Elegia di Madonna Fiammetta: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
m Punteggatura, link
Etichette: Modifica visuale Modifica da mobile Modifica da web per mobile Modifica da mobile avanzata
Riga 42:
{{citazione|Con elegia intendiamo lo stile degli infelici.|[[Dante]], ''[[De Vulgari Eloquentia]]'' II, IV, 5.|Per elegiam stilum intelligimus miserorum.|lingua=la}}
 
Ma, mentre Dante assegna l'elegia al livello stilistico più basso:,
 
{{citazione|Se infine siamo a livello elegiaco, occorre prendere solamente il volgare umile.|[[Dante]], ''[[De Vulgari Eloquentia]]'' II, IV, 5.|Si autem elegiace solum humilem oportet nos sumere.|lingua=la}}
 
Boccaccio usa una prosa dai toni sostenuti e solenni, conveniente alla nobiltà della protagonista e del suo uditorio e sollecitata dall'impiego di testi classici, spesso tradotti alla lettera. Del resto, non mancavano esempi di elegie latine in stile alto, quale soprattutto la ''Elegia de diversitate fortunae et philosophiae consolatione'' di [[Arrigo da Settimello]] ([[1193]]), molto diffusa in [[Toscana]] anche attraverso volgarizzamenti trecenteschi e utilizzata da Boccaccio. Tra l'altro, nell'''Elegia di madonna Fiammetta'' si assegna un ruolo preminente proprio alla [[Destino|Fortuna]], motore delle vicende umane, secondo Boccaccio, e causa delle sventure di Fiammetta.
 
==La novità dell'opera==