Bombardamento navale di Genova (1941): differenze tra le versioni

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La mancata detonazione venne vista come un segno miracoloso dalla popolazione e fu sfruttata dalla propaganda<ref>{{cita|Ronco|p. 99.}}</ref>, ma l'alta percentuale di colpi inesplosi, fra cui proprio quello che centrò la cattedrale, era dovuta sia alla vetustà dei proietti (prodotti prima del 1915, caricati con obsoleta [[polvere nera]] invece di moderna shellite, e poi usciti di produzione intorno al 1920), sia al fatto che tale tipologia di munizioni, utilizzate dalla [[Royal Navy]] principalmente contro navi da battaglia dotate di pareti d'acciaio corazzate spesse decine di centimetri, risultavano inefficaci contro strutture edilizie terrestri "morbide", le quali venivano trapassate senza riuscire a innescare la spoletta per l'esplosione<ref>{{cita|Ronco|p. 100.}}</ref>.
 
Le navi inglesi che bombardarono Genova avevano una dotazione di colpi da 381 mm ripartita in proiettili APC (''Armour Piercing Capped'', dotati di cappuccio tagliavento e di cappuccio balistico sottostante), proiettili CPC (''Common Pointed Capped'', dotati di solo cappuccio tagliavento) e proiettili HE (''High Explosive''), ma nell'azione vennero utilizzati solamente i primi due tipi, in quanto lo scopo principale della Royal Navy era colpire le corazzate italiane [[Duilio (nave da battaglia 1913)|Duilio]], [[Giulio Cesare (nave da battaglia)|Giulio Cesare]] e [[Littorio (nave da battaglia)|Littorio]], che i servizi segreti britannici credevano fossero in porto, o ingaggiare un'eventuale battaglia contro formazioni della [[Regia Marina]] in alto mare. I proietti utilizzati per bombardare la città erano stati erano forniti dalla Hadfield's Foundry di [[Sheffield]], che li produceva con il nome commerciale ECLON (per gli ''Armour Piercing Capped'') ed ERON (per i ''Common Pointed Capped''), entrambi caricati con polvere nera, ed erano stati imbarcati a Malta, dove si trovavano stoccati dal 1915 per la [[campagna di Gallipoli]]. Il modello ECLON era lungo 142 centimetri, quindi 20 centimetri più corto rispetto al modello ERON, che era lungo 162 centimetri. Quest'ultimo terminò di essere prodotto intorno al 1920 e restò a disposizione delle autorità militari fino a esaurimento delle scorte<ref>{{cita web|url=https://core.ac.uk/download/pdf/82899115.pdf|titolo=The business and technology of the Sheffield Armaments industry 1900-1930|accesso=13 febbraio 2021}}</ref>.
 
In base alle fotografie scattate nei giorni immediatamente successivi al bombardamento, il proietto che trapassò i muri della cattedrale era un ''Armour Piercing Capped'' ECLON. Su tale proietto circolarono poi, per molti anni, alcune notizie false, supportate anche da una lapide contenente informazioni errate posta all'interno della cattedrale stessa. Nella navata di destra, infatti, è presente la seguente iscrizione: