Antifascismo in Italia: differenze tra le versioni

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Nel 1936 Carlo Rosselli, leader di [[Giustizia e Libertà]], ritenne le tensioni in Spagna essere più significative del mero livello nazionale: Rosselli interviene e costituisce una "colonna italiana", mentre il "battaglione Garibaldi", costituito anche da forze repubblicane e comuniste, contrasta con successo le truppe inviate da Mussolini in novembre, dando prova dell'efficacia di azioni concrete<ref name=":4" />.
 
====Antifascismo repubblicano====
{{S sezione|storia}}
Il Partito Repubblicano era ostile alla Monarchia e fautore della Repubblica. Come altri partiti antifascisti tentò di riorganizzarsi all'estero, ma faticò ugualmente a trovare una propria linea comune di lotta al Fascismo. Infatti fin dal 1927 si era spaccato tra quanti, come [[Fernando Schiavetti]], sostenevano la necessità di un'alleanza con i socialisti, laddove altri, come [[Giovanni Conti (politico)|Giovanni Conti]], promuovevano un'alleanza di tipo interclassista di impronta mazziniana, fermamente contraria all'idea della lotta di classe<ref name=":0">{{Cita|Mancini, 2015|}}.</ref>.
 
====Antifascismo liberale====
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====Antifascismo cattolico====
Il rapporto tra fascismo e cattolicesimo è stato contrastato.<ref name="Peloso">{{cita web|url=https://www.avantionline.it/lambigua-storia-dei-rapporti-tra-vaticano-e-fascismo/|titolo=L'ambigua storia dei rapporti tra Vaticano e Fascismo|autore=Francesco Peloso|data=8 maggio 2015|sito=Avanti! on Line|accesso=17 gennaio 2022}}</ref> Il fascismo si è presentato sin dalla sua nascita come movimento nettamente anticattolico, sia ideologicamente (ad esempio, nello spregio della pace e dei socialmente più deboli<ref>Vommaro, Riccardo, ''La Resistenza dei cattolici a Roma:(1943-1944)'', Odradek, 2009.</ref>) che nelle violenze attuate dai gruppi fascisti (ad esempio l'uccisione di [[Giovanni Minzoni|Don Minzoni]] nel [[1923]]), per cui fin dall'inizio si configurò anche un antifascismo di tipo cattolico, guidato principalmente da [[Luigi Sturzo|Don Sturzo]]. Dopo la salita al potere, Mussolini cambiò radicalmente posizione e cercò un dialogo con la Chiesa<ref>{{cita libro|titolo=Il regime fascista|curatore= Enzo Collotti|autore=Francesco Malgeri|capitolo = Chiesa cattolica e regime fascista|url_capitolo = https://www.reteparri.it/wp-content/uploads/ic/RAV0053532_1994_194-197_04.pdf|editore=Laterza|anno=1994}}</ref>, sempre più assecondato dalle alte gerarchie, che si assestarono su posizioni "lealiste" allo stato: l'antifascismo cattolico si indebolì e tanti componenti emigrarono come pure lo stesso Sturzo, laddove altri tra cui [[Alcide De Gasperi|Alcide de Gasperi]] tennero un basso profilo dopo gli scontri degli anni precedenti. La ratifica dei [[Patti Lateranensi]] nel [[1929]] portò anche formalmente ad una distensione con il cattolicesimo, che però non eliminò i contrasti. Infatti, già nel [[1931]] vi fu la maggiore crisi tra Chiesa e Stato Italiano dal 1870<ref>{{cita libro | nome= Vittorio E.| cognome= Giuntella| titolo= L'Église et l'État à l'époque contemporaine. |capitolo = Alcune riflessioni sopra la crisi tra la Santa Sede e il regime fascista nel 1931|url=https://books.openedition.org/pusl/10062?lang=en#text|pp= 289-300| anno= 1975|editore= Presses de l’Université Saint-Louis| città= Bruxelles|doi=10.4000/books.pusl.9972}}</ref>: il gruppo dell'[[Azione Cattolica]], pur riconosciuto dal Concordato, presentandosi come "sociale" fu accusato di costituire in realtà un gruppo di natura politico-sindacale, contravvenendo il divieto dell'associazionismo politico non fascista, per cui venne vietato insieme a tutte le altre organizzazioni cattoliche<ref>Chiron, Yves. Storia della Chiesa. Vol. 10. Editoriale Jaca Book, 1995.</ref>. A questo fatto, il papa [[Pio XI]] rispose duramente con l'enciclica ''[[Non Abbiamo Bisogno]],'' in cui difese i Patti Lateranensi e la necessità dell'associazionismo cattolico; infine condannò nettamente il fascismo, definendolo "una vera e propria [[statolatria]] pagana"<ref>{{cita web|http://www.vatican.va/holy_father/pius_xi/encyclicals/documents/hf_p-xi_enc_19310629_non-abbiamo-bisogno_it.html|Testo integrale della lettera enciclica "Non abbiamo bisogno"|lingua=it|data=29 giugno 1931|accesso=19 novembre 2021}}</ref>. Questo scontro non portò tuttavia alla rottura con il fascismo, per cui le due istituzioni continuarono ad affiancarsi pur in modo più o meno contrastato, e ambiguo per alcuni aspetti, che portarono i cattolici ad atteggiamenti differenti.<ref name="Peloso" /> Ad esempio, nel maggio [[1938]] [[Filippo Andrea VI Doria Pamphili]], cattolico ed esponente di una antica famiglia romana, rifiutò di ricevere Hitler nel suo palazzo e nel [[1939]] scrisse al re chiedendo di evitare la guerra, venendo pertanto condannato al confino. Alcuni cattolici protessero o curarono degli ebrei andando contro le [[Leggi razziali fasciste]], come il medico [[Emanuele Stablum]]. Dopo il [[1943]], vi furono anche i cattolici tra i partecipanti o sostenitori della Resistenza, come ad esempio i presbiteri [[Giuseppe Morosini]], [[Pasquino Borghi]] e [[Primo Mazzolari]], o il militare laico cattolico [[Aldo Gastaldi]] (nome da battaglia "Bisagno").
 
====Antifascismo repubblicano====
{{S sezione|storia}}
Il Partito Repubblicano era ostile alla Monarchia e fautore della Repubblica. Come altri partiti antifascisti tentò di riorganizzarsi all'estero, ma faticò ugualmente a trovare una propria linea comune di lotta al Fascismo. Infatti fin dal 1927 si era spaccato tra quanti, come [[Fernando Schiavetti]], sostenevano la necessità di un'alleanza con i socialisti, laddove altri, come [[Giovanni Conti (politico)|Giovanni Conti]], promuovevano un'alleanza di tipo interclassista di impronta mazziniana, fermamente contraria all'idea della lotta di classe<ref name=":0">{{Cita|Mancini, 2015|}}.</ref>.
 
====Antifascismo anarchico====