Statuto comunale: differenze tra le versioni
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==Storia==
La storia degli statuti comunali in Italia risale al medioevo, quando nel XII secolo all'aumento
A seguito della [[nascita della Repubblica Italiana]], venne riaffermata l'importanza di comuni e province con l'articolo 5 della Costituzione che riconosceva promuoveva la loro esistenza, in quanto comunità locali preesistenti.<ref>{{cita web|autore=Toppi Maria Grazia|titolo=Breve storia degli statuti comunali, e delle autonomie locali, a dieci anni dalla riforma costituzionale|sito=Diritto.it|editore=Gruppo Maggioli|data=29 dicembre 2011|url=https://www.diritto.it/breve-storia-degli-statuti-comunali-e-delle-autonomie-locali-a-dieci-anni-dalla-riforma-costituzionale/}}</ref> Tuttavia, solamente con la legge n. 142/1990 venne finalmente disciplinato l'ordinamento delle autonomie locali: all'art. 4 venne stabilita l'adozione degli statuti da parte di comuni e province, deliberati dai rispettivi consigli, per l'organizzazione dell'ente, le attribuzioni degli organi, l'ordinamento degli uffici e dei servizi pubblici, le forme della collaborazione fra comuni e province, della partecipazione popolare, del decentramento, dell'accesso dei cittadini alle informazioni ed ai procedimenti amministrativi.
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