Bombardamento navale di Genova (1941): differenze tra le versioni

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Precisazioni
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== Il proietto nella cattedrale di San Lorenzo ==
[[File:Unexploded shell in the cathedral in Genoa (Italy).jpg|thumb|La lapide, il proietto lungo ''Common Pointed Capped'' ERON e, in terra, un cappuccio balistico (''Penetrative Cap'') appartenuto a un proietto corto ''Armour Piercing Capped'' ECLON.]]
La [[Cattedrale di San Lorenzo (Genova)|cattedrale di San Lorenzo]] venne colpita il 9 febbraio da un proietto perforante inglese da [[BL 15 inch Mk I|381mm381 mm]] sparato dalla corazzata [[HMS Malaya]]. I danni risultanti da tale colpo, secondo una relazione del giorno seguente del soprintendente ai monumenti Carlo Ceschi, consistettero in un «foro d'entrata nel tetto e nella volta della [[navata]] destra, in una considerevole breccia nel muro portante destro della navata centrale, al di sopra degli archi dei [[Matroneo|matronei]], e nella caduta di un arco del matroneo di sinistra».<ref>{{cita|Ronco|pp. 94-96.}}</ref> Il proietto, dopo aver esaurito gran parte della sua forza cinetica urtando contro la parete interna settentrionale, cadde poi a terra e rotolò attraverso la navata centrale fino a fermarsi nella navata di destra senza esplodere.<ref>{{cita|Ronco|p. 96.}}</ref> La mancata detonazione venne vista come un segno miracoloso dalla popolazione e fu sfruttata dalla propaganda,<ref>{{cita|Ronco|p. 99.}}</ref> anche se l'alta percentuale di colpi inesplosi, fra cui proprio quello che centrò la cattedrale, era dovuta al fatto che tale tipologia di proiettili, utilizzati dalla [[Royal Navy]] principalmente contro navi da battaglia dotate di pareti d'acciaio corazzate spesse decine di centimetri, risultava inefficace contro strutture edilizie terrestri "morbide", le quali venivano trapassate senza riuscire a innescare la spoletta per l'esplosione.<ref>{{cita|Ronco|p. 100.}}</ref>
 
Le navi inglesi che bombardarono Genova avevano una dotazione di colpi da 381mm381 mm ripartita in proiettili APC (''Armour Piercing Capped'', dotati di cappuccio tagliavento e di cappuccio balistico sottostante), proiettili CPC (''Common Pointed Capped'', dotati di solo cappuccio tagliavento) e proiettili HE (''High Explosive''), ma nell'azione vennero utilizzati solamente i primi due tipi, in quanto lo scopo principale della [[Royal Navy]] era colpire le corazzate italiane [[Duilio (nave da battaglia 1913)|Duilio]], [[Giulio Cesare (nave da battaglia)|Giulio Cesare]] e [[Littorio (nave da battaglia)|Littorio]], che i servizi segreti britannici credevano fossero in porto, o ingaggiare un'eventuale battaglia contro formazioni della [[Regia Marina]] in alto mare. I proiettili utilizzati per bombardare la città erano stati erano forniti dalla Hadfield's Foundry di [[Sheffield]], che li produceva con il nome commerciale ECLON (per gli ''Armour Piercing Capped'') ed ERON (per i ''Common Pointed Capped''), ed erano stati imbarcati a Malta, dove si trovavano stoccati dal 1915 per la [[campagna di Gallipoli]]. Il modello ECLON era lungo 142cm, quindi 20 centimetri più corto rispetto al modello ERON, che era lungo 162cm, e terminò di essere prodotto intorno al 1920.<ref>{{cita web|url=https://core.ac.uk/download/pdf/82899115.pdf|titolo=The business and technology of the Sheffield Armaments industry 1900-1930|accesso=13 febbraio 2021}}</ref>
 
In base alle fotografie scattate nei giorni immediatamente successivi al bombardamento, il proietto che trapassò i muri della cattedrale era un ''Armour Piercing Capped'' corto ECLON. Su tale proietto circolarono poi, per molti anni, alcune notizie false, supportate anche da una lapide contenente informazioni errate posta all'interno della cattedrale stessa. Nella navata di destra, infatti, è presente la seguente iscrizione: