Clementina Gandolfi: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
correzione in corso
Riga 25:
Nel [[1807]] la famiglia si trasferisce a [[Pistoia]] dove Clementina impara il pianoforte, strumento che suonerà per tutta la vita, ma i suoi campi artistici preferiti rimangono il disegno, la pittura e l'[[acquerello]].
 
Nel [[1815]] laè troviamodi nuovo documentata a Bologna dovein sposacasa insieme al padre e qui viene costituita la sua dote per il matrimonio con il [[calcografo]] Giuseppe Grassilli, con cui si sposa nello stesso anno.
Nel 1834 muore il padre. Con il suo testamento Mauro Gandolfi curiosamente nomina erede universale il [[Conservatorio Santissima Annunziata]]. Da qui ne nasce una causa da parte della figlia Clementina, la quale tenta invano di avere almeno il suo amatissimo pianoforte, a suo tempo regalatogli proprio dal genitore, ma l'unico bene a lei concesso nel testamento è invece un autoritratto paterno. Le intense vicende familiari proseguono negli anni con i problemi economici di Giuseppe Grassilli, che sfociano infine nel fallimento della sua attività a cui segue la morte, avvenuta nel 1839, lasciando Clementina con un pesante carico di responsabilità.
 
L'anno successivo ella si sposa con [[Onofrio Zanotti]], pittore ben conosciuto nell'ambiente artistico bolognese ed allora cinquantatreenne, con cui vive in via Isaia n. 412 nella [[Chiesa di Sant'Isaia|parrocchia di Sant'Isaia]].
Nel [[1834]] muore il padre Mauro Gandolfi. Curiosamente, aveva nominato erede universale il [[Conservatorio Santissima Annunziata]]. Clementina cerca almeno di recuperare il pianoforte che le aveva regalato suo padre. L'unico bene che le viene concesso è un autoritratto del padre pittore.
 
Per Clementina Gandolfi la pittura non è una vera professione, non fa parte di nessuna [[accademia]] e non riceve commissioni importanti. È solo nel [[1838|1838 che]] diviene, come "pitticedilettante in pittrice amante dei colori dell'acquerello", socia onoraria dell'[[Accademia di belle arti di Bologna|Accademia di Belle Arti di Bologna]], titolo dovuto alla sua illustre famiglia.
Il marito di Clementina, Giuseppe Grassilli, fallisce e muore nel [[1839]] . La lascia con gravi problemi finanziari. L'anno successivo sposa il cinquantenne [[Onofrio Zanotti]], pittore noto a Bologna.
 
Clementina lavora principalmente in piccoli formati che produce in grandi quantità, ma quasi nessuna delle sue creazioni è documentatafirmata o firmataoggi documentabile. L'unica opera a lei certamente attribuibile è una piccola ''Benedizione di Cristo'' conservata nella [[Basilica di San Domenico (Bologna)|chiesa di San Domenico di Bologna]].
Per Clementina Gandolfi la pittura non è una vera professione, non fa parte di nessuna [[accademia]] e non riceve commissioni importanti. È solo nel [[1838|1838 che]] diviene, come "pittice amante dei colori dell'acquerello", socia onoraria dell'[[Accademia di belle arti di Bologna|Accademia di Belle Arti di Bologna]], titolo dovuto alla sua illustre famiglia.
 
A partire dal 1818 espone un cospicuo numero di disegni e acquerelli presso l'Accademia bolognese: è di quest'anno un disegno a matita riproducente una ''Beata Vergine col Bambino'' tratta dall'[[Allori]], mentre nel 1819 espone un acquerello con una [[Sibilla]], e nel 1821 una copia del ''Ratto di Proserpina'' di [[Guido Reni]]. Al 1824 si deve l'esecuzione di un disegno all'acquerello chiaro-scuro del ''Sogno di Giacobbe'', copiato dal quadro di [[Ludovico Carracci]], ed altro disegno all'acquerello di tre fanciulle, copiate da un disegno del padre. Nel 1836 realizza una ''[[Santa Rosa]]. acquerello colorito. Ritratto di donna in nero'', mentre un grosso nucleo di suoi acquerelli viene venduto in [[Francia]]. La presenza alle [[esposizione|esposizioni]] accademiche prosegue nel 1839 con una riproduzione della ''Strage degli innocenti'' di Guido Reni e di una ''Madonna col Bambino'' da [[Francesco Francia]]. Negli anni successivi sono documentate continue esposizioni con riproduzioni dal Francia e dal Reni, artisti che evidentemente Clementina doveva molto apprezzare. Nel 1842 viene nuovamente segnalata tra i soci onorari della [[Pontificia Accademia di Belle Arti di Bologna]] e indicata stavolta come "pittrice".
Clementina lavora principalmente in piccoli formati che produce in grandi quantità, ma quasi nessuna delle sue creazioni è documentata o firmata. L'unica opera a lei certamente attribuibile è una piccola ''Benedizione di Cristo'' conservata nella [[Basilica di San Domenico (Bologna)|chiesa di San Domenico di Bologna]].
 
Nel [[1844]] dipinsefinalmente ilabbiamo notizia di un dipinto chedi sua invenzione, ''Jonuk che sostiene la figlia morentemoribonda'' e di un ritratto di suodel padre.
Dal [[1818]] espone all'Accademia di Bologna disegni e acquarelli.
 
Clementina Gandolfi morìmuore pochi anni dopo, il {{Date|6|août|1848}} agosto 1848.
Tra le varie opere, realizza un disegno a matita di una riproduzione della ''Beata Vergine con Bambino'' (1818).
 
L'[[Archivio di Stato di Bologna|Archivio comunale di Bologna]] conserva il sepolcreto n ° 3524 dell'8 agosto 1848.
Nel [[1819]] presenta un acquarello di una ''Sibilla'' e nel [[1821]] una copia del ''Ratto di Proserpina'' di [[Guido Reni]].
 
Nel [[1824]], realizza un disegno ad acquarello in chiaroscuro ''del sogno di Giacobbe'' (copia di un dipinto di [[Ludovico Carracci]]), nonché un disegno di ''Tre giovani ragazze'' (copia di suo padre [[Mauro Gandolfi|Mauro Gandolfi).]]
 
Nel [[1836]], propone una Santa Rosa sempre all'acquerello, ''Ritratto di una donna in nero''. A quel tempo, un gran numero dei suoi acquerelli veniva venduto in Francia.
 
La sua presenza alle mostre accademiche proseguì nel [[1839]] con una riproduzione della ''Strage degli Innocenti'' di [[Guido Reni]] e una ''Madonna col Bambino'' di [[Francesco Francia]] .
 
Nel [[1842]] fece parte come pittrice dei membri onorari della [[Pontificia accademia|Pontificia Accademia di Belle Arti]] di Bologna.
 
Nel [[1844]] dipinse il dipinto che ''Jonuk sostiene la figlia morente'' e un ritratto di suo padre.
 
Clementina Gandolfi morì pochi anni dopo, il {{Date|6|août|1848}} agosto 1848.
 
L'[[Archivio di Stato di Bologna|Archivio comunale di Bologna]] conserva il sepolcreto n ° 3524 dell'{{Date|8|août|1848}} agosto 1848 in cui si afferma che Clementina Gandolfi, era la figlia di Mauro e Laura Zanetti, 53 anni, nata a Bologna, sposa di Onofrio Zanotti. Viveva in via Isaia n. 412 nella [[Chiesa di Sant'Isaia|parrocchia di Sant'Isaia]]. Morì il giorno del 6 agosto alle 23:30. Dichiarazione del cappellano di stato.
 
La sua tomba, acquistata dal marito, si trova nel [[Cimitero monumentale della Certosa di Bologna|Cimitero Monumentale della Certosa di Bologna]], Chiostro V o Maggiore a Ponente, al n. LXIX/6.