Riflessione (filosofia): differenze tra le versioni

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La considerazione del soggetto come in contrasto con l'oggetto è il risultato del modo comune di sentire, della mentalità scientifica e della [[metafisica]].
 
Tuttavia, osserva Hegel, la riflessione acquista un significato accettabile e apprezzabile quando si pensi che la riflessione è anche la situazione che caratterizza i concetti puri in coppia e in contrapposizione tra loro in una posizione di positivo e negativo: nel positivo dell'uno vi è anche il negativo dell'altro in una unità superiore ai due nell'[[immanenza]] reciroca degli opposti <ref> Se io, ad esempio, seguendo l'intelletto comune, giudico i due concetti di "libertà" e "necessità" opposti, se opererò con la ragione mi renderò conto che ciascuno di questi due concetti richiama l'altro: non esiste libertà senza necessità e viceversa, di modo che i due concetti, apparentemente in contrasto tra loro, in realtà vivono in una unità inscindibile secondo il principio hegeliano che «la verità è l'intero».(Cfr. G. W. F. Hegel, ''Fenomenologia dello Spirito'', Prefazione in ''Grande Antologia Filosofica'', Marzorati, Milano, 1971, vol. XVIII, pag. 498</ref>; cosicchè a questo punto l'intelletto astratto sarà sostituito dalla superiore ragione. Bisogna quindi distinguere l'[[intellettualismo]] astratto dalla ragione in grado di svelare la struttura oggettiva del [[Logos]].
 
==Husserl==