Dialetto: differenze tra le versioni

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* in [[linguistica descrittiva]], una [[Varietà (linguistica)|varietà]] di una [[lingua (linguistica)|lingua]];
* {{Senza fonte|in [[linguistica storica]], una lingua che deriva da un'altra;}}
* in [[sociolinguistica]], una lingua [[Sociologia|sociologicamente]] subordinata ad una lingua politicamente dominante.<ref name=":1">{{Cita web|url=http://www.treccani.it//vocabolario/dialetto|titolo=dialètto in Vocabolario - Treccani|accesso=25 agosto 2020}}</ref>
In quest'ultima accezione, un dialetto può essere quindi una [[lingua regionale]] che ha perduto autonomia rispetto ad un'altra, divenuta socio-politicamente dominante e riconosciuta come ufficiale, con cui spesso ha una certa affinità e origini simili, e che viene anche definita come [[lingua tetto]]:<ref name="Dialetto">{{cita| Beccaria 2004| s.v "dialetto"}}. Sono anche riportati i seguenti significati: lingua di una singola località; lingua di un territorio più vasto di questa.</ref> questa seconda accezione viene spesso usata nella [[linguistica]] [[Italia|italiana]], in analogia al [[Francia|francese]] ''patois'', per riferirsi alle [[Lingue dell'Italia|lingue regionali italiane]] derivate dal latino.<ref name=":1" />
 
Ciò non nonsignifica, implicaperò, che aii dialetti così identificatidefiniti nonpresentino siuna possadignità continuarelinguistica inferiore a riferirsiquella comedelle ''lingue'': ad esempio, nel caso dei [[dialetti italo-romanzi]], alcuniil linguistilinguista utilizzano[[Michele Loporcaro]] utilizza la definizione di ''lingue sorelle dell'italianodelle altre varietà neolatine cui ha arriso maggior fortuna''.<ref>{{Cita libro|autore=Michele Loporcaro|wkautore=Michele Loporcaro|titolo=Manuale di linguistica italiana|url=https://www.degruyter.com/document/doi/10.1515/9783110360851-014/html|anno=2013|editore=Sergio Lubello|capitolo=12. L'Italia dialettale|citazione=Il presente capitolo tratteggia la distribuzione areale e, a grandi linee, le principali caratteristiche strutturali dei dialetti italo-romanzi. Questi fanno parte del più ampio dominio romanzo e vanno considerati a tutti gli effetti – sul piano linguistico – come lingue sorelle delle altre varietà neolatine cui ha arriso maggior fortuna in termini socio-politico-culturali, a cominciare dall’italiano standard su base fiorentina.}}</ref>
 
L'uso del termine ''dialetti'' per riferirsi alle lingue regionali italiane è talvolta contestato in quanto lascerebbe intendere minori prestigio e dignità rispetto all'italiano; altri apprezzano invece il termine come utile strumento di analisi per chi a vari livelli lavora per il salvataggio delle lingue minoritarie e regionali, che per sopravvivere devono liberarsi dal proprio stato di "dialetto", ovvero di lingue "dialettizzate".<ref>Maurizio Tani, ''Introduzione alla cultura italiana'', Reykjavik, Università d'Islanda, 2012, p. 45</ref>