Callipatera: differenze tra le versioni
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Callipatera faceva parte di una nobilissima famiglia di riconosciuta tradizione atletica dell'isola di [[Rodi]], che dominarono l'isola per buona parte del V e agli inizi del [[IV secolo a.C.]]<ref name="Diagoridi">{{Treccani|diagoridi|Diagoridi}}</ref>, gli Eratidai, o Diagoridi: quest'ultimo gentilizio proveniva dal padre della donna, il famoso e gigantesco [[Diagora di Rodi]], alto due metri e venti<ref>[[Scoliasta]] a Pindaro</ref>, celebrato da [[Pindaro]]<ref name="Giochi, 280">{{Cita|AA.VV., ''I Giochi olimpici nella Grecia antica'', 2004|p. 280|Christopoulos}}.</ref> in una famosa [[Odi (Pindaro)|ode]] che i suoi compatrioti fecero incidere a lettere auree nel tempio di Athena Lindia<ref name="Giochi, 281">{{Cita|AA.VV., ''I Giochi olimpici nella Grecia antica'', 2004|p. 281|Christopoulos}}.</ref>; suo figlio Pisidoras era un corridore; anche i suoi tre fratelli (tra cui [[Damageto]], pugile, e Acusilao, [[Pancrazio|pancraziaste]]<ref name="Giochi, 281"/>), suo marito, e suo nipote erano atleti acclamati.
È nota soprattutto per essere stata la prima donna sposata a non essere stata punita per aver contravvenuto al divieto di
Dopo questo incidente, si stabilì la norma secondo cui gli allenatori, secondo regolamento, avrebbero dovuto accedere nudi agli agoni ad Olimpia. Precedentemente, essi indossavano la ''tribôn'', un corto mantello di lana grossolana, che gli allenatori continuarono ad indossare dopo l'episodio
L'episodio di Callipatera ha ispirato un celebre sonetto<ref>{{simbolo|Wikisource-logo.svg|15}} {{lingue|el}} Λορέντζου Μαβίλη, ''[[s:Καλλιπάτειρα]]'' (da [[Wikisource]] in [[Lingua greca moderna|neogreco]]).</ref> di [[Lorenzo Mavilis]] (1860-1912), poeta [[Itaca|itacense]] e volontario [[garibaldino]] nelle [[camicie rosse]] di [[Ricciotti Garibaldi]].
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