Giuseppe Pontremoli: differenze tra le versioni

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La notizia dell'anticipo a Mussolini c'era già.
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Nato in una famiglia di [[religione ebraica]], figlio di Eulalia Colonelli e Cesare Pontremoli, ragioniere capo dell'amministrazione della provincia di Forlì,<ref>Alberto Mazzuca, Luciano Foglietta, op. cit., p. 77</ref> Giuseppe Pontremoli si laureò al [[Politecnico di Torino]] in ingegneria nel [[1896]]<ref name=archivio>{{cita web|url=http://www.archiviobiograficomovimentooperaio.org/index.php?option=com_k2&view=item&id=26379:pontremoli-giuseppe&lang=it|titolo=PONTREMOLI Giuseppe|accesso=31 dicembre 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170101002846/http://www.archiviobiograficomovimentooperaio.org/index.php?option=com_k2&view=item&id=26379:pontremoli-giuseppe&lang=it|dataarchivio=1 gennaio 2017|urlmorto=sì}}</ref>. Poi si trasferì a [[Milano]], gestendo inizialmente la filiale italiana della [[Zeiss (azienda)|Zeiss]] ed entrando poi in affari con [[Luigi Della Torre]], gerente della [[Banca Zaccaria Pisa]] e presidente della casa editrice [[Fratelli Treves]]. Insieme al Della Torre costituì una società editrice, la Società Editoriale Italiana (S.E.I.). I due furono accomunati dalle comuni origini ebraiche, dall'aderenza ad idee laiche e democratiche e dall'iniziale militanza giovanile nel [[Partito socialista italiano]], cui Pontremoli fu iscritto sin dai tempi dell'università<ref name=archivio/>. Pontremoli si dimise dal partito nel marzo 1910: essendo iscritto alla sezione di Forlì, inviò la lettera di dimissioni a [[Benito Mussolini]], all'epoca segretario dei socialisti forlivesi. E Mussolini gli rispose polemicamente il 30 aprile 1910 su ''Lotta di Classe''.<ref>Alberto Mazzuca, Luciano Foglietta, op. cit., p.77</ref>
 
La S.E.I. effettuò l'acquisizione di giornali nel Centro-Nord Italia. Furono rilevati: il quotidiano milanese «[[Il Secolo (quotidiano)|Il Secolo]]» (1909), il «Giornale del Mattino» di [[Bologna]] (1910), «[[Il Messaggero]]» di [[Roma]] (1911) e «[[La Gazzetta dello Sport]]» (1913). Pontremoli, oltre ad essere gerente della società editrice del «Secolo», assunse anche formalmente la direzione del quotidiano (novembre 1911), concordando la linea politica con il [[redattore capo]] [[Mario Borsa]]<ref>Maria Assunta De Nicola, ''Mario Borsa. Biografia di un giornalista'', Viterbo, Università della Tuscia, 2012, p. 86.</ref>. Nel [[1913]] Pontremoli fu per un breve periodo [[amministratore delegato]] della società [[Olivetti]]<ref>Rivista delle società commerciali organo della Associazione fra le società.</ref>.
Pontremoli e Della Torre costituirono un potente gruppo finanziario editoriale, disponendo quindi alla vigilia della [[prima guerra mondiale]] della principale catena editoriale dell'interventismo di sinistra. Riconciliatosi con Mussolini, Pontremoli gli anticipò, alla fine del 1914, la somma necessaria all'acquisto della rotativa per la stampa del nuovo quotidiano «[[Il Popolo d'Italia]]», pari a 20.000 lire.<ref>Alberto Mazzuca, Luciano Foglietta, op.cit., p. 78</ref>
 
Nel [[1913]] Pontremoli è brevemente [[amministratore delegato]] della società [[Olivetti]]<ref>Rivista delle società commerciali organo della Associazione fra le società.</ref>. Nel novembre 1914 "anticipa 20.000 lire per comprare la rotativa con cui sarebbe stato stampato il nuovo quotidiano" ''[[Il popolo d'Italia]]''<ref>[https://www.avvenire.it/agora/pagine/i-soldi-massonici-del-direttore-benito G.Padulo, ''Storia. I soldi massonici del direttore Benito'', Avvenire, 22 luglio 2014].</ref>.
 
Dopo la guerra il gruppo editoriale si indebolì: già nel 1917 avvenne la cessione del «Messaggero» ai Perrone titolari dell'[[Ansaldo]]<ref>Secondo Maria Assunta De Nicola la cessione fu necessaria per coprire i debiti del «Secolo». Cfr. M. A. De Nicola, ''Mario Borsa...'' ''op. cit.'', p. 121.</ref>; nel [[1919]] Pontremoli chiuse il «Giornale del Mattino» (diretto allora da [[Pietro Nenni]]) e cedette la partecipazione nella «Gazzetta dello Sport». Infine, nel 1923 lasciò «Il Secolo», entrato con nuovi soci di maggioranza nell'orbita del [[regime fascista]].