Al-Mustazhir: differenze tra le versioni

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[[Ibn Khaldun]] riporta che [[Yūsuf ibn Tāshfīn]], fondatore della dinastia [[almoravide]], inviò un'ambasceria al califfo e gli giurò fedeltà. In risposta a ciò, il califfo avrebbe autorizzato gli Almoravidi ad usare il titolo di "Amīr al-Muslimīn" (comandante dei musulmani).
 
Nella primavera del 1097 iniziò la [[Prima crociata]], i crociati penetrano in [[Anatolia]] e poseropongono con successo l'assedio a [[Nicea]], capitale dei Selgiuchidi di Rūm. Il 20 ottobre 1097, i crociati arrivarono davanti alle mura di [[Antiochia]]. Il Selgiuchide [[Ridwan ibn Tutush]], figlio di [[Tutush I|Tutush]] e nipote del [[Grandi Selgiuchidi|Grande Selgiuchide]] [[Malik Shah]], inviò il suo [[Atabeg|Atābeg]] di Mossul, [[Kirbogha|Kirboghā]], in soccorso dell'Atābeg turco di Antiochia, [[Yaghisiyan|Yāghi-Siyān]] ma i Crociati, pur in inferiorità numerica e notevolmente sottoalimentati per gravi problemi di vettovagliamento, espugnarono Antiochia grazie al tradimento di una guardiguardia armena dell'Atābeg pochissimo prima dell'arrivo di Kirboghā, e gli inflissero una sonora sconfitta al nemico.
 
Le forze crociate avanzarono dopo alcuni mesi di discussioni verso sud e, nonostante i dissensi tra i baroni (da cui uscì vittorioso [[Boemondo di Taranto]], che si era proclamato Principe di Antiochia), i [[Selgiuchidi]], impegnati in una cruenta guerra civile per la successione, non intervennero.
 
L'esercito crociato iniziò il 13 gennaio 1099 la marcia in Siria, verso [[Gerusalemme]], senza essere disturbato dagli [[emiri]] della regione. Dopo aver massacrato gli abitanti di [[Ma'arrat al-Nu'man]], il 7 giugno posero [[Assedio di Gerusalemme (1099)|l'assedio alla città]], che fu espugnata il 15 luglio, saccheggiata e, ancora una volta, massacratalamassacrata la sua popolazione, musulmana ed ebraica.
 
Il 9 agosto, [[Goffredo di Buglione]], che era diventato re di fatto della Città Santa, e [[Roberto II delle Fiandre]] lasciarono Gerusalemme per andare a fermare un esercito dei [[Fatimidi]] d'[[Storia dell'Egitto fatimide|Egitto]]. Le forze crociate arrivarono nella mattinata del 12 agosto nella pianura di [[Ascalona]] e l'esercito egiziano fu colto di sorpresa e sconfitto.
 
Il giovane Berk-YaruqBerkyāruq, aspirante al Sultanato selgiuchide, era in conflitto costante con il fratello Muhammad I e fu costretto a spartire i suoi domini con i suoi due fratelli Muhammad e Sanjar. Berk-YaruqL'ancor giovane Berkyāruq morì di tubercolosi nel gennaio 1105 e gli succedette Muhammad I.
 
Dei predicatori iniziarono a vagare in tutto il califfato per annunciare la tragica notizia della presa di [[Gerusalemme]]. I Fatimidi d'Egitto, che precedentemente controllavano le zone conquistate dai crociati, lasciarono che la popolazione fuggisse a [[Baghdad]]. I [[Selgiuchidi]] rimanevano ancora paralizzati dalle loro lotte interne.
 
Nel 1111, ad [[Aleppo]], la folla inferocita fomentata dal [[qadi]] [[Ibn al-Khashshab]] prese d'assalto la [[Moschea degli Omayyadi di Aleppo|Moschea degli Omayyadi]] e distrusse il trono califfale, costringendo il sultano selgiuchide e il califfo abbaside a proclamare il [[jihād]] contro i crociati, il sultano, alla testa di un esercito, marciò verso la Siria centrale, ma né il califfo né il sultano erano veramente interessati ada impegnarsi in una guerra contro i crociati e dopo pochi mesi l'esercito selgiuchide si ritirò.
 
Morì nel 1118 e gli succedete al trono il figlio [[al-Mustarshid]].