Antirealismo: differenze tra le versioni
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Il termine fu reso popolare da [[Michael Dummett]], che lo introdusse nella sua rivista ''Realism'' per riesaminare alcune dispute filosofiche classiche che coinvolgevano dottrine come il [[nominalismo]], il [[realismo concettuale]], l'[[idealismo]] e il [[fenomenalismo]]. La novità dell'approcio di Dummett consiste nel vedere queste dispute come analoghe alle dispute tra [[intuizionismo]] e [[Platonismo]] nella [[filosofia della matematica]].
Secondo l'intuizionismo (antirealista riguardo agli oggetti matematici), la [[verità]] di una proposizione matematica risiede nella nostra capacità di dimostrarla. In accordo con i platonisti ([[realismo filosofico|realisti]]), la verità di una proposizione risiede nella propria aderenza alla realtà oggettiva. Così, gli intuizionisti accettano una proposizione in forma "P o Q" come vera solo se è possibile dimostrare P oppure dimostrare Q: ciò è chiamato [[
In particolare, non
Dummett dedusse che la nozione intuizionista della verità si trova alla fine di varie forme classiche di antirealismo. Egli usa questa nozione per ri interpretare il [[fenomenalismo]], proclamando che non prese la forma di un [[riduzionismo]] (spesso considerato inottenibile).
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