Curatore editoriale: differenze tra le versioni
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La figura del curatore editoriale si distingue anche da un'altra figura tipica del mondo editoriale: il ''revisore'', il cui lavoro consiste nel migliorare a livello strutturale (trama, costruzione dei personaggi, dialoghi ecc.) il testo presentato dallo scrittore. Il suo lavoro, volto dunque all'affinamento (e adeguamento) della resa stilistica dell'opera (romanzo o saggio), prende il nome di 'normazione editoriale' (o ''editing'').<br/>
La normazione editoriale di un'opera letteraria «si articola in diverse fasi, che vanno dalla revisione linguistica (che riguarda fondamentalmente la purezza e l'eleganza dell'esposizione) all'affinamento dell'espressione (che concerne l'efficacia della comunicazione in stretta relazione con i contenuti). Entrambe le fasi richiedono ovviamente da parte dell
== In una redazione giornalistica ==
La cura editoriale degli [[articolo (giornalismo)|articoli]] consta di due attività differenti, espletate in momenti distinti
*lettura, uniformazione e revisione del pezzo da consegnare in tipografia per la [[Composizione tipografica|composizione]];
*rifinitura del testo composto fino alla fase precedente la stampa.
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== I principi del curatore editoriale ==
Nell'approccio quotidiano al testo, sono fondamentali per il curatore alcune regole, definite nel gergo editoriale 'le 4 C' (similmente a quelle della [[Regola delle 5 W|5 W giornalistica]]): ''coerenza'', ''chiarezza'', ''chiusura'', ''correttezza''
;Coerenza
La coerenza, in relazione al contenitore (libro, pagina web, fascicolabile, guidistica ecc.) in cui è inserito, si esprime con un linguaggio appropriato rispetto al pubblico a cui si rivolge lo scritto.
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;Correttezza
La correttezza è quella ortografica, grammaticale e sintattica.
Com'è naturale, fra curatore e autore esiste un rapporto dialettico, molto spesso conflittuale: spetta al curatore, infatti, il delicato compito di insistere con l'autore perché questi apporti le necessarie modifiche.
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