Ruggero Accrocciamuro: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
Nato nel [[1440]] come figlio primogenito di [[Lionello Accrocciamuro]] e [[Jacovella da Celano]], venne avviato sin da giovane alla carriera militare.
 
Nel [[1458]], mortogli il padre, entrò in un duro e lungo conflitto con la madre per l'eredità. Nel novembre [[1462]] invase insieme a [[Jacopo Piccinino]] la [[Contea di Celano]], riuscendo ad imprigionare la madre e ad impossessarsi dei feudi. L'anno seguente ([[1463]]) fu costretto a liberare la madre; successivamente gli vennero confiscati i feudi in favore della figlia del Re del [[Regno di Napoli]] [[Ferdinando I di Napoli|Ferrante d'Aragona]], [[Maria d'Aragona (1425-1449)|Maria]], moglie del [[duca]] di [[Amalfi]] [[Antonio Piccolomini d'Aragona|Antonio Piccolomini]], entrando così in conflitto col sovrano.
 
Dopo aver attaccato [[Sulmona]] e [[Balsorano]], si trasferisce nel [[1467]] in [[Francia]], entrando al servizio del duca di [[Borgogna]] [[Carlo I di Borgogna|Carlo il Temerario]]. Prese quindi parte con [[Cola di Monforte]] e [[Jacopo Capece Galeota]] agli assedi di [[Neuss]], [[Conflans-Sainte-Honorine]] e [[Nancy]], perdendo quest'ultimo scontro.
 
Nel [[1486]] fece ritorno in [[Italia]] e, grazie all'aiuto del condottiero [[Giovanni Della Rovere]], riuscì a recuperare la contea di Celano; nel giugno dello stesso anno venne sconfitto da [[Gentile Virginio Orsini]] e costretto a far ritorno in Francia.
 
Nel [[1495]] ridiscese in Italia al seguito di [[Carlo VIII di Francia|Carlo VIII di Valois]] ed assediò il [[Maschio Angioino|Castel Nuovo]] di [[Napoli]]. Nel giugno [[1496]], venuto in contrasto con i [[Piccolomini]] per via delle sue pretese sulla contea di Celano, a [[Pratola Peligna]] fu ucciso con due colpi di spada da Alfonso Piccolomini e con lui si estinse la sua famiglia (Pietro ed Isabella, fratello e sorella di Ruggero, non ebbero una propria discendenza, mentre lo stesso Ruggero non si sposò ed ebbe tre figli illegittimi, Lionello, Giovanni e Ruggerone, i quali reclamarono invano i loro diritti feudali sulla contea di Celano).<ref>Carlo De Lellis, ''Discorsi delle famiglie nobili del Regno di Napoli'', vol. 3, Napoli, 1671, pp. 35-45.</ref>
 
== Ascendenza ==