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|lingua = latino
}}
Il '''''De iure belli''''' (''Il diritto della guerra'') è un'opera di [[Alberico Gentili]], [[giurista]] [[italiano]] considerato uno dei "padri fondatori del [[diritto internazionale]]",<ref>{{cita libro|autore=Diego Panizza| titolo=Alberico Gentili, giurista ideologo nell'Inghilterra Elisabettiana|editore=La Garangola| città=Padova|anno=1981|cid=D. Panizza|OCLC=9874796}}</ref> composta nel [[1598]]. L'opera è alla base del ''[[De iure belli ac pacis]]'' di [[Ugo Grozio]].
 
Quest'opera, divisa in tre libri,<ref>{{Cita libro|autore=Norberto Mancini|titolo=Un genio della stirpe: Alberico Gentili da Sanginesio|editore=Tipografia Ciarrocchi|città=Civitanova Marche|anno=1937}}</ref> ricopre ruolo fondamentale nello sviluppo del diritto moderno e nella genesi della disciplina. Può essere considerata un'opera "classica" del [[rinascimento italiano]].<ref>{{Cita web|url=https://www.unimc.it/cisg/it/alberico-gentili|titolo=Centro Internazionale "Alberico Gentili" – CISG — Università di Macerata: Alberico Gentili|sito=www.unimc.it|accesso=2021-11-29}}</ref>
 
=== Contenuto ===
Il contenuto dell'opera mostra le posizioni e i pensieri del Gentili sulla guerra, sulla tolleranza religiosa, sulla giustizia, diversità culturale e sulla pace:
Le posizioni ideologiche di Gentili in fatto di tolleranza religiosa e di diversità culturale, il suo pragmatismo politico e la sua avversione ad ogni forma di fondamentalismo ideologico costituiscono a tutt’oggi materia e spunto di riflessione
* nel primo libro esamina la guerra e le sue cause (divine e naturali), concludendo che una guerra deve nascere per una causa onesta,
* nel secondo libro tratta della giustizia della guerra, dei protagonisti (truppe, strategie, ostaggi, ecc.) e del rispetto verso le donne, i fanciulli e i cadaveri,
* nel terzo libro dimostra il fine della guerra, ovvero la pace, trattando delle regole da seguire.
Riguardo i contenuti espressi da Alberico, Angelo Vardarnini scrive:<ref>{{Cita libro|autore=Angelo Vardarnini|titolo=Alberico Gentili, fondatore del diritto Internazionale|città=Firenze|anno=1875}}</ref>
{{citazione|Questo il concetto nobilissimo per cui il nome di Alberico va associato ai nostri tempi e vivrà immortale. [...] Egli ammaestrato dalle discordie e dai gravissimi danni di molte e diverse guerre, dai Mali che esse arrecano all'umanità, dal ritardo e dagli ostacoli che ne provengono alla civiltà ed al progresso dell'umana famiglia, invocava, [...] la pace perpetua ed universale.}}
 
== [[Eremo di San Liberato]] ==