Gasometro: differenze tra le versioni

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Un '''gasometro''' o '''gazometro''' è una struttura destinata ad immagazzinare il [[Gas naturale|gas]] a [[temperatura]] e [[pressione]] quasi naturali. Tale nome si deve all'ingegnere scozzese William Murdoch che lo coniò nel [[1800]]. Il volume del serbatoio si adatta alla quantità di gas immagazzinata, mentre la pressione a cui il gas è sottoposto all'interno di esso deriva dal [[peso]] di un tetto mobile. Volumi tipici per gasometri di grandi dimensioni sono di 50000 m³ circa, con un diametro della struttura di 60 m.
 
Il gasometro ha funzione di contenitore a pressione costante, non è quindi in grado di ospitare grandi quantità di gas, nonostante le dimensioni spesso ragguardevoli, non si presta quindi ad un uso come serbatoio per lo stoccaggio a lungo termine di gas, ma piùbensì alla funzione di regolazione e immagazzinamento a breve termine tra produzione e consumo e immagazzinamento di gas, permettendo di rispondere ai picchi di richiesta, di sopperire ad uno stop di produzione o a una produzione di tipo ciclico.
 
Attualmente i gasometri sono sempre meno usati e rappresentano più dei monumenti di [[archeologia industriale]] che delle vere e proprie infrastrutture. In passato infatti i gasometri venivano utilizzati per accumulare il cosiddetto "gas di città", essenzialmente [[Syngas]] che veniva prodotto prima per gassificazione del [[carbone]] e successivamente tramite [[cracking (chimica)|cracking]] del petrolio. Tale gas veniva utilizzato sia per usi domestici, sia per l'[[illuminazione pubblica]] delle città. Con la diffusione del gas [[metano]] però l'utilizzo del "gas di città" è via via scomparso e così anche i gasometri hanno perso il loro ruolo. Queste strutture venivano utilizzate anche in ambito industriale in molti impianti tra cui le [[acciaieria|acciaierie]] (e.g. quello delle ex acciaierie di [[Cornigliano]] ormai abbattuto e quello dell'acciaieria di [[Taranto]]).