Esarcato d'Africa: differenze tra le versioni

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Già tra il 686 e il 688 gli Arabi invasero di nuovo l'Africa vendicandosi della recente disfatta con una vittoria sui Mauri e con la riconquista di al-Qayrawan. Nel 697 una nuova invasione degli Arabi riuscì addirittura a conquistare Cartagine. Secondo le fonti bizantine, nello stesso anno gli imperiali riuscirono a riconquistare Cartagine, che tuttavia cadde di nuovo in mano islamica nel 698, venendo rasa al suolo. La popolazione di Cartagine fuggì in Sicilia, Spagna e nelle isole del Mediterraneo occidentale. È possibile tuttavia che all'epoca la capitale dell'esarcato fosse stata trasferita a Cagliari in Sardegna o a Septem in Mauritania Tingitana, in quanto una lettera di [[Giustiniano II]] indirizzata a [[Papa Conone]] e datata febbraio 687 attesta che le armate d'Africa e di Sardegna avevano sede rispettivamente a Septem e a Cagliari; inoltre la [[zecca di Cartagine]] era già stata trasferita in Sardegna.<ref name="Pringle49"/>
 
Agli inizi del VIII secolo i territori dell'esarcato d'Africa ancora in mano imperiale si erano ridotti a Sardegna, Corsica, Baleari e [[Ceuta|Septem]], l'unica città dell'Africa rimasta in mano bizantina. Septem, la cui guarnigione era condotta da un certo [[Conte Giuliano|Giuliano]], resistette a un primo assalto arabo del 706, ma nel 711 cadde in mani islamiche.
 
==Elenco degli esarchi==