Il volto della battaglia: differenze tra le versioni

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armi: bianche, monoproiettile, pluriproiettile
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'''Il volto della battaglia''' è un saggio del [[1976]] ad opera dello [[storia militare|storico militare]] [[Regno Unito|inglese]] [[John Keegan]]. Descrive la struttura della guerra in tre periodi: [[Medioevo|Europa medievale]], [[Napoleone|Era napoleonica]], [[Prima guerra mondiale]] — mediante l'analisi di tre battaglie: [[battaglia di Agincourt|Agincourt]], [[battaglia di Waterloo|Waterloo]] e la [[battaglia della Somme|Somme]] <ref>Lo stesso autore precisa che i tre fatti d'arme vanno intesi anche come esempi di guerra in cui prevale l'uso, rispettivamente, di: ''armi bianche'', ''armi mono-proiettile'', ''armi pluri-proiettile''. </ref>. Tutti e tre gli eventi ebbero a protagonisti soldati britannici.
 
Il lavoro è fortemente innovativo, perché non esamina le battaglie dalla sola prospettiva dei generali, né si limita ad una pura collezione di aneddoti narrati dall'ultimo soldato semplice. Piuttosto, si concentra sulla dinamica concreta, "operativa", della battaglia, vagliandone al contempo criticamente i luoghi comuni, più o meno leggendari. Per esempio, Keegan mette in dubbio la celebrata efficacia delle cariche di [[cavalleria]] nello stesso Medioevo: ad Agincourt, gli [[Guerra_medievale#Maestri_della_potenza_di_fuoco:_gli_arcieri_inglesi|arcieri]], protetti da leggere armature, piantavano pali nel terreno per ostacolare i cavalli, e perfino la "comune" [[fanteria]] — se manteneva saldamente lo schieramento di formazione previsto — poco doveva temere dai cavalieri.
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** Il volto disumano della guerra
** L'abolizione della battaglia
 
== Note ==
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