Hegelismo: differenze tra le versioni

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== Neohegelismo ==
 
Si definisce neohegelismo, tendenzialmente su posizioni che ricalcano quelle della destra hegeliana, la ripresa delle posizioni tipiche dell'idealismo romantico verificatasi in particolare in [[Inghilterra]], [[Italia]], [[Germania]] e [[America]] a cavallo fra XIX e XX secolo. Il tema di fondo del neohegelismo consiste nell'identità di finito e infinito, ovvero nell'aspirazione a ricondurre tutta l'esperienza umana all'Assoluto concepito come ideale; alcuni esponenti, per lo più anglosassoni([[G.H.Stirling]], [[F.H.Bradley]]) tendono però a negare del tutto la realtà del finito, riconducendosi per questa via all'[[immaterialismo]] di [[Berkeley]]; gli esponenti continentali e in particolare italiani, come [[Giovanni Gentile]] e [[ Benedetto Croce]], accentuano invece la presenza reale e razionale dell'Assoluto nella realtà finita.
Si definisce neohegelismo ogni posizione filosofica la quale risenta fortemente dell'influenza hegeliana, anche in tempi molto successivi. Questo movimento che si è caratterizzato per lo più per posizioni legate alla destra hegeliana ovvero per una interpretazione strettamente [[idealismo|idealistica]] della filosofia di Hegel, si è sviluppato soprattutto in Germania e in Italia nel corso del XX secolo, ad opera di pensatori come Mark e [[Liebert]] e, nel nostro paese, di [[Giovanni Gentile]] e [[Benedetto Croce]].
 
==Bibliografia==