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== Trama ==
 
Il film inizia con il cammino della speranza di una famiglia di superstiti da un [[Guerra nucleare|conflitto nucleare]], fino a giungere in un complesso abbandonato semidistrutto. Siamo sul set di un film che rimanda al classico di fantascienza ''"The Most Dangerous Man Alive"'' di [[Allan Dwan]], girato in [[Portogallo]] presso un albergo isolato in riva al mare. Il regista Friedrich "Fritz" Munro apprende improvvisamente della mancanza di fondi e della pellicola. Il lavoro si ferma e si attende con ansia il ritorno da [[Los Angeles]] del produttore Gordon, il quale però si è reso irreperibile.
 
La prima parte della storia è costituita da scene che ritraggono in modo anche farsesco i membri della troupe, intrappolati nella monotonia dell'attesa, tra l'albergo dove risiedono, semidistrutto da una recente burrasca, ed i dintorni di un Portogallo assopito e dal sentore antico. La vicenda assume dinamismo con la partenza di Fritz per Los Angeles, alla ricerca di Gordon. Il regista si accorge di essere pedinato e scopre via via come il produttore si sia nascosto in un camper, sapendo di essere inviso da una gang criminale cui aveva richiesto dei finanziamenti. Fritz non crede a questa storia, ma alla fine compaiono i killer ed il regista finisce assassinato nel modo più impensato.
==Produzione==
 
Nella primavera del 1981 il produttore [[Francis Ford Coppola]] interruppe il lavoro sul progetto cinematografico congiunto suo e di Wenders, ''Hammett'', per far riscrivere la sceneggiatura a [[Ross Thomas]] per la terza volta.
Durante questa pausa Wenders tornò in Europa, dove inizialmente cercò un adattamento cinematografico del romanzo ''Stiller'' di [[Max Frisch]], che non concretizzò. L'idea di ''Der Stand der Dinge'' gli venne quando incontrò il regista [[Raúl Ruiz]] in Portogallo per aiutarlo nel suo film ''O Território''. Wenders assunse [[Robert Kramer]] come sceneggiatore e rilevò gran parte della squadra di Ruiz, incluso il direttore della fotografia [[Henri Alekan]], direttore della fotografia di grandi registi come [[Jean Cocteau]], [[René Clément]], [[André Cayatte]], [[Marcel Carné]], [[Abel Gance]], [[Jean Delannoy]].
== Cast ==
* Nel cast compare [[John Paul Getty III]], nipote del magnate del petrolio [[Jean Paul Getty]], divenuto noto alla [[cronaca negli [[Anni 1970|anni settanta]] in quanto vittima di un cruento sequestro cui seguì la mutilazione di un orecchio da parte dei suoi carcerieri, affiliati della ''[['Ndrangheta]]''. Wim Wenders apprezzava le sue potenzialità recitative ed avrebbe voluto impiegarlo in altri film, ma ben presto sarà vittima di una miscela di metadone, alcool e valium, rimanendo in breve tempo (e giovanissimo) cieco, sordo e semiparalizzato.
* Sono presenti in qualità di interpreti due registi hollywoodiani, [[Samuel Fuller]] e [[Roger Corman]], rispettivamente nei ruoli del cameraman Joe e dell'avvocato.
==Set==
L'ambientazione - allora un edificio in rovina - è l'odierno (2020) Arribas Sintra Hotel in Portogallo.
* Il famoso locale fast food, il ''Tiny Nailors'', scena di altri film hollywoodiani, è stato demolito alcuni anni dopo le riprese.
==Accoglienza==
Nelle sale tedesche il film non ebbe molto successo nonostante recensioni positive e importanti riconoscimenti.
== Critica ==
Il film, giallistico solo marginalmente, è un'autoriflessione sul cinema. L'opera approfondisce il senso delle esigenze dell'[[Cinema|industria cinematografica]] e degli attributi necessari per effettuare il mestiere di [[regista]].<ref>[[Fernaldo Di Giammatteo]], ''Dizionario del cinema'', Newton&Compton, Roma, 1995, pag.81</ref>
==Temi==
 
Il film è una "summa" dei temi cari al regista:
== Cast ==
*la matrice autobiografica
* Nel cast compare [[John Paul Getty III]], nipote del magnate del petrolio [[Jean Paul Getty]], divenuto noto alla cronaca negli [[Anni 1970|anni settanta]] in quanto vittima di un cruento sequestro cui seguì la mutilazione di un orecchio da parte dei suoi carcerieri, affiliati della ''[['Ndrangheta]]''. Wim Wenders apprezzava le sue potenzialità recitative ed avrebbe voluto impiegarlo in altri film, ma ben presto sarà vittima di una miscela di metadone, alcool e valium, rimanendo in breve tempo (e giovanissimo) cieco, sordo e semiparalizzato.
*la presenza ossessiva dei mezzi di comunicazione come telefoni, radio, registratori, e congegni della moderna civiltà tecnologica, l'orologio parlante di Joel, il computer (nel film compare un ''[[personal computer]]'' [[Apple II]] (basato su processore [[MOS 6502]]), su cui gira un software per gestione di ''data base'')
* Sono presenti in qualità di interpreti due registi hollywoodiani, [[Samuel Fuller]] e [[Roger Corman]], rispettivamente nei ruoli del cameraman Joe e dell'avvocato.
*il motivo dell'arte che filtra la realtà: la fotografia e il cinema (l'archivio fotografico dello sceneggiatore; le polaroid e i filmati girati dalle bambine con la cinepresa che è la stessa utilizzata da Fritz nell'ultima sequenza), la musica (il violino di Joan), la pittura (Kate), la scrittura (gli appunti di Anna).<ref>Filippo D'Angelo, pp. 107-113.''Wim Wenders'',</ref>
 
*
== Colonna sonora ==
 
La colonna sonora originale del film è stata realizzata da [[Jürgen Knieper]].
 
Il film contiene anche le seguenti canzoni, come da titoli di coda:
 
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* ''Beyond and Back'' di X
* ''Hollywood, Hollywood'' di [[Allen Garfield]] (improvvisata dall'attore per la sequenza finale del film)
==Omaggio ai maestri del cinema tedesco==
 
* Il nome del protagonista, Friedrich-Fritz Munro, è un omaggio alai registagrandi tedescoregisti dell'epocatedeschi del[[Fritz Lang]] mutoe [[Friedrich Wilhelm Murnau]].
I personaggi si passano di mano in mano un libro intitolato ''Sentieri selvaggi'' e in un cinema di Los Angeles è inquadrato il cartellone pubblicitario del film di [[John Ford]].<ref>Giuseppe Gariazzo, Roberto Lasagna e Saverio Zumbo, ''Wenders story. Il cinema, il mito'', pp. 27-30.</ref>
== Riconoscimenti ==
* [[39ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia|1982]] - [[Mostra internazionale d'arte cinematografica]]
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* 1983 - [[Deutscher Filmpreis]]
** [[Lola al miglior film]]
 
== Curiosità ==
{{curiosità}}
* Il nome del protagonista, Friedrich Munro, è un omaggio al regista tedesco dell'epoca del muto [[Friedrich Wilhelm Murnau]].
* Nel soggetto vi è una cornice realistica. Di ritorno dagli Stati Uniti, nel 1981 il regista Wim Wenders fece tappa in Portogallo per incontrare un suo collega che stava filmando un documentario, ma era a corto di pellicola e di finanziamenti. Wenders offre dei negativi per il completamento del lavoro e ben presto si rende conto di averne abbastanza per girarne anche uno per sé nella scena portoghese. Dato il basso costo del bianco e nero, della modica disponibilità delle locazioni e ricorrendo a mezzi di fortuna (per es. utilizzando della normale farina per l'effetto nebbia anziché di apparecchi di scena oppure una vecchia utilitaria "[[Isetta]]" della [[BMW]] parcheggiata poco distante il set) il regista ha sviluppato via via il film.
* La scena della prima parte del film è un albergo realmente semidistrutto da una recente burrasca.
* Nel film compare un ''[[personal computer]]'' [[Apple II]] (basato su processore [[MOS 6502]]), su cui girava un software per gestione di ''data base'' e anche un rudimentale archivio fotografico dallo sceneggiatore interpretato da Paul Getty III.
* La scena americana del [[camper]] è stata girata in meno di una settimana. Per l'illuminazione interna e l'effetto delle luci stradali che sfrecciano all'interno si è apposta un'intelaiatura all'esterno quale supporto di una miriade di lampadine a loro volta comandate da un elettricista specializzato.
* Il famoso locale fast food, il ''Tiny Nailors'', scena di altri film hollywoodiani, è stato demolito alcuni anni dopo le riprese.
* Il protagonista, colpito a morte con il produttore, pare risorgere dodici anni dopo nel film sempre di Wenders ''[[Lisbon Story]]'', curiosamente nato anch'esso come documentario sul Portogallo.
 
== Note ==
<references/>
==Bibliografia==
 
*Filippo D'Angelo, ''Wim Wenders'', Roma, Il Castoro, 1995.
*Giuseppe Gariazzo, Roberto Lasagna e Saverio Zumbo, ''Wenders story. Il cinema, il mito'', Alessandria, Falsopiano, 1997.
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}