Concilio di Sutri: differenze tra le versioni

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Enrico fu ricevuto con onore da Gregorio VI a [[Piacenza]]. Fu deciso di convocare un concilio a [[Sutri]], circa 40 km a nord di Roma, lontano dalla violenza delle fazioni urbane. Dinanzi all'assemblea Gregorio confessò che aveva "in buona fede e semplicità" [[Simonia|comprato il papato]] da Benedetto IX nel [[1045]]. Dopo la partenza di Benedetto nel settembre [[1044]], il [[sede suburbicaria di Sabina-Poggio Mirteto|vescovo di Sabina]] si era autoproclamato papa per costrizione dei Crescenzi, con il nome di Silvestro III. Nel [[1045]] Benedetto IX tornò a Roma e rinnovò le sue pretese al papato, per poi rinunciarvi e vendere il titolo al padrino Giovanni Graziani, che divenne Gregorio VI.
 
Il concilio convocò i tre pretendenti al papato e intervennero Silvestro III e Gregorio VI. Le rivendicazioni di tutti e tre i pretendenti furono rapidamente rifiutate. Silvestro fu privato della dignità sacerdotale e fu esiliato in un monastero, per poi tornare al suo episcopato in Sabina in un esilio dorato. Fu giudicato usurpatore della Santa Sede, un Antipapaantipapa, senza alcun diritto al trono pontificio. Gregorio abdicò con le parole: "Io, Gregorio, vescovo, servo dei servi di Dio, sentenzio che debbo essere deposto dal pontificato di Santa Romana Chiesa, per l'enorme errore che attraverso l'impurità simoniaca ha condizionato e viziato la mia elezione". Così, il concilio terminò il [[23 dicembre]]. Una replica del Concilio fu ripetuta a Roma il [[24 dicembre|giorno seguente]] per avallare la deposizione di Benedetto IX, che fu dichiarato decaduto dal momento in cui aveva abdicato in favore di Graziani - Gregorio VI. Il papato fu dichiarato [[sede vacante]].
 
Il 24 e [[25 dicembre]] Enrico si rivolse dapprima al potente [[Adalberto di Amburgo|Adalberto]], [[arcivescovo]] di [[Arcivescovato di Brema|Brema]], che rifiutò. La scelta di Enrico cadde allora sul suo confessore, Suidgero, vescovo di [[arcidiocesi di Bamberga|Bamberga]], sede eretta da poco. Suidgero divenne papa con il nome di [[Papa Clemente II|Clemente II]] ma insistette per conservare la cattedra di Bamberga, una fonte di rendita autonoma fuori dalla portata delle fazioni romane. Fu immediatamente incoronato, il giorno di [[Natale]]. Il suo primo atto da pontefice fu l'incoronazione del suo benefattore e della regina consorte, Agnese d'Aquitania. Il nuovo imperatore ricevette il titolo e il diadema di patrizio romano, una dignità che risaliva al tardo Impero e a cui dal [[X secolo]] era associata la facoltà di eleggere il pontefice.