Storia della Sicilia: differenze tra le versioni

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== Preistoria ==
{{vedi anche|Preistoria della Sicilia|Cultura del vaso campaniforme|Stentinello}}
[[File:Tomba Orsi 04.jpg|thumb|left|La cosiddetta "tomba [[Paolo Orsi|Orsi]]" a [[Cava Lazzaro]], negli Iblei (antica età del Bronzo, [[cultura di Castelluccio]]).]]
[[File:Palermo-Museo-Archeologico-bjs-11.jpg|thumb|upright=0.7|Le incisioni rupestri della grotta dell'[[Addaura]] replicate al Museo archeologico regionale Antonio Salinas.]]
La più antica traccia umana rinvenuta nell'isola risale al Paleolitico ed è ubicata nei pressi di Marina di Ragusa, in contrada Fontana Nuova. Si tratta di un riparo sotto roccia che si apre nei pressi di un crinale roccioso a circa {{M|3 Km|u=km}} dalla costa, a {{M|145 |u=m}} sul livello del mare. Il riparo naturale è largo {{M|8 |u=m}}, profondo {{M|2 |u=m}}, ed alto fino a {{M|3 |u=m}} in alcuni punti. Qui fu reperito diverso materiale litico (raschiatoi e lame da taglio). I 212 reperti archeologici (136 strumenti in selce e 76 schegge di lavorazione) sono esposti al museo archeologico Paolo Orsi di Siracusa. Secondo lo schema del Laplace all'epigravettiano antico risalirebbe un complesso scavato agli inizi del [[XX secolo]] nei pressi di [[Canicattini Bagni]], alcuni ritrovamenti nell'entroterra siracusano e nella grotta Niscemi nel palermitano. In questa le pareti presentano incisioni rupestri zoomorfe. Al cosiddetto epigravettiano evoluto, la grotta di Cala dei Genovesi a Levanzo e il riparo di San Corrado nell'entroterra siracusano. All'epigravettiano finale, la grotta di San Teodoro Acquedolci, la grotta Corruggi (presso Pachino), la [[grotta Mangiapane]] e il riparo del Castello di Termini Imerese<ref>''Les subdivisions du Leptolithique italien. Étude de typologie analityque'', BPI, LXXIII, 1964, pp. 25 sgg.</ref>.
 
La presenza umana nell'area palermitana è attestata sin dall'epoca preistorica dai graffiti e dalle pitture rupestri delle [[grotte dell'Addaura]]: figure danzanti in un rito magico propiziatorio, forse "sciamani" di un popolo non identificato che abitò l'isola.
La [[grotta del Genovese]], nell'[[isola di Levanzo]] fu abitata dall'uomo tra i 10.000{{formatnum:10000}} e i 6.000{{formatnum:6000}} anni prima di Cristo. Altre grotte dell'isola, dei Porci, di Cala Tramontana, di Punta Capperi hanno fornito materiale risalente al paleolitico superiore. L'[[Stratigrafia (archeologia)|analisi stratigrafica]] al [[Metodo del carbonio-14|carbonio-14]] ha indicato l'anno 9230 a.C. ([[epigravettiano]] evoluto): la presenza nella sequenza stratigrafica di un frammento calcareo di notevoli dimensioni, con un bovide inciso, di stile del tutto affine alle raffigurazioni parietali sulle pareti, ha permesso di ottenere questa datazione assoluta<ref>Sebastiano Tusa, ''La Sicilia nella preistoria'' [1983], Sellerio, Palermo, 1999, p. 106.</ref>. La [[grotta dell'Uzzo]] all'interno della [[Riserva naturale orientata dello Zingaro]] presenta analoghe tracce di insediamento.
 
Scavi a Lipari hanno prodotto testimonianze stratificate delle civiltà che dal [[Neolitico]] (VI millennio a.C.) in poi hanno colonizzato l'isola. Lipari era un centro di produzione di [[ossidiana]] e di [[ceramica|ceramiche]]. Significative le rovine di un villaggio neolitico sul promontorio di Capo Graziano a [[Filicudi]].