La maschera del comando: differenze tra le versioni

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{{quote|Colui che conduce gli uomini in guerra può mostrarsi ai suoi seguaci solo attraverso una maschera, una maschera che lui stesso si è costruito, in modo che gli uomini del suo tempo riconoscano in lui il leader che desiderano e di cui hanno bisogno. Quello che segue è un tentativo di penetrare la maschera del comando, attraverso il tempo e lo spazio.|[[John Keegan]]}}
 
'''''La maschera del comando''''' è un saggio del [[1987]] dello scrittore storico [[regno Unito|britannico]] [[John Keegan]]. Nel libro viene espressamente analizzata la figura del [[generale]], ed in particolare di come e quanto tale presenza possa incidere sull'andamento dei grandi eventi storici<ref>È appena il caso di osservare che in tal modo viene rigettata la famosa interpretazione "fatalistica" ''(E gli storici hanno poi addotto prove astutamente combinate, adattandole ai fatti compiuti, per dimostrare la genialità e la capacità di previsione dei condottieri, che di tutti gli strumenti involontari degli eventi mondiali erano i fattori più servili ed involontari. Gli antichi ci hanno lasciato dei modelli di poemi eroici, nei quali gli eroi rappresentano tutto l'interesse della storia, e noi non possiamo ancora abituarci all'idea che per questa nostra epoca una storia così fatta non ha senso.)'' suggerita al proposito da [[Lev Tolstoj]] nel suo capolavoro ''[[Guerra e pace (romanzo)|Guerra e pace]]'', un [[romanzo]] ''[[sui generis]]'', in cui non si disdegna la trattazione di argomenti di stampo saggistico.</ref>.
 
Questo saggio, per certi versi, appare il contraltare de ''[[Il volto della battaglia]]'', in cui Keegan aveva studiato il fenomeno bellico sotto una prospettiva — in un certo senso — più "microsociologica", cercando di ristabilire la verità (ed anche la mera apparenza) dello scontro facendo astrazione delle consuete narrazioni retorico-fantasiose.