D'Avalos: differenze tra le versioni

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== Storia ==
=== Le originiOrigini ===
I d'Avalos (in [[Spagna]] il cognome viene menzionato più spesso come Dávalos e, talora, anche Abalón) avrebbero secondo la tradizione, origine visigota. Le prime informazioni storicamente attendibili tuttavia menzionano la famiglia in relazione ad una donazione effettuata da un certo Ximeno de Avalos a beneficio del [[Monasteri di Yuso e Suso|Monastero Reale di San Millán de la Cogolla]] datata 1162.<ref>Garibay y Zamalloa, p. 106</ref> Tale notizia, riportata dallo storico [[Esteban de Garibay y Zamalloa]] nel capitolo 13 del libro 12 del suo trattato "''Los quarenta libros del compendio historial de las crónicas y Universal historia de estos Reinos de España''" afferma inoltre come Ximeno fosse una persona di riguardo, cavaliere con possedimenti nel villaggio di [[Ábalos]] nella regione de [[La Rioja (Spagna)|La Rioja]]. Vari discendenti della famiglia passarono in [[Aragona]] e, quindi, in [[Andalusia]], distinguendosi nelle plurisecolari operazioni militari della [[Reconquista]].
 
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Strettamente associati ai d'Avalos nella fase del loro arrivo nel regno di Napoli al seguito di re Alfonso troviamo un esponente della famiglia [[Guevara (famiglia)|Guevara]], Innico de Guevara, loro fratellastro in quanto figlio della medesima madre, Costanza de Tovar. È possibile che anche un altro Guevara, Ferdinando (o Ferrante), fratello del succitato Innico fosse presente nel novero di coloro che accompagnarono re Alfonso. Il poeta catalano [[Chariteo]] scrisse a proposito di questi personaggi: ''Frutto d'un sol terren da due radici, duo Avoli e duo Guevaro, antique genti bellicosi e terror degli inimici''.<ref>Citazione riportata in Benedetto Croce, ''La Spagna nella vita italiana durante la rinascenza'', 1917</ref>
 
=== Il ramoRamo italiano ===
[[File:Titian (Tiziano Vecellio) (Italian) - Portrait of Alfonso d'Avalos, Marquis of Vasto, in Armor with a Page - Google Art Project.jpg|miniatura|223x223px|[[Alfonso III d'Avalos|Marchese Alfonso d'Avalos (Tiziano)]]]]
 
=== Il ramo italiano ===
I d'Avalos rappresentarono una delle casate più importanti del [[regno di Napoli]] a partire dal [[XV secolo]]. I fratelli [[Innico I d'Avalos|Iñigo]], Alfonso e Rodrigo, figli di [[Ruy López Dávalos]], conte di Ribadeo, giunsero nella penisola italiana al seguito del [[re]] [[Alfonso V d'Aragona]], asceso al trono di Napoli nel [[1442]].<ref>Luise, 2006, p. 29</ref>
 
La casata fu titolare di numerosi feudi (tra i più importanti i marchesati di [[Pescara]] e di [[Marchesato del Vasto|Vasto]]) e registrata tra i patrizi di [[Napoli]] del [[Sedili di Napoli#Sedile di Nilo|Sedile di Nilo]]<ref>[https://archive.org/details/bub_gb_g9SZHLyhb8cC/page/n153/mode/2up ''Topografia universale della città di Napoli in Campagna Felice e note enciclopediche storiografiche di Niccolò Carletti''], p. 114</ref>, poi nel [[Libro d'oro della nobiltà italiana (registro ufficiale)|Libro d'Oro]].
 
[[File:COA Marquis of Vasto.svg|sinistra|miniatura|Arma d'Avalos d'Aquino, assunta dai discendenti di Innico I in seguito al suo matrimonio con Antonella d'Aquino. ''Inquartato, al 1° e 4° d'azzurro, al castello d'oro, torricellato di tre pezzi, con la bordatura composta d'argento e di rosso (d'Avalos), al 2° e 3° controinquartato, al I e IV bandato d'oro e di rosso (d'Aquino), al II e III troncato d'argento e di rosso, al leone dell'uno nell'altro (del Borgo).'' L'inquartamento dell'arma dei d'Aquino è attestato posteriormente alla morte senza eredi maschi di Francesco Antonio d'Aquino (circa 1472) e alla morte di Antonella d'Aquino, avvenuta nel 1493, sua erede. L'adozione dello scudo dei del Borgo risale al XVI secolo.<ref>Jaume Torró Torrent, ''Non sappiamo né dove né da chi fu scritto il Curial e Guelfa. Risposta ad Abel Soler'', Archivio Storico per le Province Napoletane 137 (2019), p. 141</ref>]]
[[Innico I d'Avalos]] ottenne la [[contado|contea]] di [[Monteodorisio]] da [[Alfonso V d'Aragona]], ed il [[marchesato di Pescara]] dalla moglie [[Antonella d'Aquino]], discendente da un'[[d'Aquino (famiglia)|antica ed importante famiglia]]; i loro eredi usarono il cognome d'Avalos d'Aquino. [[Innico II d'Avalos]], figlio dei precedenti, divenne il primo [[marchesato del Vasto|marchese del Vasto]].
 
[[File:Stemma d avalos.jpg|destra|miniatura|Arma d'Avalos d'Aquino d'Aragona, assunta da Alfonso III d'Avalos in seguito al suo matrimonio con Maria d'Aragona, figlia di [[Ferdinando d'Aragona, duca di Montalto]]. Nel terzo inquartato quadripartito troviamo nel 1° quarto i [[pali d'Aragona]], simbolo araldico dei re della [[Corona d'Aragona]]; nel 2° sbarrato di otto fasce, di rosso e d'argento, stemma del regno di Ungheria; nel 3° d'azzurro, seminato di gigli d'oro, stemma degli Angioini di Napoli; nel 4° d'argento, alla croce potenziata d'oro, stemma del regno di Gerusalemme.]]
L'erede di Innico II, [[Alfonso III d'Avalos]] acquisì il titolo di [[Cavalierato|cavaliere]] del [[Toson d'Oro]] e fu governatore di Milano dal 1538 al 1546. Il figlio primogenito di Alfonso, [[Francesco Ferdinando d'Avalos]], ricoprì importanti incarichi governativi, venendo nominato nel 1560 governatore del Ducato di Milano (posizione che mantenne fino al 1563) e nel 1568 viceré di Sicilia. La linea principale della famiglia continuò con [[Alfonso Felice d'Avalos]], importate militare, comandante della cavalleria spagnola nella vittoriosa [[battaglia di Zutphen]]. In seguito alla morte senza eredi maschi di Alfonso Felice i titoli e i possedimenti del ramo principale della famiglia passarono ad un ramo secondario dei d'Avalos, nella persona di [[Innico III d'Avalos]]. Quest'ultimo aveva sposato la figlia di Alfonso Felice, Isabella d'Avalos. A partire da Innico III la cittadina abruzzese di [[Vasto]] diviene la residenza stabile e il centro dei possedimenti della famiglia d'Avalos, che vi promosse la costruzione di vari edifici civili e religiosi, volti ad abbellirla e accrescerne il prestigio. Tra i discendenti di Innico troviamo Ferdinando (o Ferrante) Francesco d'Avalos, il quale acquisì l'importante città di [[Lanciano]] e sulla cui testa il 18 ottobre 1647, [[Gennaro Annese]] pose mille ducati di taglia; [[Diego I d'Avalos]], che aggiunse ai suoi possedimenti la città di [[Isernia]], fu inoltre responsabile della costruzione e del restauro di diversi luoghi di culto a Vasto e promotore dello stabilimento nella città del collegio di Clerici regolari della Madre di Dio; [[Cesare Michelangelo d'Avalos]], importante personaggio politico, noto per il suo coinvolgimento nella [[congiura di Macchia]] e nella [[guerra di successione spagnola]].
 
[[File:Vasto 2011-08 by-RaBoe-018.jpg|upright=1.4|thumb|sinistra|Il [[palazzo d'Avalos]] a [[Vasto]]]]Nel [[1704]] [[Cesare Michelangelo d'Avalos]] fu elevato dal [[Sacro Romano Imperatore]] [[Leopoldo I d'Asburgo]] al rango di [[principe del Sacro Romano Impero]] con il diritto di battere moneta e nominare [[conte|conti]].<ref>Vienna, 12 marzo 1704, vedi: [[Solone Ambrosoli]]: [[:s:Il mezzo zecchino del Vasto|Il mezzo zecchino del Vasto]], in ''[[Rivista italiana d numismatica|RIN]]'', Milano, 190, p. 543 e segg.</ref>
 
Dopo la morte avvenuta nel 1729 di Cesare Michelangelo si ebbe un significativo ridimensionamento dei possedimenti dei d'Avalos. Molti feudi vennero infatti ceduti per coprire gli ingenti debiti del defunto; tuttavia una parte consistente dei titoli e dei possedimenti d'Avalos venne infine riconosciuta nel 1743 al suo erede designato, il nipote Giovan Battista d'Avalos, esponente del ramo pugliese (dei principi di Troia) della famiglia. Quest'ultimo ramo continuò ad essere titolare del marchesato del Vasto e del marchesato di Pescara fino all'[[eversione della feudalità]] del 1806, estinguendosi nella linea principale nel 1862 con la morte di Alfonso.
 
La linea cadetta di Ceppaloni ebbe origine da Rodrigo (figlio di [[Alfonso I d'Avalos|Alfonso]], fratello di Innico I d'Avalos), al quale venne concesso nel 1529 dall'imperatore [[Carlo V d'Asburgo]] il [[feudo]] dell'omonimo borgo, già possedimento del ribelle Giacomo Antonio della Marra. Rodrigo sposò in seconde nozze Feliciana de Gregorio, nobile di [[Benevento]] entrando così nel possesso del feudo rustico di Villafranca, nel contado di Benevento.<ref>Ricca, vol. 1, p. 285</ref> A Rodrigo successe il primogenito Alfonso che sposò Costanza Caracciolo d'Aragona dalla quale ebbe vari figli, tra cui Rodrigo che ereditò il feudo di Ceppaloni, venduto nel 1572 ai [[Coscia (famiglia)|Coscia]].
 
Questo ramo fu iscritto anche nella nobiltà di [[Benevento]] e si estinse agli inizi del [[Seicento]].<ref>Filiberto Campanile, ''L'armi, overo Insegne dei nobili, scritte dal signor Filiberto Campanile ...'', Napoli, 1680, p. 163.</ref> <ref>Alfredo Rossi, ''Ceppaloni. Storia e società di un paese del regno di Napoli'', ed. Pro Loco di Ceppaloni, 2011. ISBN 978-88-906209-0-4</ref>
 
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Il [[Castello Aragonese (Ischia)|castello aragonese]] di [[Isola d'Ischia|Ischia]], di proprietà dei d'Avalos, fu sede di un cenacolo culturale: [[Vittoria Colonna]] vi si era sposata e vi risiedette dal [[1501]] al [[1536]], insieme alla zia [[Costanza d'Avalos|Costanza]], circondate dai più prestigiosi artisti del tempo.<ref>Carbone, p. 52</ref>
 
[[File:Villad'Avalos.jpg|miniatura|Ingresso della villa d'Avalos a Posillipo]]
Anche dopo l'abolizione della feudalità e la scomparsa del ramo principale della famiglia, la linea collaterale dei d'Avalos, discendente da Gaetano d'Avalos, figlio secondogenito del duca di Celenza e principe di Torrebruna Carlo Cesare d'Avalos d'Aquino d'Aragona continuò a far parte della più considerevole nobiltà [[Napoli|napoletana]], venendo gratificata, nel [[1813]], del trattamento di [[duca|duchi]], dal re [[Gioacchino Murat]], nella persona di don Gaetano e discendenti.<ref>Luise, 2006, p. 128</ref><ref>Giacomo C. Bascapé, Marcello Del Piazzo, ''Insegne e simboli. Araldica pubblica e privata, medievale e moderna'', Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, Roma, 1983, p. 899</ref> I titoli di duca di Celenza e principe di Torrebruna passarono tuttavia alla famiglia de Lerma, in seguito al matrimonio di Maria Teresa d'Avalos, (figlia di Andrea d'Avalos, fratello maggiore del summenzionato Gaetano) con il duca di Castelmezzano Baldassarre de Lerma.<ref>''L'Araldo : almanacco nobiliare del napoletano'', Volume 14, 1891, p. 175</ref>