora]], interpretò parti da [[tenore|baritenore]] in opere di un gran numero di compositori coevi e fu, in particolare, il primo ''Achille'' nell<nowiki>'</nowiki>''[[Ecuba (Manfroce)|Ecuba]]'' dello sfortunato [[Nicola Antonio Manfroce|Manfroce]] (1812), il primo ''Egeo'' nella ''[[Medea in Corinto (Mayr)|Medea in Corinto]]'' di [[Giovanni Simone Mayr|Mayr]] (1813), e, soprattutto, il primo Norfolk nell'''[[Elisabetta, Regina d'Inghilterra]]'' all'esordio di [[Gioachino Rossini|Rossini]] nell'opera seria a Napoli (1815). Per lo stesso Rossini, l'anno successivo, creò a Roma il ruolo di ''Almaviva'' nella prima esecuzione de ''[[Il barbiere di Siviglia (Rossini)|Il barbiere di Siviglia]]''. Durante il suo soggiorno napoletano, García continuò anche la sua attività di compositore ed al [[Teatro San Carlo|San Carlo]] videro la luce le sue opere ''Il califfo di Bagdag'' (1813), appartenente al genere comico, e ''Tella e Dallaton'' (1814), appartenente invece al genere serio.
====Parigi e Londra====
 
Tornò quindi a Parigi al ''Théâtre des Italiens'' dal 1816 al 1824: durante questo periodo, il più fulgido della sua carriera, egli si esibì, anche a Londra, sia in ruoli di baritenore, serio (soprattutto ''[[Otello (Rossini)|Otello]]'') e di "mezzo carattere" (''Paolino'' ne [[Il matrimonio segreto]] di [[Domenico Cimarosa]]), sia, con qualche aggiustamento, in ruoli di [[tenore|tenore contraltino]] (''Lindoro'' ne ''[[L'italiana in Algeri]]''), e perfino come [[baritono]] nel repertorio mozartiano (protagonista del ''[[Don Giovanni (Mozart)|Don Giovanni]]'' e ''Conte di Almaviva'' ne ''[[Le nozze di Figaro]]''). Continuò altresì, a pieno ritmo, la sua carriera di compositore e opere da lui musicate furono messe in scena all'''[[Théâtre national de l'Opéra-Comique|Opéra-Comique]]'' (''Le prince d'occasion'', 1817, e ''Les deux contrats de mariage'', 1824), al ''Théâtre des Italiens'' (''Il fazzoletto'', 1820), al ''Gymnase Dramatique'' (''La meunière'', 1821), oltre che nel ''tempio'' maggiore dell'[[Opéra National de Paris|''Académie Royale de Musique (Opéra)'']] (''La mort du Tasse'', 1821, soprattutto,<ref>''La mort du Tasse'' fu probabilmente la più notevole e ben accolta tra le opere parigine di García, ed ebbe anche il riconoscimento di un'edizione ''de luxe'' della partitura, a quattro mesi dalla sua prima esecuzione (Radomski, p. 346).</ref> e ''Florestan, ou Le conseil des Dix'', 1822). A Parigi egli si affermò anche come valente maestro di canto. In tale veste, riuscì a convincere il riluttante primo tenore dell<nowiki>'</nowiki>''Opéra'', [[Louis Nourrit]], a permettere al figlio [[Adolphe Nourrit|Adolphe]] di intraprendere, sotto i suoi insegnamenti, una fulgida carriera canora,<ref>{{cita|Potter|p. 47}}.</ref> e si dedicò in particolare ai propri eredi: la figlia di primo letto Josefa (1803-1850),<ref>James Radomski, ''Introduction'', in Manuel García, ''L'isola disabitata'', Middleton, A-R Editions, 2006, p. XII.</ref> e i due maggiori nati dal secondo matrimonio, [[Manuel García (figlio)|Manuel]], la cui fama come didatta avrebbe superato quella del padre, e [[Maria Malibran|Maria]], poi passata alla storia con il cognome Malibran. Ebbe inoltre tra i suoi allievi anche il futuro [[soprano]] [[Gaetano Donizetti|donizettiano]] [[Henriette Méric-Lalande]].<ref name="Caruselli"/> Nel 1824, aprì un'accademia di canto a Londra e pubblicò anche un saggio dal titolo ''Exercises and Method for Singing''.<ref>''Exercises and Method for Singing, with an Accompaniment, for the Piano Forte, composed and dedicated to Miss Frances Mary Thompson, by Manuel García'', London, T. Boosey & Co., 1824. Si è a lungo ritenuto che il piccolo, e poco significante saggio, fosse la traduzione dell'omologo francese intitolato ''Exercises pour la Voix'', ma, secondo James Radomski, le ultime ricerche hanno consentito di accertare che "la versione francese non uscì fino al dicembre del 1824" ed è quindi posteriore a quella inglese (''...Chronicle...'', p. 170, nota 26).</ref>
===La ''tournée'' americana===
 
Nel 1825 l'intraprendente García formò una compagnia di canto su base principalmente familiare e si imbarcò con essa alla volta degli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]]. Della compagnia facevano parte, tra gli altri, oltre a lui stesso e ai due figli citati, la seconda moglie [[Joaquina Sitchez]] (1780-1854), detta "la Briones", e i bassi ''di lungo corso'', [[Paolo Rosich]]<ref>Rosich, che era stato, fra l'altro, il primo interprete del ruolo di Taddeo ne ''[[L'italiana in Algeri]]'', durante la trasferta americana dei García svolse anche compiti di librettista: suo in particolare il libretto de ''L'amante astuto'' (accessibile ''online'' in [http://books.google.it/books?id=GPoPAAAAYAAJ&printsec=frontcover&dq=The+cunning+lover&source=bl&ots=_rh8IS17Qi&sig=hQFc91w6xpGmGhGHNljEXRDpvnc&hl=it&ei=0foFTa_-M9HrOcTyxKYB&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=1&ved=0CBoQ6AEwAA#v=onepage&q&f=false ''books.google'']), ed anche quello de ''Il lupo d'Ostenda, o sia L'innocente salvato dal colpevole'', che doveva essere, con tutta probabilità, un rimaneggiamento del libretto scritto da [[Bartolomeo Merelli]] e messo in scena a Venezia nel 1818 con musica di [[Nicola Vaccai]] e con la partecipazione dello stesso Rosich nel ruolo di Grood ([http://www.italianopera.org/compositori/V/c2209984.htm ''italianopera.org''], consultata il 14 dicembre 2010).</ref> e Carlo Angrisani.<ref>Secondo il sito web {{es}}[http://www.orfeoed.com/opera/Quijote.asp ''orfeoed.com''] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20111009105051/http://www.orfeoed.com/opera/Quijote.asp |data=9 ottobre 2011 }}, partecipavano altresì alla spedizione americana, "Madame Barbieri, Giuseppe Pasta (marito di [[Giuditta Pasta|Giuditta]]) [e] Giovanni Crivelli". Appare quindi destituito di fondamento quanto riportato dall'Almanacco curato da Gherardo Casaglia sul sito [http://www.amadeusonline.net/almanacco.php?Start=0&Giorno=&Mese=&Anno=&Giornata=&Testo=Manuel+Garc%EDa&Parola=Stringa ''Amadeusonline''] (consultato il 10 dicembre 2010), secondo cui figurerebbe tra i partecipanti anche un tenore dal nome "Gaetano Domenico" (anziché ''Giovanni'') Crivelli, e ciò sia se riferito alla ''star'' [[Gaetano Crivelli]], all'epoca impegnato alla [[Teatro alla Scala|Scala]] (ad esempio, nella Quaresima del 1826, nella prima locale de [[Il crociato in Egitto]]), sia al figlio naturalizzato inglese di questi, [[Domenico Crivelli]], allora già in forza alla [[Royal Academy of Music]] di Londra come insegnante di canto. Dai libretti stampati in America, risulta invece che la Barbieri (peraltro sempre in essi definita "Barbiere") svolgeva le parti da primo soprano (Amenaide, Fiorilla, Donna Anna, Giulietta). Si trattava probabilmente della cantante francese Elisa Barbieri, che si ritrova attiva in Brasile negli anni immediatamente successivi (per tale periodo della sua attività cfr. Renata Saraiva, ''[http://revistapesquisa.fapesp.br/en/2004/05/01/the-practical-reason-of-criticism/ The practical reason of criticism] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20160305220418/http://revistapesquisa.fapesp.br/en/2004/05/01/the-practical-reason-of-criticism/ |data=5 marzo 2016 }}'', «Revista Pesquisa FAPESP», Ed 99, maggio 2004).</ref> La compagnia mise in scena i primi spettacoli operistici ''italiani'' in assoluto, a [[New York]], e si spostò poi anche in altre città nordamericane, programmando sia opere rossiniane sia lavori nuovi dello stesso García, nonché il [[Giulietta e Romeo (Zingarelli)|Giulietta e Romeo]] di [[Nicola Antonio Zingarelli|Zingarelli]]. Ne ''Il barbiere di Siviglia'', ad esempio, i ruoli della famiglia García erano così distribuiti: il patriarca interpretava la parte di Almaviva, "la Briones" quella di Berta, Manuel figlio quella di Figaro, e Maria quella di Rosina (Rosich e Angrisani erano rispettivamente Don Bartolo e Don Basilio). In America si trovava allora pure, emigrato, l'ultrasettantenne librettista mozartiano, [[Lorenzo Da Ponte]], il quale riuscì ad ottenere che la compagnia mettesse in cartellone anche il ''Don Giovanni'', e quest'opera ebbe quindi la sua prima americana, alla presenza del librettista, il 23 maggio 1826, con García nel ruolo del protagonista, la Briones come Donna Elvira, Maria come Zerlina, Manuel Jr. come Leporello, Angrisani come Masetto e Rosich come Commendatore.<ref>[http://www.amadeusonline.net/almanacco?r=&alm_sett=&alm_giorno=23&alm_mese=5&alm_anno=1826&alm_testo= ''Amadeusonline'' - Almanacco di Gherardo Casaglia] (consultato il 10 dicembre 2010). Per la precisione, c'erano state precedenti rappresentazioni sia del ''Don Giovanni'' che de ''Le nozze di Figaro'', "però in versioni molto accorciate e in infelici traduzioni in inglese di Henry Rowley Bishop". Dato che la compagnia di García mancava di un tenore adatto a sostenere la parte di Don Ottavio (essendo il patriarca impegnato in quella del titolo), fu lo stesso Da Ponte a dover procurare un cantante locale in grado di fronteggiare in qualche modo la bisogna (Sheila Hodges, ''Lorenzo Da Ponte: The Life and Times of Mozart's Librettist'', University of Wisconsin Press, Madison, 2002, p. 193, ISBN 978-0-299-17874-1).</ref>
 
Nel biennio 1827-1828, dopo essere stata abbandonata da Maria che aveva approfittato dell'offerta di matrimonio da parte dell<nowiki>'</nowiki>''anziano'' banchiere Eugène Malibran per sottrarsi all'oppressiva tutela paterna, la compagnia si spostò in Messico, dove García fu anche costretto a tradurre in spagnolo le opere che rappresentava, e dove comunque avrebbe voluto stabilirsi permanentemente;.
===Gli ultimi anni a Parigi===
sennonché successivi disordini politici lo indussero, nel 1829, a rientrare a Parigi,<ref name="Grove"/> dove fu di nuovo accolto con calore. La sua voce cominciava però ormai a dare segni di deterioramento ed egli diede l'addio alle grandi scene con un'ultima rappresentazione del suo ruolo forse preferito, l'''Otello'' di Rossini.<ref name="Caruselli"/> Mai cessando di comporre, ed anche continuando ad apparire su palcoscenici minori "a dispetto dei suoi capelli bianchi" («Revue Musicale», marzo 1831), egli si dedicò quindi di nuovo all'insegnamento, attività per la quale sembrava essere particolarmente portato,<ref name="Grove"/> coinvolgendo questa volta la figlia più piccola, [[Pauline Viardot|Pauline]], che avrebbe anch'essa conquistato gran fama in Europa, e non solo come cantante, con il cognome maritale di [[Louis Viardot|Viardot]]. Dopo essere apparso un'ultima volta sul palcoscenico, in un ruolo buffo, nell'agosto del 1831, García morì il 10 giugno dell'anno successivo e fu seppellito nel [[Cimitero del Père-Lachaise]]. L'orazione funebre fu tenuta da [[François-Joseph Fétis]], che "lo ricordò soprattutto come compositore, lamentando che i suoi lavori migliori rimanessero non pubblicati, così com'è del resto ancor vero tutt'oggi". Il retaggio del suo insegnamento nel campo dell'arte lirica, comunque, per il tramite dei figli, cantanti e didatti del canto, sarebbe rimasto vivo e fecondo fin ben addentro al XX secolo.<ref name="Grove"/>
 
=== Famiglia ===