Diocesi di Cuma: differenze tra le versioni

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Alla morte del vescovo Liberio, [[Papa Gregorio I|papa Gregorio Magno]] affidò la diocesi in amministrazione a Bennato, vescovo di [[Diocesi di Miseno|Miseno]], e poi, dal [[593]] circa, unì le due sedi. Di certo Cuma e Miseno rimasero unite per tutta la durata dell'episcopato di Bennato († [[599]]).
 
La diocesi ebbe termine quando Cuma fu interamente distrutta all'inizio del [[XIII secolo]], essendo divenuta teatro di guerre tra [[Hohenstaufen|Svevi]] e napoletani. Numerosi cumani fuggiaschi trovarono ospitalità a [[Giugliano in Campania|Giugliano]]<ref>Definita "Città della ''Cumana Posteritas''"</ref>, insieme con il [[Clero]] ed il Capitolo Cattedrale, trasferendovi anche il culto di [[San Massimo]] e [[Giuliana di Nicomedia|Santa Giuliana]]. Il territorio diocesano venne unito a quello di [[Diocesi di Aversa|Aversa]], mentre gran parte delle reliquie e dei tesori della sede episcopale furono traslati a [[Arcidiocesi di Napoli|Napoli]]. Non esiste un atto formale di soppressione della diocesi; tuttavia, ancora nel XIII e [[XIV secolo]] le [[Decima|decime]] nella diocesi di Aversa venivano raccolte secondo l'antica appartenenza territoriale delle chiese (per esempio: ''in [[Diocesi di Atella|atellano]] diocesis aversane'', oppure: ''in cumano diocesis aversane'').<ref>Pasquale Saviano, {{collegamento interrotto|1=[http://www.iststudiatell.org/rsc/art_7n%5Cvescovi_atellani.htm ''I vescovi atellani''] |data=febbraio 2018 |bot=InternetArchiveBot }}.</ref>
 
Dal [[1970]] Cuma è annoverata tra le [[Sede titolare|sedi vescovili titolari]] della [[Chiesa cattolica]]; dal 17 novembre [[1986]] il [[vescovo titolare]] è Julio María Elías Montoya, [[Ordine dei frati minori|O.F.M.]], già [[vicario apostolico]] di [[Vicariato apostolico di El Beni|El Beni]].