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{{Citazione|C'erano sei ordini che i romani chiamavano classi, dal greco ''klêseis'' [chiamate] (dall'imperativo del verbo ''kaleo'', che in greco è ''kalei'' e in latino ''cala'' [chiama!]). Infatti i romani anticamente anziché classi dicevano ''caleses''). |[[Dionigi di Alicarnasso]], ''[[Antichità romane (Dionigi di Alicarnasso)]]'', IV, 18}}
Una '''classe sociale''' è una aggregazione di individui all'interno di una struttura [[Gerarchia|gerarchica]] di uno [[Statostratificazione sociale|stato]] o di una [[popolazione]]; è individuata come un gruppo omogeneo di individui, sia da un punto di vista [[Economia|economico]] (lavoro, casa, vestiario), sia sul versante [[cultura]]le (livello di istruzione, titolo di studi, [[cultura generale]]).
 
Il concetto di classe nella [[sociologia]], comunque centrale, è di varia definizione a seconda degli autori. Semplificando, abitualmente un gruppo di persone che si trova in una posizione simile nell'ambito della struttura governata dalle relazioni economiche e politiche di una società, viene a formare una classe sociale. A volte il termine viene usato impropriamente come sinonimo di [[status sociale]].
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== Cenni storici ==
 
La suddivisione della società in classi è molto antica ed era già in atto presso i Grecigreci e i Romaniromani. Nell'antica [[Grecia]], intorno al [[VI secolo a.C.]] si annoverarono dalle tre alle quattro classi stabilite in base al censo, che [[Platone]] individuò nei [[governo|governanti]] o [[filosofi]], nei [[guerra|guerrieri]] e negli [[agricoltore|agricoltori]]. [[Adam Smith]] suddivise la società in due classi, quella dei [[povero|poveri]] e quella [[lavoratore|lavoratrice]], mentre Marx si soffermò sul rapporto con i mezzi di produzione, da cui emersero due classi conflittuali, i proprietari del [[capitale (economia)|capitale]] e quelli della [[forza lavoro]]. Nel [[XX secolo|Novecento]] i sociologi, accorgendosi della continua [[mobilità sociale]], della variabilità del sistema economico e della [[scuola|scolarizzazione]] estesa, hanno compreso che i confini tra le classi sono sempre più sfumati, al punto da [[stratificazione sociale|stratificare]] le classi al loro interno.<ref>"Sociologia dell'economia e del lavoro", di [[Luciano Gallino]], Utet, Torino, 1989 (alla pag.160-165)</ref>
 
[[Ralf Dahrendorf]] postulò l'esistenza di classi sulla base dei rapporti di [[autorità]] anziché su quella dei [[lavoro|rapporti lavorativi]], trasformando il concetto di raggruppamenti economici in stratificazioni sociali con al proprio interno nuove pluralità di strati.<ref>"Dizionario di filosofia", di Nicola Abbagnano, ediz. Utet, Torino, 1995, pag.132, voce "Classe")</ref> Da questo punto di vista, quindi, il concetto ottocentesco di classe può essere visto come anacronistico, considerando però che nuove forme di conflitto sociale hanno preso il posto dei conflitti di classe, inoltre risulta ormai lecito non associare esclusivamente il concetto di classe con la proprietà dei mezzi di produzione, dato che gli elementi costitutivi della complicata organizzazione sociale sono variabili nel tempo.
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== Tipologia e teorie ==
 
Per [[Max Weber]], la classe è connessa a tre dimensioni: la [[ricchezza]], il [[prestigio]] eed il [[potere]]. A queste discriminanti weberiane possiamo aggiungere anche lo [[stile di vita]], l'[[istruzione]], l'[[educazione]]. Questo sistema ''multidimensionale'' permette maggiore flessibilità ed efficacia nella comprensione della [[stratificazione sociale]], anche nelle società più complesse. Due sono le teorie dominanti utilizzate per lo studio e l'analisi delle classi sociali: la prima è quella [[Marxismo|marxista]], la seconda è quella [[funzionalismo (sociologia)|funzionalista]].
 
Un individuo può avere un livello medio-alto di prestigio sociale e relativamente poca ricchezza. Basti pensare ai ricercatori universitari: possono guadagnare molto meno di un altro individuo con un'occupazione eed un relativo [[status sociale]] molto più basso. Così come persone ad altissimo prestigio (basti pensare alle massime cariche dello [[Statostato]]) hanno meno ricchezza di un [[cantante]], che pure ha uno status sociale più basso. È bene precisare che, tra le tre dimensioni, la ricchezza è la più rara e preziosa. Infatti è l'unica che generalmente può essere utilizzata per guadagnare punti nelle altre dimensioni.
 
Alcuni autori (Clark e Lipset 1991, Pakulski e Waters 1966) hanno ipotizzato che nelle odierne società moderne post-industriali è difficile stabilire criteri ([[Erik Olin Wright]]) euristicamente validi per la teorizzazione e l'individuazione delle classi. Si tende quindi ad adottare il termine ''ceto sociale'', che è meno forte e caratterizzante di quello di classe. Per esempio è molto usata la dizione [[ceto medio]].
 
Analisi e studi sociologici più recenti hanno invece rilevato come anche nelle società moderne siano ben presenti le classi sociali e che la [[mobilità sociale]] reale sia così esigua da poter essere considerata una semplice credenza<ref>[[Chiara Volpato]], ''Le radici psicologiche della disuguaglianza'', 2019, ed.Laterza, Bari, ISBN 978-88-581-3415-3