Pulpito della Resurrezione: differenze tra le versioni

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Il pulpito della Resurrezione è giudicato generalmente come in larga parte autografo del maestro, con una diretta sorveglianza di Donatello anche sulla fusione. Alla sua inventiva sono riferite le innovazioni compositive, le deformazioni fisiognomiche e le libertà stilistiche riscontrabili in tutte le scene, con un ruolo dei collaboratori più marginale.
 
In alcune parti la tecnica appare più grezza, una sorta di non-finito. Non è dato a sapersi in quanta misura essa sia opera di Donatello, ma è una dato di fatto anche in altre opere attribuite al maestro (come il ''[[Compianto di Cristo (Donatello)|Compianto]]'' di [[Londra]]) e si adatta perfettamente alle emozioni crude ed all'espressività delle scene dell'ultima fase dell'artista. Sembra spesso infatti di essere di fronte a uno schizzo, una rappresentazione di getto, e alcuni rilievi non sono rifiniti (volontariamente?) a sufficienza, con le tracce ancora visibili del procedimento di fusione.
 
Gli interventi dei collaboratori sono analizzati nel dettaglio nei paragrafi sui singoli rilievi.
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La ''Resurrezione'' e la successiva ''Ascensione'' sono dominate dalla figura trionfante di Cristo, che si erge nei rilievi ben sopra la linea della cornice, dominando l'intera scena. Le guardie armate sono tutte cadute addormentate nelle più diverse posizioni e le loro armature ed equipaggiamenti sono trattati con molta cura e realismo. Gli scudi sono decorati da vari simboli araldici (uno scorpione, un putto a cavallo) e dalla scritta ''[[SPQR]]''.
 
Il Cristo, reggendosi alla bandiera crociata e con indosso ancora i lenzuoli funebri, poggia il piede sul sepolcro e si avvia alla sua marcia di Redenzione. Ma il suo aspetto è tutt'altro che trionfante e sembra esprimere piuttosto il tormento del tributo fisico che la morte ha richiesto. Questo atteggiamento devia dalla tradizionale cristologia ed anche la composizione è molto originale, spostata su un lato invece della tipica dispozizionedisposizione triangolare con il Cristo al vertice.
 
===''Ascensione''===
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===''Martirio di San Lorenzo''===
Il ''Martirio di San Lorenzo'' è ambientato entro una complessa scatola prospettica, con un edificio aperto del quale si vedono le pareti laterali e di fondo, il soffitosoffitto e oltre il soffitto uno sfondo di pilastri e colonne.
 
La scena è drammaticamente composta, con il conflitto, ben evidenziato dalle linee di forza incidenti, tra [[san Lorenzo]], sdraiato sulla graticola ardente in preda agli spasmi del dolore, e il boia che, comandato a bacchetta dall'imperatore, spinge con un lungo bastone dall'estremità a forcipe il collo del povero martire. Solo una gelo, recante la palma del martirio, conforta il santo, che è affiancato da un uomo già morto. Gli astanti, tra cui numerosi soldati, assitonoassistono impassibili al martirio e solo alcuni mostrano dolore, tra cui una donna con in mano un piatto e una che accorre scioccata. In basso un servitore pompa il mantice sul fuoco senza alcune remora e un altro, a destra, si avvia a portare via dei panni, probabilmente le vesti di Lorenzo.
 
Sul timpano della parete destra della stanza di questa scena si trova incisa la data [[15 giugno]] [[1465]], l'unica presente sui pulpiti. Essa, che è anteriore alla morte del maestro, non chiarisce però se si riferisca alla data del completamento del pulpito, o del pannello, o del modello in cera del medesimo.