Atenolfo I di Capua: differenze tra le versioni

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Grazie alla sua influenza e alle sue conquiste, Atenolfo succedette al padre [[Landenolfo I di Capua|Landenolfo]], [[gastaldo]] di [[Teano]], al fine di rivendicare le pretese della sua famiglia [[Longobardi|Longobarda]] allo ''status'' principesco su Benevento e [[Salerno]]. Dal [[879]], Capua era stata contesa fra numerosi pretendenti ma, dal 887, Atenolfo vanificò le intenzioni dei suoi fratelli e dei suoi cugini e divenne il solo principe grazie all'aiuto prestatogli dall'''[[ipazia|ipato]]'' [[Attanasio di Napoli]]. L'anno seguente ([[888]]), entrò in guerra però proprio contro Attanasio a causa della "Liburia." Combatterono una battaglia non decisiva a S. Carzio, nei pressi del fiume [[Clanio]].<ref>Nella ''Cronaca della dinastia capuana'' si legge: «Nel secondo anno dopo che fu fatto conte di Capua il signore Atenolfo, fu attaccata una grande battaglia fra Capuani e Napoletani in Liburia, a S. Carzio. Ma furono uccisi così tanti Napoletani dai Capuani, che di loro ne rimasero pochissimi. I Napoletani furono aiutati da Bizantini e Saraceni».</ref>
 
Atenolfo rivolse allora la sua attenzione a Benevento, che recentemente era stata sotto il dominio [[Impero bizantino|bizantino]] e quindi sotto il controllo del longobardo [[Ducato di Spoleto]]. La conquistò strappandola al già deposto Principe [[Radelchi II di Benevento|Radelchi II]] nell'899 e fu pertanto acclamato Principe in Santa Sofia di Benevento nel gennaio del [[900]]. Dovette quindi affrontare al già [[reggente]] di Benevento, il [[Pietro, Vescovo di Benevento|Vescovo Pietro]], che egli esiliò a Salerno. Avendo riunito la maggioranza dei Longobardi del [[Mezzogiorno]], egli diresse allora i suoi attacchi contro i [[musulmani]] del [[Traetto (insediamento musulmano)|Traetto]], sul fiume [[Garigliano]].
 
Atenolfo si alleò allora con [[Amalfi]] e [[Gregorio IV di Napoli]] e attaccò senza risultati di rilievo i musulmani del [[Traetto]] nel [[903]]. Si riconobbe [[vassallo]] dei Bizantini al fine di ottenere da loro aiuti militari, ma le sue speranze andarono deluse. Trascorse il resto della propria vita nei preparativi tesi a condurre un secondo e più pesante attacco contro il [[Traetto]] ma morì prima di poterlo realizzare, anche se il suo impegno contribuì notevolmente alla successiva vittoria cristiana nella [[Battaglia del Garigliano (915)|Battaglia del Garigliano]] del [[915]]. Per i suoi successi contro i musulmani, gli fu dedicato un poema da [[Eugenio Vulgario]] (''Ad Atenolfum principem Beneventane urbis'' ).