Cappella Strozzi di Mantova: differenze tra le versioni

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La Cappella vera e propria venne finita di edificare verso il [[1335]] e successivamente coperta di affreschi di [[Nardo di Cione]] (fratello di [[Andrea Orcagna]]), databili [[1350]]-[[1357]]. Sono tra le migliori opere di questo artista e furono commissionati da Tommaso di Rossello Strozzi in espiazione del peccato di [[usura]]. Gli affreschi furono staccati e ricollocati in seguito a restauri. Vi sono raffigurati i regni dei cieli strutturati secondo la ''[[Divina Commedia]]'' di [[Dante Alighieri|Dante]].
 
La parete sinistra presenta il ''Paradiso'' (staccato in due porzioni), dove i ritratti di santi si sussuegono in un continue file parallele, come sospesi l'uno sull'altro. La raffigurazione, per quanto ogni personaggio abbia una propria fisionomia inidividuale, si risolve in uno schiacciato "tappeto" multicolore, con una meccanica reiterazione delle posempose che genera un effetto ritmatamente ipnotico.
 
La parete di fondo presenta il ''Giudizio Universale'', dove si trova anche un ritratto di Dante, mentre nelle vetrate, realizzate sempre su disegno di Nardo, sono raffiguati la ''Madonna col Bambino e San Tommaso d'Aquino''. Le teste nelle vetrate sono frtuttofrutto di un reintegro moderno.
 
La parete sinistradestra presenta l<nowiki>'</nowiki>''Inferno'', di notevole violenza visiva, grazie alla cruda drammaticità delle scene dei dannati. Venne staccato in un unico pezzo, lungo ben 110 metri quadrati.
 
Il polittico sull'altare della cappella è il ''Redentore che presenta le chiavi a San Pietro e un libro a San Tommaso d'Aquino, con la Madonna, San Giovanni Battista e altri santi''' di [[Andrea Orcagna]] ([[1357]], tavola a cinque scomparti con [[predella]] dipinta con tre scene, 296x160 cm., firmata e datata), centrato sulla figura impassibile del Cristo entro una "mandorla", che ricorda un'iconografia duecentesca, è un lampante esempio di come nella seconda metà del Trecento la pittura si dirigesse verso soggetti più dogmatici, arcaici e statici, in contrapposizione con i traguardi di realismo e narrazione di un cinquantennio prima di [[Giotto]] e della sua [[scuola giottesca|scuola]].