Argenteria: differenze tra le versioni

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Nell'[[antica Grecia]], la lavorazione dell'argento si sviluppò intorno al [[V secolo a.C.]], grazie alla scoperta dei giacimenti dell'[[Aurion]], i cui estratti furono sfruttati anche in un settore innovativo, come quello per le [[moneta|monete]]. <br>
Presso gli [[antichi romani]], l'argenteria assunse un ulteriore valore aggiunto, ossia quello [[arte|artistico]] e tra gli esempi più mirabili vi furono il "tesoro di Boscoreale", oggi al [[Louvre]], il "tesoro di Hildesheim", un servizio da tavola di età augustea e i vasi votivi denominati ''Aquae Apollinares''. L'argenteria a [[Roma]] si diffuse soprattutto tra i ricchi e nei luoghi di culto, e le stesse tendenze si conservarono nei primi secoli dell'[[era (tempo)|era]] [[Cristianesimo|cristiana]].<ref name="Agostini, Novara 1964">"Le muse", De Agostini, Novara, 1964, Vol.I, pag.350-355</ref> <br>
L'argenteria mantenne una notevole diffusione presso [[Bisanzio]], almeno fino al [[VIII secolo]] d.C. e in [[Occidente]] i [[Franchi]], a cominciare da [[CarlomagnoCarlo Magno]], si mostrarono appassionati produttori di oggetti. Il gusto [[bizantino]] si espanse a [[Venezia]], che come punto di incontro di varie [[cultura|culture]], ricevette l'influenza anche dell'arte [[islam]]ica.
Tra il [[XII secolo|XII]] e il [[XIII secolo]], nell'[[Europa]] centrale rifiorì l'arte dell'argento massiccio, producendo opere monumentali come ad esempio "l'arca dei Re Magi" conservata presso il [[duomo di Colonia]], dal tipico gusto [[gotico]] che anticipò l'insorgere dello stile [[Rinascimento|rinascimentale]]. L'ampia diffusione, in questo periodo, di manufatti d'argento, spinse le autorità a regolamentarne il travaso dalla produzione per le monete, come era accaduto qualche secolo prima presso i bizantini, e di conseguenza in ogni paese si introdussero punzoni per identificare a seconda dei casi il produttore, l'anno di lavorazione, il titolo dell'argento. Oggi in Italia i titoli più usati sono argento 800 o 925.