Francesco Algarotti: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
cambio img (2)
FrescoBot (discussione | contributi)
m Bot: template:apostrofo e modifiche minori
Riga 33:
Ad esse poté presentare il proprio ''Newtonianismo per le dame'', piccola opera di [[divulgazione scientifica brillante]] ispirata al lavoro dello scrittore francese [[Bernard le Bovier de Fontenelle]]. L'opera fu prima apprezzata, e poi denigrata da [[Voltaire]], che dal lavoro del suo ''Caro cigno di Padova'' — come era solito appellarlo — trasse alcuni temi che furono d'ispirazione anche deglii ''Elementi della filosofia di Newton'' ai quali negli stessi anni si dedicava [[Émilie du Châtelet]], compagna del filosofo francese. Voltaire e Algarotti si erano conosciuti personalmente a Cirey, il castello in cui M.me du Châtelet e Voltaire si erano trasferiti.
 
Dopo il periodo trascorso in Francia, Algarotti si recò in [[Inghilterra]], per soggiornare per qualche tempo a [[Londra]], dove fu accolto nella ''[[Royal Society]]'', prestigiosa accademia scientifica. Accompagnato da una presentazione di Voltaire affinché potesse svolgere ricerche per il libro, l'Algarotti fu introdotto nella cerchia di una delle nobildonne più influenti del Regno Unito, [[Mary Wortley Montagu]]. La nobildonna s'invaghì del giovane studioso che ne fu lusingato; a lei, e agli splendidi giardini della sua residenza di [[Twickenham]], si ispirò per la figura della marchesa nel ''Newtonianesimo.'' Tornato in Italia nel 1737, Algarotti poté dedicarsi alla pubblicazione del ''Newtonianesimo'' e subito dopo partì. Dopo un breve ritorno a Londra, nel quale rivide Lady Mary sempre più decisa a conquistarlo tanto da organizzare la propria partenza in Italia vagheggiando una vita insieme a Venezia<ref>Della presunta relazione, rimasta quasi certamente del tutto platonica, scrive Masolino d'Amico nell{{'}}''Introduzione'' a Lady Mary Wortley Montagu, ''Cara bambina. Lettere dall'Italia alla figlia'', Adelphi.</ref>, Algarotti visitò alcune zone della [[Russia]] (fermandosi in particolare a [[San Pietroburgo]]) e della [[Prussia]]. Intanto usciva a Napoli una seconda edizione (1739) del ''Newtonianesimo per le dame'' accompagnato da versi di elogio di Voltaire e della stessa Mary Montagu.
 
Dice il De Tipaldo, nelle sue biografie degli italiani illustri: "Quando nel 1740 [[Federico II di Prussia|Federico]] si recò a [[Königsberg]] a incoronarsi, l'Algarotti si trovò in mezzo gli applausi e il giubilo di quella potente e valorosa nazione misto e confuso coi principi della famiglia reale, e stette nel palco col re, spargendo al popolo sottoposto le monete con l'immagine di Federico. Fu in tale congiuntura che questi conferì a lui, quanto al fratello Bonomo e ai discendenti della famiglia Algarotti, il titolo di conte, meno vano quando è premio del sapere, e dal 1747 lo fece suo ciambellano e cavaliere dell'ordine del merito, mentr'era alla corte di Dresda col titolo di consigliere intimo di guerra. Dal momento che Algarotti conobbe Federico sino alla sua morte, cioè pel corso di venticinque anni, né l'amicizia, né la stima del re, né la gratitudine, la devozione e il sincero affetto del cortigiano vennero meno, né soffersero mai alcuna alterazione." Secondo il De Tipaldo, l'amicizia fra i due era estesa anche alla sfera più intima; dice infatti: "…lo volle non solo a compagno degli studi e dei viaggi, ma altresì dei suoi più segreti piaceri, essendoché della corte di Potsdam, ora egli faceva un Peripato, ed ora la convertiva in un tempio di Gnido" - il che significa: in un tempio di Venere.
Riga 52:
Viene considerato una sorta di ''Socrate veneziano'' e per comprendere la sua statura di insigne studioso con un'infinita sete di sapere e divulgare è sufficiente porsi davanti al suo innumerevole campo di interessi. Al di là del suo ruolo di spicco nell'[[illuminismo (letteratura)|illuminismo letterario]], fu anche un [[diplomazia|diplomatico]] e un procacciatore d'arte. In particolare viaggiò cercando opere d'arte per conto di [[Augusto III di Polonia|Augusto III di Sassonia]]. È noto che fu Algarotti a comprare a Venezia nel 1741 il capolavoro di [[Jean-Étienne Liotard|Liotard]], il pastello de ''[[La cioccolataia]]'', che poi divenne una delle perle della [[Gemäldegalerie Alte Meister|Galleria di Dresda]].
 
Uomo di bell'aspetto, dotato di un aristocratico naso aquilino (esiste al [[Rijksmuseum]] di Amsterdam uno suo ritratto a pastello, sempre di Liotard, che è riprodotto nell’nell{{'}}''incipit'' della presente voce), l'Algarotti nel ''Saggio sopra Orazio'' non perdeva occasione di far notare come questi fosse [[Ambidestrismo|ambidestro]], e tanto lodava i vantaggi di questa disposizione, che c'è chi suppone che egli la condividesse col poeta. Ebbe a scrivere praticamente su tutto, affrontando - con l'acuta attenzione dello scienziato - pressoché ogni aspetto dello scibile umano. Basti ricordare i saggi che scrisse a proposito della [[pittura]] (''Sopra la pittura''), dell'[[architettura]] (''Sopra l'architettura''), dell'[[opera lirica]] (''Sopra l'opera in musica''), del [[commercio]] (''Sopra il commercio'').
 
== Opere ==
Riga 68:
* ''Viaggi di Russia'', Milano, Garzanti, 2006.
* ''Poesie'', Torino, Nino Aragno editore, 2010.
* Gian Franco Frigo e Brunhilde Wehinger, ''Francesco Algarotti (1712–1764)'', Wehrhahn Verlag, Hannover, 2017 ISBN 386525554X ISBN 978-3865255549
;Approfondimenti
* Daniela Mangione, ''Il demone ben temperato. Francesco Algarotti tra scienza e letteratura, Italia ed Europa'', Sinestesie, 2018.
Riga 84:
* {{cita web|url=https://www.google.com/books?id=GWo0AAAAMAAJ&printsec=frontcover&dq=algarotti&hl=it|titolo=Opere del conte Algarotti}}
* [https://web.archive.org/web/20061014163933/http://www.bibliotecaitaliana.it/ScrittoriItalia/catalogo/show-text.xq?textID=mets.si009 ''Saggi''], a cura di Giovanni da Pozzo, Ediz.Laterza (1963), testo integrale dalla collana digitalizzata "Scrittori d'Italia".
 
 
{{Illuministi italiani}}