Palazzo Pandolfini: differenze tra le versioni

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Ai primi dell'Ottocento sopravviveva ancora l'impostazione come [[giardino all'italiana]], articolato in due parti quadrangolari: una più piccola su via San Gallo e una più grande tra via Salvestrina e [[via Cavour]]. La vasca con puttino, elemento decorativo di raccordo tra le due sezioni, si trova oggi nell'atrio di ingresso del palazzo. Nel giardino "grande", diviso in quattro aiuole, esisteva una collinetta artificiale al centro, con un boschetto di [[cedri]] e [[limoni]], una [[ragnaia]] di [[alloro]] e [[lecci]], uno stanzone-limonaia, alberi da frutto e [[Vitis|viti]] sistemate a spalliera.
 
La trasformazione a [[parco all'inglese]] risale verosimilmente all'inizio del XIX secolo, dopo che Eleonora Pandolfini nel [[1806]] ne prese proprietà. La prima testimonianza del nuovo assetto risale al [[1876]], ma i lavori dovettero avvenire tra il [[1830]] e il [[1840]]. Nel [[1853]] venne creato il [[giardino d'inverno]], come una loggia chiusa da vetrate, tutt'ora addossato al muro di cinta lungo via Salvestrina. Oggi è dominato da un prato centrale, circondato da siepi ed alberi ad alto fusto, che nascondono i muri perimetrali, dal palazzo e dalla loggia della limonaia oggi chiusa da vetrate. Sull'asse del portone su via San Gallo si trovano una fila di statue decorative in marmo, con soggetti mitologici.
 
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