Campagna della penisola di Huon: differenze tra le versioni
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|Comandante1= [[Hatazō Adachi]]<br />[[Eizo Yamada]]<br />[[Shigeru Katagiri]]
|Comandante2= {{Bandiera|USA 1912-1959}} [[Douglas MacArthur]]<br />{{Bandiera|AUS}} [[George Wootten]]<br />{{Bandiera|AUS}} [[Edmund Herring]]
|Effettivi1= circa
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|Perdite1=
|Perdite2=
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[[File:Eastern New Guinea and New Britain 1944.jpg|thumb|upright=1.4|Carta della Nuova Guinea orientale e delle isole vicine; la penisola di Huon si protende dalla costa della Nuova Guinea in direzione della grande isola della Nuova Britannia al centro della mappa, da cui è separata dallo stretto di Vitiaz]]
All'inizio del 1943
Superata la fase del contenimento degli attacchi nipponici, i pianificatori alleati iniziarono a formulare piani offensivi per la regione dell'[[Oceano Pacifico]] con obiettivi di ampio respiro, come la liberazione dall'occupazione nipponica delle [[Filippine]] e una eventuale cattura dello stesso [[Isole del Giappone|arcipelago giapponese]]. Un primo passo in direzione di questi obiettivi era rappresentato dalla neutralizzazione della principale base giapponese nel sud Pacifico, [[Rabaul]] sull'isola della [[Nuova Britannia]]: la riduzione di questa piazzaforte finì per essere considerata un obiettivo chiave per il successo degli Alleati nella regione dello SWPA, e piani in tal senso furono formalizzati sotto il nome in codice di "[[operazione Cartwheel]]"<ref name=Johnstona1>{{cita|Johnston 2005|p. 1}}.</ref>.
Al fine di neutralizzare la minaccia rappresentata da Rabaul, agli Alleati occorreva avere accesso a un certo numero di basi nella regione; per l'alto comando dello SWPA, incluso il suo comandante in capo generale [[Douglas MacArthur]], era necessario in particolare mettere in sicurezza due basi lungo la costa nord-orientale della Nuova Guinea: la prima a [[Lae]] e la seconda a [[Finschhafen]]<ref name=Johnstona1/>. La cattura di Lae avrebbe fornito agli Alleati un porto da cui rifornire la vicina base aerea di [[Nadzab]], e avrebbe facilitato ulteriori avanzate nella [[valle di Markham]] più a nord; ottenere il controllo di Finschhafen, e più in generale dell'intera [[penisola di Huon]], sarebbe stato un importante passo in avanti in direzione dell'arcipelago della Nuova Britannia, fornendo agli Alleati un ottimo porto naturale da cui era possibile controllare il transito attraverso lo [[stretto di Dampier (Papua Nuova Guinea)|stretto di Dampier]] e lo [[stretto di Vitiaz]]<ref>{{cita|Keogh 1965|p. 298}}.</ref><ref>{{cita|Miller 1959|p. 189}}.</ref>.
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[[File:Australian 2-2nd MG Battalion troops at Scarlet Beach October 1943 (AWM photo 059578).jpg|thumb|upright=1|left|Mitraglieri australiani in azione a Finschhafen nell'ottobre 1943; notare la densa vegetazione in cui si svolgevano i combattimenti nella zona]]
All'epoca della campagna, il comando di MacArthur non disponeva più di truppe da combattimento di terra statunitensi<ref name=Johonstona14>{{cita|Johnston 2005|p. 14}}.</ref>, e il compito di mettere in sicurezza Finschhafen fu quindi assegnato alle unità australiane della [[9th Division (Australian Army)|9th Division]], comandata dal [[maggior generale]] [[George Wootten]]. La [[divisione (unità militare)|divisione]] era una formazione veterana, parte della [[Second Australian Imperial Force]] o 2nd AIF (l'insieme dei volontari australiani offertisi per un servizio militare regolare al di fuori del territorio nazionale) e dotata di una vasta esperienza di combattimento accumulata nel [[Campagna del Nordafrica|teatro di guerra nordafricano]], dove aveva preso parte all'[[assedio di
Il supporto aereo alle operazioni alleate proveniva dal [[No. 9 Operational Group RAAF]], il quale includeva diversi squadroni della [[Royal Australian Air Force]] equipaggiati di cacciabombardieri [[CAC Boomerang]], [[CAC Wirraway]] e [[Vultee A-31 Vengeance]]<ref name=Johnstona7>{{cita|Johnston 2005|p. 7}}.</ref>; queste formazioni compirono numerose missioni di appoggio aereo ravvicinato ai reparti a terra durante la campagna<ref>{{cita|Odgers 1968|p. 68}}.</ref>. Due gruppi di caccia della [[United States Army Air
Le principali forze giapponesi impegnate nella campagna erano dirette dalla 18ª Armata del [[tenente generale]] [[Hatazō Adachi]], con quartier generale a [[Madang]]<ref name=Coates93>{{cita|Coates 1999|p. 93}}.</ref>; questa formazione si componeva di tre divisioni di fanteria dell'[[Dai-Nippon Teikoku Rikugun|Esercito imperiale giapponese]] (la 20ª, 41ª e 51ª Divisione) e di un insieme di reparti più piccoli, incluse unità di [[fanteria di marina]] e di guarnigione della [[Marina imperiale giapponese]]<ref>{{cita|Coates 1999|pp. 93–94}}.</ref>. Alla metà di settembre 1943 l'area attorno a Finschhafen era presidiata da unità della 20ª Divisione (principalmente l'80º [[Reggimento]] fanteria e il 26º Reggimento artiglieria), con in aggiunta il 238º Reggimento fanteria proveniente dalla 41ª Divisione, una [[compagnia (unità militare)|compagnia]] del 102º Reggimento fanteria della 51ª Divisione e l'85ª Unità di guarnigione della Marina<ref name=Coates92>{{cita|Coates 1999|p. 92}}.</ref>; tutte queste unità erano sotto la direzione del [[maggior generale]] [[Eizo Yamada]]<ref>{{cita|Tanaka 1980|p. 177}}.</ref>, sebbene l'effettivo controllo [[tattica|tattico]] dei reparti fosse devoluto ai comandi locali a causa della dispersione geografica delle formazioni giapponesi. Le unità nipponiche erano schierate su una vasta area attraverso il fiume Mongi, dalla zona a oriente di Lae proseguendo verso Arndt Point, Sattelberg, Joangeng, Logaweng, Finschhafen e Sisi fino all'isola di Tami<ref>{{cita|Tanaka 1980|p. 178}}.</ref>; la maggiore concentrazione di truppe si trovava attorno a Sattelberg e Finschhafen<ref name=Coates92/> ed era posta sotto il comando del tenente generale [[Shigeru Katagiri]], ufficiale comandante della 20ª Divisione<ref name="Tanaka180">{{cita|Tanaka 1980|p. 180}}.</ref>.
▲Le principali forze giapponesi impegnate nella campagna erano dirette dalla 18ª Armata del [[tenente generale]] [[Hatazō Adachi]], con quartier generale a [[Madang]]<ref name=Coates93>{{cita|Coates 1999|p. 93}}.</ref>; questa formazione si componeva di tre divisioni di fanteria dell'[[Dai-Nippon Teikoku Rikugun|Esercito imperiale giapponese]] (la 20ª, 41ª e 51ª Divisione) e di un insieme di reparti più piccoli, incluse unità di [[fanteria di marina]] e di guarnigione della [[Marina imperiale giapponese]]<ref>{{cita|Coates 1999|pp. 93–94}}.</ref>. Alla metà di settembre 1943 l'area attorno a Finschhafen era presidiata da unità della 20ª Divisione (principalmente l'80º [[Reggimento]] fanteria e il 26º Reggimento artiglieria), con in aggiunta il 238º Reggimento fanteria proveniente dalla 41ª Divisione, una [[compagnia (unità militare)|compagnia]] del 102º Reggimento fanteria della 51ª Divisione e l'85ª Unità di guarnigione della Marina<ref name=Coates92>{{cita|Coates 1999|p. 92}}.</ref>; tutte queste unità erano sotto la direzione del [[maggior generale]] [[Eizo Yamada]]<ref>{{cita|Tanaka 1980|p. 177}}.</ref>, sebbene l'effettivo controllo [[tattica|tattico]] dei reparti fosse devoluto ai comandi locali a causa della dispersione geografica delle formazioni giapponesi. Le unità nipponiche erano schierate su una vasta area attraverso il fiume Mongi, dalla zona a oriente di Lae proseguendo verso Arndt Point, Sattelberg, Joangeng, Logaweng, Finschhafen e Sisi fino all'isola di Tami<ref>{{cita|Tanaka 1980|p. 178}}.</ref>; la maggiore concentrazione di truppe si trovava attorno a Sattelberg e Finschhafen<ref name=Coates92/> ed era posta sotto il comando del tenente generale [[Shigeru Katagiri]], ufficiale comandante della 20ª Divisione<ref name="Tanaka180">{{cita|Tanaka 1980|p. 180}}.</ref>. la consistenza e l'efficienza dei reparti giapponesi erano state gravemente ridotte dalle malattie tropicali tipiche della zona e dall'impiego dei soldati come lavoratori per la costruzione di sentieri tra Madang e [[Bogadjim]]<ref>{{cita|Miller 1959|pp. 41 & 194}}.</ref>.
[[File:Japanese bunker at Finschhafen 058109.JPG|thumb|upright=1.2|Un soldato australiano ispeziona una mitragliatrice giapponese appostata in un bunker nella zona di Finschhafen]]
Come gli Alleati anche i giapponesi facevano affidamento sui trasporti via acqua per spostare truppe e rifornimenti lungo la costa della Nuova Guinea. I giapponesi impiegarono una forza di tre [[sommergibile|sommergibili]] da trasporto per evadere l'opera di interdizione esercitata dai velivoli alleati sulle rotte navali, la quale aveva causato pesanti perdite alle unità da trasporto nipponiche nel corso della [[battaglia del Mare di Bismarck]] del marzo 1943<ref>{{cita|Willoughby 1966|p. 228}}.</ref>; questi sommergibili erano coadiuvati da una flottiglia di barconi costieri, benché questi ultimi avessero capacità di trasporto limitate e fossero frequentemente oggetto di attacchi aerei e di motosiluranti degli Alleati<ref>{{cita|Miller 1959|pp. 194–195}}.</ref>. Una volta portati i rifornimenti sula costa, squadre di portatori dovevano trasportarli a spalla nell'interno verso le unità acquartierate tra Sattelberg e Finschhafen, muovendosi lungo una rete di sentieri<ref name=Coates99/>. Il supporto aereo alle forze nipponiche era dato dai velivoli della 4ª Armata aerea del [[Dai-Nippon Teikoku Rikugun Kōkū Hombu|Servizio aereo dell'Esercito]], composta dalla 7ª Divisione aerea, dalla 14ª Brigata aerea e da elementi della 6ª Divisione aerea<ref name=Miller195>{{cita|Miller 1959|p. 195}}.</ref>: di base a Wewak<ref name=Tanaka179>{{cita|Tanaka 1980|p. 179}}.</ref>, i velivoli della 4ª Armata erano impiegati principalmente per scortare i convogli di rifornimento giapponesi e attaccare le navi da trasporto alleate intente a rifornire le [[testa di ponte|teste di ponte]] degli australiani, mentre il supporto ravvicinato dei reparti a terra era
Le forze giapponesi erano carenti di trasporti, genieri e supporto logistico, ed erano penalizzate da una mancanza di coesione data dalla disparata struttura di comando e dalla mancanza di infrastrutture<ref name="Coates93"/>. All'opposto, le unità australiane avevano già combattuto insieme in precedenti campagne ed erano sostenute da un formidabile apparato di supporto logistico, che dava loro una superiorità tecnologia e industriale che i giapponesi non erano in grado di eguagliare<ref name=Johnstona1_3>{{cita|Johnston 2005|pp. 1–3}}.</ref>.
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Dopo manovre di addestramento nel [[Queensland]] e nella [[baia di Milne]] in Nuova Guinea, la 9th Division si imbarcò sui mezzi da trasporto della VII Amphibious Force statunitense comandata dal [[contrammiraglio]] [[Daniel Barbey]], per condurre la più vasta operazione anfibia intrapresa dallo SWPA fino a quel momento della guerra<ref>{{cita|Johnston 2002|pp. 146–147}}.</ref>; la 20th Brigade, al comando del [[generale di brigata]] [[Victor Windeyer]], fu selezionata per guidare l'assalto, sbarcando su una spiaggia a 26 chilometri a est di Lae<ref name="Johnstonb147"/>. In preparazione dell'assalto, la mattina del 4 settembre 1943 cinque [[cacciatorpediniere]] statunitensi cannoneggiarono pesantemente le postazioni giapponesi nella zona<ref>{{cita|Dexter 1961|p. 330}}.</ref>; subito dopo il 2/13th Infantry Battalion della 20th Brigade prese terra seguito poco dopo dagli altri due battaglioni della brigata (il 2/15th e il 2/17th Battalion). Lo sbarco fu senza opposizione, e le fanterie australiane avanzarono rapidamente verso l'interno seguite da ulteriori rinforzi<ref>{{cita|Dexter 1961|p. 331}}.</ref>; una mezz'ora dopo lo sbarco, mentre il quartier generale della 9th Division e il 2/23rd Infantry Battalion stavano prendendo terra, una piccola formazione di velivoli giapponesi attaccò le unità anfibie danneggiando gravemente due mezzi da sbarco e causando diverse vittime tra i soldati imbarcati<ref>{{cita|Dexter 1961|pp. 331–332}}.</ref>.
[[File:Japanese aircraft destroyed near Lae.jpg|thumb|upright=1.2|left|Caccia giapponesi distrutti al suolo nelle vicinanze di Lae]]
Ulteriori attacchi aerei giapponesi furono lanciati nel pomeriggio. Una forza di circa 70 apparecchi
L'avanzata della 9th Division fu ostacolata da una carenza di rifornimenti, il che, unito al terreno impervio, portò a progressi molto lenti<ref name=Johnstona3/>. Non fu fino al 9 settembre che gli australiani raggiunsero il fiume Busu: il 2/28th Infantry Battalion, che guidava in quel momento l'avanzata, passò il corso d'acqua a guado nonostante la forte corrente, e fu in grado di stabilire una testa di ponte sulla sponda occidentale; poco dopo, forti piogge ingrossarono ulteriormente il fiume impedendo alle altre unità di attraversarlo a propria volta. Il battaglione isolato fu ripetutamente attaccato dai giapponesi<ref name=Maitland78>{{cita|Maitland 1999|p. 78}}.</ref>, finché il 14 settembre il resto della 26th Brigade fu in grado di attraversare il fiume e riprendere l'avanzata. Lungo la costa, la 24th Brigade dovette fronteggiare una determinata resistenza dei giapponesi lungo il corso del fiume Butibum, ultimo ostacolo naturale prima di Lae; il fiume fu infine attraversato il 16 settembre, quando ormai l'abitato di Lae era caduto in mano ai reparti della 7th Division arrivati da Nadzab<ref name=Johnstona4>{{cita|Johnston 2005|p. 4}}.</ref>.
Negli scontri attorno a Lae
=== Finschhafen ===
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Il secondo giorno gli australiani iniziarono la loro avanzata in direzione dell'abitato di Finschhafen, collocato circa 9 chilometri a sud di Scarlet Beach<ref name=Coates98>{{cita|Coates 1999|p. 98}}.</ref>. Il 2/15th Infantry Battalion guidava l'avanzata in direzione del fiume Bumi, sulla cui sponda meridionale i giapponesi avevano allestito forti difese; gli australiani tentarono di aggirare queste posizioni inviando una forza in direzione ovest, arrampicandosi su terreni scoscesi nel tentativo di localizzare un punto meno presidiato dove attraversare il fiume. Localizzato un punto adatto, gli australiani iniziarono ad attraversare il corso del Bumi, incontrando però la resistenza di un contingente di fanti di marina nipponici asserragliato su un'altura a picco sul fiume: nonostante varie perdite, gli australiani riuscirono a stabilire una testa di ponte sulla sponda sud, consentendo al 2/13th Infantry Battalion di lanciare un'avanzata su Finschhafen provenendo da ovest. Nel mentre, il 2/15th Battalion attaccò il fianco sinistro delle posizioni giapponesi sul fiume<ref name=Maitland80/>: dopo essere avanzato su per un ripido pendio sotto il fuoco nemico, a volte procedendo sulle mani e sulle ginocchia, il 2/15 prese la posizione con un attacco alla baionetta, uccidendo 52 giapponesi in scontri corpo a corpo<ref name=Maitland80/>.
[[File:Gunners at Finschhafen 057836.JPG|thumb|upright=1.2|left|Artiglieria australiana in azione nella zona di Finschhafen]]
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Con la posizione di Jivevaneng ormai saldamente nelle loro mani, gli australiani diedero il via all'avanzata su Sattelberg. Per condurre l'azione fu selezionata l'appena sopraggiunta 26th Brigade, con il supporto di nove carri Matilda del 1st Tank Battalion; la 4th Brigade, una formazione della Militia distaccata dalla [[5th Division (Australian Army)|5th Division]] australiana, fu inviata nel mentre a Finschhafen per rilevare la 26th Brigade dai suoi compiti di guarnigione della zona<ref name=Johnstona8/>. I carri armati si spostarono a Jivevaneng sotto la copertura di uno sbarramento di artiglieria, al fine di soffocare il loro rumore nel tentativo di mantenere segreta la loro presenza ai giapponesi fino all'inizio dell'avanzata<ref name=Johnstona8/>. Il 16 novembre il 2/48th Infantry Battalion, supportato dall'artiglieria del 2/12th Field Regiment e dalle mitragliatrici pesanti del 2/2nd Machine Gun Battalion, catturò l'altura di Green Ridge che dominava il sentiero per Sattelberg, e l'avanzata verso l'insediamento ebbe inizio il giorno seguente<ref>{{cita|Johnston 2002|p. 167}}</ref>.
[[File:AWM 060601 2 48th Battalion Sattelberg 17 November 1943.jpeg|thumb|left|upright=1.2|Fanti del 2/48th Battalion australiano in azione nella zona di Sattelberg nel novembre 1943]]
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Coconut Ridge cadde in mano agli australiani il 18 novembre, e per il 20 novembre anche l'altura di Steeple Tree Hill era stata messa in sicurezza dal 2/48th, con il 2/23rd che avanzava verso la sua porzione meridionale da Kumawa<ref>{{cita|Coates 1999|pp. 216–217}}.</ref> mentre il 2/24th continuava a colpire più a nord verso la cresta "2200"<ref name=Coates217>{{cita|Coates 1999|p. 217}}.</ref>: inizialmente questa era stata concepita solo come un'azione a protezione del fianco del 2/48th, ma a causa della lenta avanzata sul sentiero principale Whitehead decise di cambiare strategia, stabilendo di lanciare un attacco a due punte con il 2/24th, che doveva tentare di sfondare verso Sattelberg da nord<ref name=Coates217/>.
[[File:Derrick VC flag 016246.JPG|thumb|upright=1|Il sergente Tom Derrick alza la bandiera australiana sopra l'abitato di Sattelberg il 25 novembre 1943]]
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Le postazioni giapponesi attorno a Sattelberg furono metodicamente indebolite da intensi bombardamenti degli Alleati proseguiti ininterrotti per cinque gironi fino al 23 novembre<ref name=Coates225>{{cita|Coates 1999|p. 225}}.</ref>; quello stesso giorno, 44 velivoli giapponesi lanciarono incursioni contro le postazioni australiane nei dintorni di Jivevaneng<ref name="Willoughby233"/>, ma senza riuscire a influenzare la situazione attorno a Sattelberg poiché, a quel punto, gli australiani avevano raggiunto le pendici meridionali dell'altura dove sorgeva l'insediamento, iniziando il giorno successivo a sondare in avanti verso la sua sommità. Nel corso del 24 novembre gli australiani lanciarono vari attacchi, ma le forti difese giapponesi li respinsero almeno finché un [[plotone]] sotto il comando del sergente [[Tom Derrick]] non riuscì a trovare una via fino alla sommità dell'altura, distruggendo non meno di 10 postazioni giapponesi a suon di bombe a mano<ref>{{cita|Johnston 2002|p. 180}}.</ref>. Con gli australiani in possesso di un appiglio poco sotto la sommità dell'altura, i giapponesi si ritirarono con il favore delle tenebre e la mattina seguente gli australiani misero in sicurezza il resto dell'insediamento di Sattelberg; per le sue azioni nella battaglia il sergente Derrick fu poi insignito della [[Victoria Cross]], la massima onorificenza militare australiana<ref name=Maitland82>{{cita|Maitland 1999|p. 82}}.</ref>.
=== Pabu ===
Sebbene lo sforzo principale dei reparti australiani sbarcati a Scarlet Beach alla fine di settembre fosse stato diretto verso la zona di Finschhafen, varie azioni di ricognizione furono portate avanti da truppe del [[Papuan Infantry Battalion]] furono portate avanti a nord della zona di combattimenti principale, nell'area compresa tra i villaggi di Bonga e Gusika; per tutto l'inizio di ottobre anche il 2/43th Battalion condusse un certo numero di azioni di pattugliamento nell'area<ref name="Maitland82"/>. Le informazioni di intelligence raccolte da questi pattugliamenti, come pure le foto della ricognizione aerea, misero in evidenza che i giapponesi stavano impiegando i sentieri della zona per rifornire le loro forze schierate più a ovest attorno a Sattelberg<ref name=Coates195>{{cita|Coates 1999|p. 195}}.</ref>; per tutta risposta, gli australiani iniziarono a stabilire posti d'osservazione nell'area, individuando una posizione chiave nell'altura nota come "Pabu"<ref name=Coates195/>, parte di una cresta nota come "Horace the Horse"<ref name=Coates199>{{cita|Coates 1999|p. 199}}.</ref>: questo rilievo si trovava direttamente a cavalcioni della principale rotta di rifornimento utilizzata dai giapponesi, e la sua prossimità alle posizioni avanzate australiane su North Hill lo collocava nel raggio di tiro dell'artiglieria alleata, consentendo anche a una forza piccola di presidiarlo contando sull'appoggio del fuoco indiretto dei cannoni a lungo raggio<ref name=Coates195/>. Alla metà di ottobre, tuttavia, dovendo fronteggiare il grande contrattacco giapponese il comandante della 24th Brigade generale Bernard Evans aveva ordinato di ritirare le unità australiane attestate su Pabu al fine di concentrare tutte le forze disponibili per la difesa di Scarlet Beach<ref name=Coates195/>
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Il giorno seguente il comando giapponese sospese ulteriori attacchi alle posizioni degli australiani<ref name="Tanaka69"/>, e di conseguenza unità del 2/28th Battalion furono inviate a est per mettere in sicurezza i fianchi della postazione. Il 29 novembre il 2/43rd sostituì il 2/32nd nel presidio di Pabu, ma durante l'avvicendamento gli australiani furono colpiti da un violento bombardamento di artiglieria giapponese che uccise o ferì 25 uomini<ref name=Maitland87/>. Nel corso dei 10 giorni passati sull'altura di Pabu, la forza del maggiore Mollard era stata sottoposta a costanti bombardamenti dei cannoni e dei [[mortai]] giapponesi<ref name=Maitland82/><ref name=Coates203>{{cita|Coates 1999|p. 203}}.</ref> e continui attacchi di fanteria, ma con un forte fuoco d'appoggio da parte dell'artiglieria alleata<ref name="Maitland83"/> aveva tenuto la posizione, aiutando in questo modo a infrangere l'impeto del contrattacco nemico proprio mentre il grosso delle forze australiane era impegnato nell'avanzata sulla fortezza giapponese di Sattelberg<ref name=Coates204>{{cita|Coates 1999|p. 204}}.</ref>. In seguito, il comandante della 18ª Armata giapponese Adachi indicò la cattura australiana dell'altura di Pabu come la principale ragione per la sua sconfitta nella campagna della penisola di Huon<ref>{{cita|Johnston 2005|p. 9}}.</ref>. Le perdite registrate dai giapponesi attorno a Pabu ammontarono a 195 uomini, mentre gli australiani ebbero 25 morti e 51 feriti<ref name=Coates206>{{cita|Coates 1999|p. 206}}.</ref>.
===
Dopo il fallimento del suo secondo contrattacco e la perdita della piazzaforte di Sattelberg, Katagiri decise di ripiegare a nord per formare una linea difensiva attorno al villaggio di Wareo su cui attendere la prossima avanzata dei vittoriosi australiani<ref name=Tanaka69/>; le unità giapponesi erano ora a corto di effettivi, e la situazione dei rifornimenti non era affatto migliorata<ref name=Willoughby233>{{cita|Willoughby 1966|p. 233}}.</ref>. Il comandante della 9th Division Wootten aveva in effetti intenzione di mantenere l'iniziativa e di continuare l'avanzata verso nord, al fine di mettere in sicurezza quanto rimaneva della penisola di Huon<ref name=Dexter658>{{cita|Dexter 1961|p. 658}}.</ref>. La prima parte del piano di Wootten prevedeva di mettere in sicurezza la cresta che correva da Gusiaka, sulla costa, a Wareo, circa 7 chilometri nell'interno<ref name=Johnstona11>{{cita|Johnston 2005|p. 11}}.</ref>, tramite un'avanzata a due punte: la 26th Brigade, messa in sicurezza la zona di Sattelberg, sarebbe avanzata sulla sinistra alla volta di Wareo, mentre la 24th Brigade avrebbe proceduto sulla destra lungo la costa, al fine di mettere in sicurezza Gusika e due grossi specchi d'acqua circa 2,3 chilometri all'interno della foce del fiume Kalueng, noti agli australiani come "i laghi" ("the Lakes"). Una terza punta sarebbe stata rappresentata dalla 20th Brigade, che sarebbe avanzata al centro verso Nongora e la collina di Christmas Hill<ref name=Keogh332>{{cita|Keogh 1965|p. 332}}.</ref>.
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== Bibliografia ==
* {{cita libro |
* {{cita libro |cognome=
* {{cita libro
* {{cita libro|cognome=Coulthard-Clark|nome=Chris|titolo=Where Australians Fought: The Encyclopaedia of Australia's Battles|anno=1998|editore=Allen & Unwin|città=St Leonards|isbn=1-86448-611-2|cid=Coulthard-Clark 1998}}
* {{cita libro|cognome=
* {{cita libro|cognome= Drea |nome= Edward J. |anno= 1984 | url = http://usacac.army.mil/cac2/cgsc/carl/download/csipubs/drea.pdf | titolo = Defending the Driniumor: Covering Force Operations in New Guinea, 1944 |opera= Leavenworth Papers, No. 9 |editore= Combat Studies Institute |città=Fort Leavenworth|accesso = 8 luglio 2012|lingua=en|cid=Drea 1984}}▼
* {{cita libro|cognome=
* {{cita libro|cognome=Johnston |nome=Mark |titolo=The Huon Peninsula 1943–1944 |opera=Australians in the Pacific War |anno=2005 |editore=Department of Veterans' Affairs |città=Canberra|isbn=1-920720-55-3 |cid=Johnston 2005}}▼
* {{cita libro|cognome=
* {{cita libro|cognome=Keogh|nome=Eustace|titolo=The South West Pacific 1941–45|anno=1965|editore=Grayflower Productions|città=Melbourne|cid=Keogh 1965 }}▼
* {{cita libro|cognome=Maitland|nome=Gordon|titolo=The Second World War and its Australian Army Battle Honours|anno=1999|editore=Kangaroo Press|città=East Roseville|isbn=0-86417-975-8 |cid=Maitland 1999}}▼
▲*{{cita libro|cognome= Drea |nome= Edward J. |anno= 1984 | url = http://usacac.army.mil/cac2/cgsc/carl/download/csipubs/drea.pdf | titolo = Defending the Driniumor: Covering Force Operations in New Guinea, 1944 |opera= Leavenworth Papers, No. 9 |editore= Combat Studies Institute |città=Fort Leavenworth|accesso = 8 luglio 2012|lingua=en|cid=Drea 1984}}
* {{cita libro|cognome=Mallett|nome=Ross|titolo=Logistics in the South-West Pacific 1943–1944|opera=The Foundations of Victory: The Pacific War 1943–1944|anno=2004|editore=Army History Unit|città=Canberra|isbn=0-646-43590-6|cid=Mallett 2004}}▼
* {{cita libro|cognome=
* {{cita libro|cognome= Miller |nome = John, Jr. |anno= 1959 | url = http://www.ibiblio.org/hyperwar/USA/USA-P-Rabaul/index.html | titolo = Cartwheel: The Reduction of Rabaul |opera = United States Army in World War II: The War in the Pacific |editore = Office of the Chief of Military History, U.S. Department of the Army▼
▲*{{cita libro|cognome=Johnston |nome=Mark |titolo=The Huon Peninsula 1943–1944 |opera=Australians in the Pacific War |anno=2005 |editore=Department of Veterans' Affairs |città=Canberra|isbn=1-920720-55-3 |cid=Johnston 2005}}
*{{cita libro|cognome=Johnston|nome=Mark|titolo=The Australian Army in World War II|anno=2007|editore=Osprey Publishing|città=Botley|isbn=978-1-84603-123-6 |cid=Johnston 2007 }}▼
▲*{{cita libro|cognome=Keogh|nome=Eustace|titolo=The South West Pacific 1941–45|anno=1965|editore=Grayflower Productions|città=Melbourne|cid=Keogh 1965 }}
▲*{{cita libro|cognome=Maitland|nome=Gordon|titolo=The Second World War and its Australian Army Battle Honours|anno=1999|editore=Kangaroo Press|città=East Roseville|isbn=0-86417-975-8 |cid=Maitland 1999}}
▲*{{cita libro|cognome=Mallett|nome=Ross|titolo=Logistics in the South-West Pacific 1943–1944|opera=The Foundations of Victory: The Pacific War 1943–1944|anno=2004|editore=Army History Unit|città=Canberra|isbn=0-646-43590-6|cid=Mallett 2004}}
▲*{{cita libro|cognome= Miller |nome = John, Jr. |anno= 1959 | url = http://www.ibiblio.org/hyperwar/USA/USA-P-Rabaul/index.html | titolo = Cartwheel: The Reduction of Rabaul |opera = United States Army in World War II: The War in the Pacific |editore = Office of the Chief of Military History, U.S. Department of the Army
|città Washington|cid=Miller 1959 }}
* {{cita libro|cognome=Odgers |nome=George |anno=1968| titolo= Air War Against Japan 1943–1945 |opera= Australia in the War of 1939–1945, Series 3—Air. Volume II | città=Canberra|editore=Australian War Memorial| url=https://www.awm.gov.au/collection/RCDIG1070197/|accesso=9 aprile 2021|lingua=en|cid=Odgers 1968 }}▼
* {{cita libro|cognome=Palazzo |nome=Albert |titolo=The Australian Army: A History of its Organisation 1901–2001 |year=2001 |publisher=Oxford University Press |location=South Melbourne, Victoria |isbn=0-19-551507-2 }}▼
▲* {{cita libro|cognome=
* {{cita libro|cognome=Pratten |nome=Garth |titolo=Australia 1943: The Liberation of New Guinea |anno=2014 |editore=Cambridge University Press |città=Port Melbourne|isbn=978-1-107-03799-1 |cid=Pratten 2014}}
* {{cita libro|cognome=Tanaka|nome=Kengoro|title=Operations of the Imperial Japanese Armed Forces in the Papua New Guinea Theater During World War II|year=1980|publisher=Japan Papua New Guinea Goodwill Society|location=Tokyo|oclc=9206229 }}▼
* {{cita pubblicazione |autore=Peter Williams, Naoko Nakagawa|titolo=The Japanese 18th Army in New Guinea |rivista=Wartime |numero=36 |anno=ottobre 2006 |pp=58–63 |editore=Australian War Memorial |città=Canberra|issn=1328-2727|cid= Williams & Nakagawa 2006}}▼
* {{cita libro |cognome= Willoughby |nome= Charles | titolo = Japanese Operations in the Southwest Pacific Area, Volume II – Part I| editore= United States Army Center of Military History |città=Washington, DC |opera= Reports of General MacArthur |anno = 1966 |cid=Willoughby 1966}}▼
== Voci correlate ==
▲*{{cita libro|cognome=Odgers |nome=George |anno=1968| titolo= Air War Against Japan 1943–1945 |opera= Australia in the War of 1939–1945, Series 3—Air. Volume II | città=Canberra|editore=Australian War Memorial| url=https://www.awm.gov.au/collection/RCDIG1070197/|accesso=9 aprile 2021|lingua=en|cid=Odgers 1968 }}
* [[Campagna sommergibilistica degli Alleati nel Pacifico]]
* [[Campagna d'Italia (1943-1945)]]
▲*{{cita libro|cognome=Palazzo |nome=Albert |titolo=The Australian Army: A History of its Organisation 1901–2001 |year=2001 |publisher=Oxford University Press |location=South Melbourne, Victoria |isbn=0-19-551507-2 }}
* [[Offensiva del basso Dnepr]]
* [[Operazione Zitronella]]
▲*{{cita libro|cognome=Pratten |nome=Garth |titolo=Australia 1943: The Liberation of New Guinea |anno=2014 |editore=Cambridge University Press |città=Port Melbourne|isbn=978-1-107-03799-1 |cid=Pratten 2014}}
▲*{{cita libro|cognome=Tanaka|nome=Kengoro|title=Operations of the Imperial Japanese Armed Forces in the Papua New Guinea Theater During World War II|year=1980|publisher=Japan Papua New Guinea Goodwill Society|location=Tokyo|oclc=9206229 }}
▲*{{cita pubblicazione |autore=Peter Williams, Naoko Nakagawa|titolo=The Japanese 18th Army in New Guinea |rivista=Wartime |numero=36 |anno=ottobre 2006 |pp=58–63 |editore=Australian War Memorial |città=Canberra|issn=1328-2727|cid= Williams & Nakagawa 2006}}
▲*{{cita libro |cognome= Willoughby |nome= Charles | titolo = Japanese Operations in the Southwest Pacific Area, Volume II – Part I| editore= United States Army Center of Military History |città=Washington, DC |opera= Reports of General MacArthur |anno = 1966 |cid=Willoughby 1966}}
{{portale|seconda guerra mondiale}}
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