Clementina Gandolfi: differenze tra le versioni
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Nel [[1807]] la famiglia si trasferisce a [[Pistoia]] dove Clementina impara il pianoforte, strumento che suonerà per tutta la vita, ma i suoi campi artistici preferiti rimangono il disegno, la pittura e l'[[acquerello]].
Nel
Nel 1834 muore il padre. Con il suo testamento Mauro Gandolfi curiosamente nomina erede universale il [[Conservatorio Santissima Annunziata]]. Da qui ne nasce una causa da parte della figlia Clementina, la quale tenta invano di avere almeno il suo amatissimo pianoforte, a suo tempo regalatogli proprio dal genitore, ma l'unico bene a lei concesso nel testamento è invece un autoritratto paterno. Le intense vicende familiari proseguono negli anni con i problemi economici di Giuseppe Grassilli, che sfociano infine nel fallimento della sua attività a cui segue la morte, avvenuta nel 1839, lasciando Clementina con un pesante carico di responsabilità.
L'anno successivo ella si sposa con [[Onofrio Zanotti]], pittore ben conosciuto nell'ambiente artistico bolognese ed allora cinquantatreenne, con cui vive in via Isaia n. 412 nella [[Chiesa di Sant'Isaia|parrocchia di Sant'Isaia]].
Per Clementina Gandolfi la pittura non è una vera professione, non fa parte di nessuna [[accademia]] e non riceve commissioni importanti. È solo nel [[1838|1838 che]] diviene, come "
Clementina lavora principalmente in piccoli formati che produce in grandi quantità, ma quasi nessuna delle sue creazioni è
▲Per Clementina Gandolfi la pittura non è una vera professione, non fa parte di nessuna [[accademia]] e non riceve commissioni importanti. È solo nel [[1838|1838 che]] diviene, come "pittice amante dei colori dell'acquerello", socia onoraria dell'[[Accademia di belle arti di Bologna|Accademia di Belle Arti di Bologna]], titolo dovuto alla sua illustre famiglia.
A partire dal 1818 espone un cospicuo numero di disegni e acquerelli presso l'Accademia bolognese: è di quest'anno un disegno a matita riproducente una ''Beata Vergine col Bambino'' tratta dall'[[Allori]], mentre nel 1819 espone un acquerello con una [[Sibilla]], e nel 1821 una copia del ''Ratto di Proserpina'' di [[Guido Reni]]. Al 1824 si deve l'esecuzione di un disegno all'acquerello chiaro-scuro del ''Sogno di Giacobbe'', copiato dal quadro di [[Ludovico Carracci]], ed altro disegno all'acquerello di tre fanciulle, copiate da un disegno del padre. Nel 1836 realizza una ''[[Santa Rosa]]. acquerello colorito. Ritratto di donna in nero'', mentre un grosso nucleo di suoi acquerelli viene venduto in [[Francia]]. La presenza alle [[esposizione|esposizioni]] accademiche prosegue nel 1839 con una riproduzione della ''Strage degli innocenti'' di Guido Reni e di una ''Madonna col Bambino'' da [[Francesco Francia]]. Negli anni successivi sono documentate continue esposizioni con riproduzioni dal Francia e dal Reni, artisti che evidentemente Clementina doveva molto apprezzare. Nel 1842 viene nuovamente segnalata tra i soci onorari della [[Pontificia Accademia di Belle Arti di Bologna]] e indicata stavolta come "pittrice".
▲Clementina lavora principalmente in piccoli formati che produce in grandi quantità, ma quasi nessuna delle sue creazioni è documentata o firmata. L'unica opera a lei certamente attribuibile è una piccola ''Benedizione di Cristo'' conservata nella [[Basilica di San Domenico (Bologna)|chiesa di San Domenico di Bologna]].
Nel
L'[[Archivio di Stato di Bologna|Archivio comunale di Bologna]] conserva il sepolcreto n ° 3524 dell'8 agosto 1848.
▲Nel [[1844]] dipinse il dipinto che ''Jonuk sostiene la figlia morente'' e un ritratto di suo padre.
▲Clementina Gandolfi morì pochi anni dopo, il {{Date|6|août|1848}} agosto 1848.
La sua tomba, acquistata dal marito, si trova nel [[Cimitero monumentale della Certosa di Bologna|Cimitero Monumentale della Certosa di Bologna]], Chiostro V o Maggiore a Ponente, al n. LXIX/6.
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