Unione Sovietica nella seconda guerra mondiale: differenze tra le versioni

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[[File:RIAN archive 429 Fresh forces going to the front.jpg|thumb|left|upright=1.2|Le truppe sovietiche marciano verso il fronte di Mosca]]
 
La [[battaglia di Mosca]] (per i tedeschi "operazione Tifone") ebbe inizio il 30 settembre 1941 con una nuova brillante avanzata delle Panzer-Division; i cunei di sfondamento penetrarono in profondità dopo aver infranto facilmente le linee sovietiche e aggirarono gran parte delle forze poste a difesa della capitale che vennero quasi completamente accerchiate a [[Brjansk]] e a [[Vjaz'ma (città)|Vjaz'ma]], i carri armati del generale Guderian arrivarono a Brjansk completamente di sorpresa<ref>{{cita|Overy|pp. 108-110}}.</ref>. Gran parte delle armate sovietiche accerchiate vennero distrutte; i soldati in trappola opposero forte resistenza ma in pochi giorni furono catturati di nuovo centinaia di migliaia di prigionieri e solo piccoli reparti riuscirono a sfuggire verso est. L'alto comando sovietico non si aspettava un crollo così rovinoso; il 7 ottobre 1941 Stalin, febbricitante e privo di informazioni aggiornate, richiamò da Leningrado il generale Žukov e lo invio d'urgenza sul posto. La situazione sovietica era disastrosa; solo truppe disperse presidiavano ancora la cosiddetta "linea di [[Možajsk]]" che costituiva l'ultima posizione difensiva prima di Mosca<ref>{{cita|Žukov|pp. 360-370}}.</ref>. Il 10 ottobre il generale Žukov assunse il comando delle scarse forze schierate su questa linea che vennero raggruppate in un nuovo [[Fronte occidentale (Armata Rossa)|Fronte occidentale]]. Nei giorni seguenti i tedeschi continuarono ad avanzare e occuparono [[Kaluga]] e [[Tver'|Kalinin]], mentre a Mosca si scatenava il panico tra la popolazione; il 16 ottobre la situazione a Mosca sembrò precipitare, si diffusero voci di ununa prossima evacuazione del governo sovietico, le ambasciate, i ministeri, il Comintern e altri uffici erano già partiti per gli Urali. Stalin tuttavia non intendeva abbandonare Mosca, egli il 17 fece diffondere alla radio un comunicato in cui si affermava che egli era ancora in città e che la capitale sarebbe stata difesa «fino all'ultima goccia di sangue». Per far cessare i tumulti e scongiurare un panico generalizzato, il 19 ottobre venne decretato lo stato d'assedio e le truppe dell'NKVD presero il controllo della situazione con brutale efficienza, schiacciando ogni manifestazione di ribellione, debolezza o disfattismo<ref>{{cita|Overy|p. 112}}.</ref>.
 
[[File:Moscow Strikes Back 10-34 Stalin's speech, nazi panzers 12.5 miles away.jpg|thumb|upright=1.1|Il 7 novembre 1941 Stalin parla alla popolazione in occasione dell'anniversario della Rivoluzione]]